Ce ne fanno mangiare di cotte e di crude |
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Scritto da Nuovi Mondi Media
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Domenica 23 Maggio 2004 01:00 |
Jeoffrey Smith, l’autore di “L’inganno a tavola” mette in guardia sui rischi della varietà GM di mais dolce adottato recentemente dalla UE "L'approvazione da parte della Commissione Europea di una nuova varietà GM per l'uso alimentare e' una scelta infelice, miope e pericolosa. Uno studio pubblicato in febbraio finanziato dal governo inglese conferma l'avvenuto trasferimento di geni dalla soia GM ai batteri dell'intestino umano, e la conseguente produzione nel tubo digerente di proteine per la resistenza a diserbanti. Se il mais dolce Bt11 appena approvato ha lo stesso effetto, i batteri della nostra flora intestinale potrebbero trasformarsi in fabbriche viventi della tossina Bt, un pesticida.
Tutto ciò è pericoloso? Quando il mais Bt è stato somministrato a un gruppo di topi, questi animali hanno sviluppato una risposta immunitaria più forte di quella scatenata dalla tossina del colera, una maggiore vulnerabilità alle allergie e un'eccessiva proliferazione cellulare nell'intestino tenue. Lavoratori agricoli esposti al mais Bt hanno sviluppato reazioni allergiche a livello dell'epidermide; l'analisi del sangue ha poi confermato la presenza di una risposta anticorpale al pesticida. Il 22 febbraio l'Institute for Gene Ecology di Norvegia ha annunciato che 39 filippini che vivono nelle vicinanze di un terreno coltivato a mais Bt hanno sviluppato, nel periodo in cui il mais rilascia il polline, reazioni allergiche a livello di vie respiratorie, pelle e intestino, accompagnate da febbre. Le analisi del sangue hanno confermato una reazione immunitaria alla tossina Bt. (Anche se questi primi risultati non costituiscono una prova definitiva del collegamento fra il polline e i sintomi, il quadro non e' in contraddizione con ciò che si sa della tossina Bt.)
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Il sol levante splende di nuovo in Asia |
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Scritto da Anjin
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Domenica 23 Maggio 2004 01:00 |
Il premier giapponese nella Corea comunista da Kim Jong Il.
In gioco, i desaparecidos giapponesi e la ripresa dei rapporti
Diffidenza Usa: Tokyo vuole più autonomia in politica estera, ma Washington
non vuole rompere l'isolamento della «canaglia» Pyong Yang TOKYO «Non avrei deciso di andare di nuovo a Pyong Yang - ha detto ieri il premier giapponese prima di partire - se non fossi certo del successo di questa visita». A poco meno di due anni dal primo, storico vertice con Kim Jong Il (settembre 2002), Koizumi si gioca il suo futuro politico - appena sfiorato dallo scandalo dei politici che per anni non hanno pagato i contributi per la pensione - con questo nuovo blitz nordcoreano. Poche ore che passeranno alla storia come un inutile azzardo, o un meritato trionfo. In gioco, oltre alla vicenda dei desaparecidos (cittadini giapponesi sequestrati, negli anni `70, da agenti nordcoreani, e costretti a insegnare lingua e cultura alle spie di Pyong Yang, c'è l'oramai improcrastinabile ripresa dei rapporti diplomatici con la Corea del Nord, che però non sembra essere gradita agli Stati Uniti. Il Giappone, imbarazzato dal fatto che la maggior parte dei Paesi europei ha stabilito relazioni diplomatiche, ha provato in tutti i modi a convincere Washington di allungare un po' il guinzaglio, consentendogli un minimo di autonomia in politica estera. E sembrava esserci riuscito l'anno scorso, quando in cambio dell'invio delle truppe in Iraq - operazione costosissima in termini di popolarità interna - Tokyo si era assicurato il pieno appoggio degli Usa nella tragica vicenda dei suoi cittadini sequestrati e «restituiti» al Giappone costringendoli a lasciarsi dietro le famiglie. Ma un conto è l'appoggio «politico», un conto è perdere una pedina essenziale nella strategia di isolamento nei confronti della «canaglia» nordcoreana. E così, a meno di non improbabili accordi sottobanco, Washington ha ribadito ieri che nonostante vi sia «comprensione e simpatia» per la vicenda di Charles Robert Jenkins, la legge è legge e deve fare il suo corso. E la legge prevede che il cittadino americano Charles Robert Jenkins, marito di una delle donne sequestrate e già «restituita» al Giappone, la signora Hitomi Sonoda, deve essere arrestato e consegnato alle autorità statunitensi, nel caso metta piede in Giappone.. Su di lui pende infatti l'accusa di diserzione: durante la guerra di Corea si rifugiò al nord.
Il caso Jenkins sembra essere l'unico intoppo rimasto, ed è verosimile ritenere che siano in corso intense e segretissime trattative. «E' legittimo ritenere che Koizumi sia già sicuro di riportare in patria i cinque figli delle altre coppie - ha scritto ieri l'Asahi - ma è anche molto probabile che il signor Jenkins non abbia nessuna voglia di rischiare la corte marziale». A questo punto si pone la questione dei diritti umani della signora Soga, che a più riprese ha dichiarato di avere più a cuore il fatto di riunire la sua famiglia (le sue due figlie sono rimaste a Pyong Yang, con il marito disertore) piuttosto che dove vivere.
Resta poi l'incognita Kim Jong Il, che presumibilmente pretenderà qualcosa in cambio di questo gesto umanitario. Nella sua valigia diplomatica Koizumi porta anche l'impegno a sbloccare ben 250 mila tonnellate di riso. Un baratto del quale tuttavia non si deve parlare: il quotidiano (conservatore) Yomiuri, che aveva sparato la notizia nei giorni scorsi, ha rischiato di non poter inviare i suoi giornalisti al seguito di Koizumi. |
Venezia celebra le nozze del mare |
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Scritto da noreporter
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Domenica 23 Maggio 2004 01:00 |
La storica cerimonia è stata ripetuta domenica mattina sul Canal Grande.
La fedeltà ai riti della Serenissima Repubblica si arricchirà, nel 2005, della presenza di una copia perfetta del Bucintoro, oggi in via di realizzazione.
Una tradizione che perdura sfidando i secoli e le dilaganti banalità. La storica cerimonia è stata ripetuta domenica mattina sul Canal Grande.
La fedeltà ai riti della Serenissima Repubblica si arricchirà, nel 2005, della presenza di una copia perfetta del Bucintoro, oggi in via di realizzazione.
Una tradizione che perdura sfidando i secoli e le dilaganti banalità. |
No global all’incasso. Hasta sempre el dinero. E che sia americano. |
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Scritto da Noreporter.org
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Domenica 23 Maggio 2004 01:00 |
Greenpeace finanziata con fondi biotecnologici, Naomi Klein che arraffa a destra e manca.
Un nuovo capitolo all’interno della storia dei sovvenzionamenti agli esponenti no-global.
Ormai senza più sorprese per la verità.  Proletari di tuto il mondo, comprate Manu Chao, colonna sonora per eccellenza degli anticapitalisti che però è stato per anni nella “scuderia” della Virgin di Richard Branson, una casa discografica simbolo del “pensiero unico” e della globalizzazione omologante nella musica. Così come Naomi Klein – si quella del libro “no logo” – che si è fatta organizzare le presentazioni in Francia (dove la gauche au caviar , da Sartre ieri che esaltava i tanto pacifisti compagni sovietici, a Danielle Mitterand oggi, che idolatra il subcomandante Marcos, è sempre una potenza) dalla FNAC, che non solo è una multinazionale ma ultimamente sta cancellando le piccole librerie tradizionali nelle città dove spadroneggia. E che dire di Grenpeace che viene finanziata da “Wallace Global Fund e Wallace Genetic”? Per la cronaca fanno profitti con le biotecnologie contro cui – apparentemente? – Greenpeace si batte. E non poteva mancare il simbolo per eccellenza della globalizzazione turbocapitalistica: la Coca Cola che si dà alle …opere di bene (!) elargendo fondi al “Movimento vocazionale Ginepro Serra”. Ma il massimo, va detto con ammirazione, lo raggiunge la “Ruckus Society” di Mick Roselle – un pilastro del popolo di Seattle – che addestra i sovversivi con corsi intensivi di contrasto alle misure di polizia, disobbedienza civile e, non meglio specificate, altre “azioni dirette”, riesce in un solo colpo a prendere soldi da Ted Turner (il boss della CNN ovvero il logo multimediale della globalizzazione più spinta), da Ford, Chrysler, Union carbide, Chase Manhattan Bank (quella dei Rockefeller), Chevron, Hoffman-La Roche, Procter & Gamble, Hewlett & Packard. In modo più casalingo i nostri rivoluzionari – peraltro molto salottieri - aspirano a diventare “parastatali” come Agnoletto “esperto” ai tempi dell’esecutivo ulivista nel centro del Ministero per la Solidarietà Sociale, mentre il Genoa Social Forum, di cui è portavoce, si è beccato alcuni miliardi da Governo e Regioni per ospitare i contestatori in alberghi e scuole, per avere in dotazione computer, linee telefoniche e collegamenti internet, impianti di amplificazione e parecchio altro. Qualcuno – fra i pochi che si chiedono il perché di tali “incomprensibili” rapporti tra le organizzazioni della finanza internazionale e quelle della contestazione altrettanto mondiale – tira in ballo Lenin e la sua famosa e sprezzante frase “I capitalisti ci venderanno anche la corda con cui impiccarli”. E se il fine fosse molto più complesso, articolato: se chi – multinazionali, oligarchie tecno-burocratiche - indirizza e guida questo modello di globalizzazione (che non è detto debba esser l’unico possibile), stia “creando”, come in un laboratorio, un’opposizione che gli faccia comodo? Che in realtà non disturba più di tanto i manovratori? E magari mantiene i paesi che vogliono sul serio progredire, in situazione di inferiorità? |
Berlusconi, liberta' grazie ad alleati |
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Scritto da ANSA
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Sabato 22 Maggio 2004 01:00 |
'La nostra vita libera dipende e discende dal sacrificio dei soldati alleati, di americani e neozelandesi'. Lo ha affermato Berlusconi. Al premier neozelandese Helen Clark, giunta a Roma per commemorare la battaglia di Cassino dove persero la vita 300 soldati neozelandesi, il presidente del Consiglio ha anche proposto informalmente una sorta di scambio culturale tra i due paesi, veicolato dalla televisione.
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Scritto da ineuropaonline.it
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Sabato 22 Maggio 2004 01:00 |
Almeno secondo la teoria di uno scienziato che prevede che la capitale sommersa dalle acque entro cinquecento anni Il professor Samuels è uno studioso che è stato nominato a capo di un progetto per studiare gli allagamenti in Europa. Questo insigne ricercatore è giunto così alla conclusione che tra qualche secolo Londra sarà quasi completamente sommersa dall'acqua a causa dei cambiamenti climatici in corso. Se le previsioni di Samuels fossero corrette, allora le autorità britanniche farebbero bene a cominciare a pensare a un'alternativa, tra cui quella di spostare la capitale a Nord, a Birmingham, che si trova cioè a circa cento metri sopra al livello del mare. |
il riscatto incompiuto di Napoli |
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Scritto da Aldo Cazzullo
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Sabato 22 Maggio 2004 01:00 |
La politica e i rifiuti. «La monnezza è il male antico di Napoli: gli altri, la disoccupazione, le malattie, l’economia con l’acqua alla gola, sono tutti figli suoi», scriveva Il Mattino nella calda estate del 1979. Poi venne il Rinascimento. Napoli è in crisi da sempre e quindi non lo sarà mai, Napoli - ama ricordare Antonio Bassolino - è stata assieme a New York l’unica città collegata in diretta con la Cnn la notte del Capodanno 2000, Napoli ha dato all’Italia i suoi simboli, Eduardo e il sole, don Benedetto e il mare, Totò e la pizza, la camorra e i rifiuti. Per fortuna o purtroppo, non se ne esce. Soprattutto dai rifiuti. Neppure nell’era del riformismo meridionale. Al centro del progetto e del mito dell’ultimo decennio c’era proprio questo, conservare l’unicità di Napoli facendone nel contempo una città normale. Non grandi opere né impossibili palingenesi; piuttosto, meno abusivi, meno illegalità, meno degrado. Meno rifiuti. Invece. Scontri nella notte tra poliziotti e dimostranti che bloccano i camion con la spazzatura. Roghi di cassonetti. Sacchi neri e topi, nei bassi come nel quartiere altoborghese del Vomero, a Spaccanapoli e nella zona degli ospedali, il Cardarelli, il Secondo Policlinico, il Pascale. E’ una grande seccatura ma anche appunto un simbolo, la bellezza malata, lo splendore in putrefazione, il riscatto incompiuto. Com’è potuto accadere? Per decenni la Campania è stata la pattumiera del resto d’Italia. Una commissione parlamentare contò 140 discariche abusive. Ogni tanto ne scoprono ancora qualcuna, caverne, buchi senza fondo, pance enormi. Leggende narrano di mezzo milione di tonnellate sepolte da qualche parte. Poi è arrivato Bassolino, commissario straordinario. Le discariche, abusive o no, sono state chiuse. Si è preparato un piano per trasformare i rifiuti in energia. Ma non si è fatto in tempo. Le antiche discariche non ci sono più, i nuovi termovalorizzatori non ancora. Funzionano le macchine che trasformano i rifiuti in combustibile, non quelle che dovrebbero bruciarlo: si accumulano così cataste dette sinistramente «ecoballe», che sindaci impauriti si inviano l’un l’altro. Negli ultimi due mesi è successo di tutto. Ad Avellino spazzatura accumulata accanto allo stadio. A Marano, Aversa, Mondragone chiusi mercati e scuole. Quaranta camion della nettezza urbana, respinti ovunque, scaricano nell’ex Italsider di Bagnoli, dove sarebbe dovuto sorgere il quartier generale dell’America’s Cup. I turisti arrivati per il Maggio dei monumenti girano incuriositi, il fazzoletto sul viso, chi sconsolato chi rinfrancato dall’aver trovato la Napoli che attendeva, bella e dannata, dove ricrearsi e incanaglirsi per due giorni e fuggire. Non esattamente quel che che i protagonisti della rinascita avevano promesso. Perché, accanto agli indugi amministrativi, ai ritardi della tecnologia, ai particolarismi dei sindaci preoccupati di difendere la propria enclave, è l’eterna inadeguatezza della politica che ritorna. Rosa Russo Iervolino annuncia: «Sono pronta a scendere in piazza e a fare le barricate» (ma un sindaco non potrebbe spendersi più utilmente in altro modo?). Il governo interviene, nomina un commissario straordinario al posto di Bassolino (nel frattempo indagato per abuso d’ufficio), il dottor Corrado Catenacci, senza incidere davvero. Enzo De Luca, il rivale di Bassolino che tre anni fa si era inoltrato in una sarcastica imitazione sentenziando che «non è possibile trascinarsi di riunione in riunione senza ba-balbettare una decisione», ora invoca la Protezione civile. E la colpa non è di nessuno, ognuno espone le proprie giustificazioni e ha sicuramente ragione. Molte cose certo sono cambiate. Questa no. Servirebbe la solidarietà del resto del Paese. La Campania non importa più rifiuti, li esporta. Ogni settimana partono 36 treni per la Germania, al costo che si può immaginare. Altri carichi finiscono in Austria. In Italia però neanche a parlarne: subito si alza un sindaco a lanciare la disobbedienza civile, i treni non partono o si fermano presto come a Villa Literno, 48 ore di blocco fino all’intervento della polizia. Con tradizionale efficienza si muove invece la camorra. Gli incendi r |
Petrolio: Arabia puo' arrivare a 10,5 mln barili |
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Scritto da Ansa
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Sabato 22 Maggio 2004 01:00 |
L'Arabia puo' portare la sua produzione di greggio a 10,5 milioni di barili al giorno rispetto alla quota attuale di 7,638 milioni. Lo ha detto il ministro saudita del petrolio Ali Al-Nouaimi, il quale ha confermato la volonta' saudita ad adottare misure per ridurre il prezzo del petrolio. Il ministro dell'Energia del Qatar Abdallah ben Hamad al-Attiya ha pero' gia' fatto sapere di non attendersi decisioni formali oggi sul livello delle quote di produzione del petrolio Opec.
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Maroni si scopre sempre più populista |
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Scritto da Asca
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Sabato 22 Maggio 2004 01:00 |
Le soluzioni del Ministro in materia fiscale. A dir suo favorirebbero innanzitutto le famiglie, ancor più importanti delle imprese. Propaganda elettorale ? .jpg" border="0" align="left" />Vicenza, 22 mag - Per la riduzione del carico fiscale, prima bisogna partire dalle famiglie, e poi si puo' intervenire sulle imprese. Lo ha ribadito il ministro Roberto Maroni, a margine di un convegno in provincia di Vicenza. ''Abbiamo indicato due direzioni - ha spiegato Maroni circa la distribuzione dei fondi che verranno reperiti - prima le famiglie, introducendo il quoziente familiare che distribuisce maggiori risorse alle famiglie in proporzione al numero dei componenti: e' un modello gia' introdotto con successo in Francia. Secondo, occorre agire a favore delle imprese attraverso una riduzione dell'Irap. Questa e' la proposta della Lega che si sta discutendo a livello di governo''. Quanto, poi, al reperimento dei fondi Maroni ha spiegato che ''posta la decisione del governo di ridurre l'imposizione fiscale di circa 1% del Pil, questa l'impostazione di Berlusconi cioe' 12,5 mld di euro, i problemi sono due: primo dove trovarli, secondo dove metterli. Su dove trovarli ci sono un po' di ragionamenti che si stanno facendo''. La Lega - ha confermato il ministro - ''indica la strada della trasformazione dell'intervento statale a fondo perduto in finanziamenti a tasso agevolato: l'Italia e' il paese record in Europa per i finanziamenti a fondo perduto, su 100 euro dati alle imprese, 76 sono a fondo perduto. La media europea invece e' del 18%''.
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Scritto da Agi
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Sabato 22 Maggio 2004 01:00 |
Palma d’oro a Michael Moore per Farenheit 9/11. Un film che pone sotto accusa il presidente e tutta la leadership americana, coinvolgendola più o meno indirettamente nell’assalto alle Twin Tpwers e al pentagono Cannes, 22 mag. - La giuria del 57esimo Festival del Cinema di Cannes, guidata da Quentin Tarantino, ha assegnato la Palma d'Oro al documentario di Michael Moore "Fahrenheit 9/11", per ammissione dello stesso registra un atto d'accusa al presidente Bush. E' la prima volta che la Palma d'Oro viene assegnata ad un documentario. Per il suo precedente documentario, "Bowling for Columbine" - una stringente e impietosa indagine sull'uso delle armi nelle scuole americane - Moore aveva vinto un Oscar l'anno scorso. Il premio della Giuria e' stato invece assegnato all'attrice Irma P. Hall protagonista di "Ladykiller" dei fratelli Joel e Ethan Coen, e al primo film thailandese mai ammesso in concorso, "Tropical Malady" di Apichatpong Weerasethakul. Il francese Tony Gatlift ha ottenuto il premio per la migliore regia per il film "Esuli". Infine i premi riservati al migliore attore e alla migliore attrice sono andati rispettivamente a un giapponese e a una cinese. L'attore bambino Yagira Yuuya e' stato premiato per il film "Nobody Knows", storia di quattro bambini abbandonati dalla madre. L'attrice di Hong Kong, Maggie Cheung, ha ottenuto il premio per il film "Clean". |
Legge: la bilancia è sospesa |
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Scritto da Adnkronos
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Venerdì 21 Maggio 2004 01:00 |
Sme: non si procede causa elezioni
La scelta del premier di presentarsi capolista di Forza Italia alle europee, anche se dovrà rinunciare all’elezione per incompatibilità con il ruolo di primo ministro, ha così fornito un vantaggio alla difesa Il processo stralcio per la Sme, in corso a Milano nei confronti di Silvio Berlusconi, sospende 'per elezioni'. Lo hanno deciso i giudici milanesi che hanno accolto una richiesta in tal senso formulata dai difensori del premier e hanno disposto un rinvio al 18 giugno. Per quella data, inoltre, gli avvocati del leader di Forza Italia dovranno citare ancora una volta Cesare Previti affinché si presenti a testimoniare in aula.
Ai giudici i legali del premier avevano spiegato di avere difficoltà ad avere ''i contatti necessari con il loro assitito ''fino alla fine della campagna elettorale''. All'accusa, gli avvocati avevano mostrato anche una lettera con la quale la segreteria del premier aveva comunicato l'impossibilita' a fissare incontri fino al 13 giugno. In particolare l'avv. Niccolò Ghedini sollecitava il tribunale a ritenere questa sospensione un legittimo impedimento così da poter sospendere i termini di prescrizione. Contrari alla richiesta sono stati l'accusa pubblica e quella privata.
Per il pm Ilda Boccassini non c'erano ''ragioni per sospendere. L'interesse principale per lo Stato e per l'imputato cittadino e' quello di terminare questo procedimento celermente. I termini di prescrizione incombono -aveva poi ricordato il pm ai giudici- quindi valutate voi se far andare avanti questo processo per troppo tempo''. |
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