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Altrove parlerebbero di tradimento

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Continua lo smantellamento suicida comandato e benedetto dall’estero

 

 

Un nuovo arresto eccellente apre l’ennesimo  capitolo dell’affaire Finmeccanica. Su richiesta dei pm napoletani Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock è stato eseguito un provvedimento di custodia in carcere per Pasquale Pozzessere, ex direttore commerciale della holding di Stato e ora impegnato per la stessa holding nel ruolo di senior advisor per i rapporti con la Russia. Indagato anche Claudio Scajola: l’ex ministro risulta indagato nel filone dell’inchiesta della procura di Napoli sulle forniture Finmeccanica in Brasile. I pm ipotizzano il reato di corruzione internazionale in riferimento ad un suo presunto tentativo di mediazione nell’ affare. E’ indagato anche il suo portavoce Nicolucci.

Contemporaneamente è scattata una perquisizione anche a carico di Paolo Graziano, l’attuale presidente di Confindustria Napoli, ai piani alti di Palazzo Partanna, nella qualità di amministratore delegato della società Magnaghi. L’accusa per Pozzessere: corruzione internazionale in concorso con Valter Lavitola, l’ex editore de L’Avanti nonché super-consulente di Finmeccanica. Le indagini condotte dalla Digos di Napoli e dai carabinieri del Noe di Roma  –  è sottolineato in una nota a firma del procuratore aggiunto di Napoli, Francesco Greco – “hanno riguardato le forniture effettuate da tre società del gruppo Finmeccanica Agusta Westland, Telespazio e Selex, al governodi Panama nell’ambito degli accordi stipulati con lo Stato italiano”.

Il coinvolgimento di Pozzessere risale già all’estate del 2011. Poco dopo, scattano le sue dimissini come direttore commerciale. Sono i giorni in cui esplode il “bubbone” Lavitola-Tarantini, e la Procura di Napoli  ipotizza il ricatto portato avanti dall’editore de L’Avanti! e dall’imprenditore barese ai danni dell’ex premier Silvio Berlusconi. Affiora dall’inchiesta il sospetto di “affari opachi”, uno scenario di corruzione internazionale dietro le commesse di Finmeccanica, in particolare sull’asse Roma-Milano-Panama, dove Lavitola, grazie soprattutto ai rapporti personali con il presidente panamense Martinelli e in qualità di consulente di Finmeccanica, diventa l’interfaccia di ogni fornitura che interessi l’Italia. Emergono intercettazioni in cui il manager Pozzessere, al telefono con una delle consulenti di Finmeccanica, Debbie Castaneda, parla con disinvoltura di accordi, di quote. In una telefonata del 17 maggio, tra Pozzessere e Castaneda, si parla tra l’altro della conclusione “di un contratto del valore di 600 milioni per il quale sarebbe prevista una commissione pari al 5%, di cui l’1,5 destinato a Debbie Castaneda”.

E dal contenuto delle intercettazioni, rilevano gli inquirenti, si intuirebbe che l’uomo che sta concludendo l’affare avrebbe tagliato fuori la donna “la quale avrebbe così perso 6 milioni di euro”. Sono conversazioni durante le quali gli interlocutori si lasciano andare anche a commenti poco teneri con l’allora governo Berlusconi. Pozzessere decide di fare un passo indietro,   “pur confermando la propria totale estraneità ai presunti fatti illeciti”. La decisione del manager venne resa nota con una nota ufficiale di Finmeccanica, al fine di “tutelare la reputazione della società in relazione all’esposizione mediatica alla quale il Gruppo e la sua persona sono stati esposti”.

Era 13 mesi fa. Prima che il groviglio di presunte tangenti e corruzione internazionale spingesse Lavitola a costituirsi dopo la lunga latitanza all’estero; e prima che l’inchiesta colpisse addirittura il vertice di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, indagato nell’ambito di un altro filone, poi trasferito da Napoli a Busto Arstizio.

Per quanto riguarda Graziano, leader degli industriali partenopei, sarebbero emersi rapporti tra lui e i manager accusati di corruzione internazionale, relativamente, si legge nella nota della Procura, “ai rapporti posti in essere dalle società Finmeccanica e Fincantieri con il governo del Brasile per la fornitura di alcune navi militari”, un pacchetto di fregate già all’attenzione della Procura di Napoli.


 

 

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