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Il mandato di cattura europeo ci sara’… ma forse e’ meglio cosi’! PDF Stampa E-mail
Scritto da di John Kleeves,Italicum   
Venerdì 23 Aprile 2004 01:00

Il 29 ottobre 2003, il Presidente della Repubblica Ciampi, parlando al Consiglio Superiore della Magistratura, ha detto che il mandato di cattura europeo “ deve essere in armonia con i diritti della persona, garantiti dalla nostra Costituzione".

Questa affermazione, scandita immagino coi soliti toni enfatici cui ci ha abituato questo personaggio, è falsamente rassicurante. A mio avviso, anzi, ci annuncia a lettere piuttosto chiare che sta arrivando il peggio. Per due motivi. Il primo è che evidentemente Ciampi il mandato di cattura europeo lo da per scontato. Non ha detto se questo mandato ci debba essere o no ; ha detto - direttamente, senza premesse e senza distinguo - come deve essere : lo ha trattato dunque come un acquisto già deciso, giusto sul cui prezzo magari si potrà tentare di risparmiare. Come sapete l’adozione del mandato di cattura europeo sinora è stato bloccato in sede comunitaria proprio e solo dall’Italia, per volontà della Lega e del suo ministro della Giustizia Castelli, ma la questione è stata posta nell’agenda del Parlamento: ebbene, Ciampi ci ha appena detto che il Parlamento sconfesserà l’opposizione di Castelli e della Lega ed approverà il mandato di cattura europeo, permettendone così l’adozione pratica e ufficiale in tutta la Comunità. Il secondo motivo di preoccupazione è che ricordiamo tutti le parole pronunciate dallo stesso Ciampi ad Asti il 3 aprile scorso: “nessun soldato italiano è andato né andrà in Iraq “. Così disse, naturalmente con quel suo solito tono super enfatico, pontificale, e però ora di soldati italiani in Iraq ce ne sono 1.200, agli ordini dei polacchi (a loro volta - si intende - agli ordini degli statunitensi). Ciò considerato, io direi che il futuro può essere dato per certo : il nostro Parlamento darà il via libera al mandato di cattura europeo e la Costituzione italiana altro che non essere rispettata : sarà fatta in mille pezzi, polverizzata. A questo punto sembrerebbe d’obbligo disperarsi, e fra un ciuffo e l’altro di capelli strappati fare il drammatico annuncio, tipo questo: Popolo ! Nell’Unione Europea, e quindi in Italia e in tutto il resto dell’Europa, sia occidentale che orientale con l’esclusione - ironia della sorte ! - della sola Russia, sta per arrivare la fine dello Stato di diritto, la fine di ogni libertà politica, di parola, di espressione, di stampa, sta per arrivare la repressione del dissenso e la deportazione degli oppositori, l’incubo di ogni democratico sta per divenire realtà, il regime del Terrore sta per cadere su di noi ! Ma non lo faccio un annuncio del genere. Perché in Europa, certamente non in quella orientale ma neanche in quella occidentale, lo Stato di diritto e tutte quelle libertà non ci sono mai state. Prendiamo l’Italia, proprio quella che dopo il 1945 è stata e continua a essere pubblicamente osannata come “democratica”. Stato di diritto ? Libertà di parola-espressione-stampa ? Libertà di opposizione politica ? Quando mai ! Sono sempre state parole, declamazioni, prolusioni accademiche, tromboneschi discorsi “ a reti unificate “, teorie di biblioteca e temi di liceo classico, veri sogni forse per qualcuno e concrete aspirazioni per qualche altro povero ingenuo, ma non fatti concreti ; fantasmi inutilmente ancorché indefessamente evocati, non

 

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