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anguria si ma millesimata PDF Stampa E-mail
Scritto da BRC-corsera   
Venerdì 18 Giugno 2004 01:00

Carissima anguria, in 3 anni aumentata del 400% Con quello che oggi si spende per un frutto tra i 5 e i 7 kg, solo tre estati fa si sarebbe acquistata un'anguria di circa 40 chili.

ROMA - Follia del mercato. Non di quello azionario ma piuttosto di quello ortofrutticolo. Anche se l'anguria rimane uno dei frutti più a buon mercato, quello più amato nel periodo estivo costa oggi quattro volte in più rispetto al 2001. A sottolinearlo è la Confederazione italiana agricoltori (Cia), secondo la quale si tratta di un fenomeno prevalentemente riscontrabile alla vendita al dettaglio, perchè di fatto le richieste degli agricoltori, negli ultimi tre anni, sono rimaste quasi invariate con un aumento contenuto alla normale crescita dei costi di produzione. Il prezzo registrato in questi giorni dovrebbe attenuarsi con l' avanzamento dell' estate, anche se appare alquanto improbabile che si scenda sotto un euro al chilo. Quindi, con quello che oggi si spende per un frutto di pezzatura media, tra i 5 e i 7 chilogrammi, solo tre estati fa si sarebbe acquistata un' anguria di circa 40 chili. Le angurie italiane concorrono con quelle sudamericane, nordafricane, greche e spagnole, già reperibili dallo scorso maggio nei negozi e nei supermercati del nostro Paese. Sul fronte della qualità e della quantità, viste le abbondanti piogge autunnali e primaverili, si dovrebbe essere su standard ottimali e, se le prossime settimane saranno calde e assolate, potrebbero migliorare ulteriormente - sottolinea la Cia - le caratteristiche del frutto nostrano, arrivando a livelli mai raggiunti nell' ultimo mezzo secolo.
 
Sepp Hilz, il pittore dei contadini PDF Stampa E-mail
Scritto da Harm Wulf   
Martedì 15 Giugno 2004 01:00

Il silenzio assoluto è calato su un artista per ridicole e pretestuose motivazioni politiche. Anche i suoi stessi compatrioti, le poche volte che si è tentato di ricordare il suo lavoro, hanno inscenato patetiche proteste per il suo presunto coinvolgimento col regime.

Sepp Hilz nacque a Bad Aibling in alta Baviera il 22 ottobre 1906. Apprese i primi insegnamenti dal padre George Hilz, pittore e apprezzato restauratore di chiese (tra cui quelle di St. Sebastian, Berbling, Willing, Weihenlinden, Tuntenhausen e Bacherting), che lo mandò, dopo la Volksschule, nella scuola per apprendisti pittori di Rosenheim in cui si esercitò nella copia dei vecchi maestri tedeschi soprattutto di Dürer, Cranach e Altdorfer. Ritiratosi presto dalla scuola venne utilizzato dal padre, come ragazzo di bottega e apprendista artigiano. Ciò conferì al giovane Sepp una solida base di manualità che fu importantissima per il suo successivo lavoro artistico. Studiò a Monaco dal 1921 al 1927 frequentando per tre semestri la Kunstgewerbeschule, poi la scuola privata d’arti grafiche del Prof. Moritz Heymann e, come apprendista, il pittore di chiese Xaver Dietrich. Cominciò l’attività di pittore nel suo atelier di Monaco lavorando per mostre ed esposizioni regionali e continuando ad esercitarsi senza sosta anchenella copia degli amatissimi pittori fiamminghi Rembrandt, Vermeer, van Delft e Brouwer. Fino alla fine degli anni venti si dedicò al suo studio e ai dipinti per chiese dell’Oberland bavarese. Tornato nel 1928 al paese natale per lavorare nell’impresa paterna, sposò lo stesso anno Erika von Satzenhoven che dopo un anno gli diede il primo figlio Benno. Insieme con altri artisti divenne il motore della vita culturale di Bad Aibling. Il luogo di ritrovo in cui stabilmente si incontravano era il Caffè Rupp: discutevano e organizzavano eventi culturali e mostre pittoriche a carattere locale. Hilz dipinse dal 1930 molti quadri a soggetto rustico nello stile di Wilhelm Leibl (pittore tedesco 1844 – 1900) che gli valsero l’appellativo di “Bauernmaler” (pittore dei contadini) ed una buona notorietà nella regione. Il mondo contadino della sua Baviera è uno dei temi favoriti della sua pittura: scene di vita agreste, i volti semplici della gente di campagna, il riposo dopo il lavoro, le ragazze del villaggio. Gli occhi dell’artista sembrano incantati dalla semplicità e dalla spontaneità della vita rurale. Un mondo senza tempo che ripeteva ciclicamente le azioni rituali del duro lavoro dei campi, del riposo e della festa nello scorrereperenne delle stagioni. Un mondo assediato dall’urbanesimo, dal progressivo spopolamento delle campagne, dall’industrializzazione incessanteche metteva in discussione l’esistenza stessa del ceto contadino. Sepp Hilz, ormai affermato ritrattista, pittore di chiese, di scene rustiche e paesaggista, presentò ventidue opere alla Haus der Deutschen Kunst e alla Grosse Deutsche Kunstausstellung dal 1938 al 1944 tra cui, nel 1941, il famoso trittico “Bäuerliche Trilogie” (Triologia contadina). Il giovane pittore è diventato un artista poliedrico in grado di padroneggiare le diverse tecniche lavorative, e di manifestare compiutamente il suo eccezionale talento. Dai ritratti ai dipinti di grandi dimensioni, Hilz riesce a rappresentare i caratteri, le atmosfere, la poesia e la realtà dei suoi soggetti: egli sosteneva: “Jedes Ding hat seine Seele, musst bloss malen wie es ist.” (ogni cosa ha la sua anima, dobbiamo solo dipingerla per quella che è). Il suo dipinto intitolato “Nach Feierabend” esposto alla Haus der Kunst, è acquistato nel 1938 per 10.000 RM da Adolf Hitler che in seguito acquistò anche l’opera “Wetterhexe” del 1942. Un anno dopo presenta il famo

 
Alla fiera dell’individualismo PDF Stampa E-mail
Scritto da noreporter   
Venerdì 11 Giugno 2004 01:00

Succede anche questo. Due mamme scappano di casa per vivere il loro sogno d’amore in albergo con i rispettivi figlioletti. Presto qualcuno sposerà il suo pesce rosso

Succede anche questo.

Due mamme scappano di casa abbandonando i rispettivi mariti e si rifugiano a vivere il loro sogno d’amore in albergo con i rispettivi figlioletti.

È accaduto in questi giorni nel centro Italia (l’albergo invece era a sud).

Emblematico della filosofia terminale di diritti dell’uomo intesi come frenetica e annichilente corsa esistenziale contro la morte alla ricerca di un’imposizione impossibile, quanto degradante, dell’io.

È il nonplusultra dell’ideologia borghese che domina, oramai, i deserti politico/ideologici di destra e, soprattutto, di sinistra. È l’effetto del disancoramento dell’uomo dall’etica e dal sociale.

È la logica del “perché no?”.

Presto qualcuno sposerà il suo pesce rosso.

 
Werner Graul PDF Stampa E-mail
Scritto da Harm Wulf   
Martedì 08 Giugno 2004 01:00

Disegnatore ed incisore vicino ai circoli völkisch. I suoi disegni più famosi, sulla tematica della conversione forzata al Cristianesimo delle popolazioni germaniche, saranno riprodotti come stampe o cartoline. (Da Mortimer G. Davidson “Kunst in Deutschland 1933 – 1945” Grabert Verlag, Tübingen, 1992, Bd Malarei II pag. 302)

Anche nei due testi di riferimento sulla storia dell’incisione artistica in Germania nel 20° secolo le notizie sull’opera di Werner Graul sono scarne o nulle ( Mortimer G. Davidson “Kunst in Deutschland 1933 – 1945” Grabert Verlag, Tübingen1992 e Haye W. Hansen “Deutsche Holzschnitt Meister des 20° Jahrhunderts” Uwe Berg Verlag, Toppenstedt, 1979). Un difficile lavoro di ricerca ha permesso di risalire a qualche ulteriore dato biografico e bibliografico.

Werner Friedrich Hermann Graul nacque a Berlino il 18 ottobre 1905 figlio di Georg Graul e di Pauline Schübert. Grafico, pubblicitario, scrittore e studioso di questioni religiose e politiche. Raggiunge meritata fama come autore del celebre manifesto per il capolavoro cinematografico di Fritz Lang “Metropolis” del 1926. Si sposa il 4 dicembre del 1928 con Margarete Berger (nata il 4/10/1908) da cui avrà due figli Mariane e Jürgen. Attivo nei circoli völkisch, collabora con la rivista e la casa editrice Sigrune di Erfurt. Entra nel NSDAP solo il 1 maggio del 1933 con tessera n. 2893982 ed assume l’incarico di dirigente politico. Il suo lavoro artistico e pubblicistico è connotato da una radicale avversione all’imposizione violenta del Cristianesimo alle popolazioni germaniche. Muore a Berlino nel 1984.

Libri di Werner Graul:

Werner Graul “Aufruf: Deutsche, die sich in innerster Ueberzeugung zu keiner christlichen Konfession mehr bekennen, helft im artgemäßen Glauben an der Wahrung und Gestaltung neuer Weltanschauung! Berlin Charlottenburg 1934 (SBBerlin 4" Dd 11887)

Werner GraulGolgatha des Nordens 

Dopo le piogge acide PDF Stampa E-mail
Scritto da AGI   
Martedì 08 Giugno 2004 01:00

Una trovata pubblicitaria di Play Boy rende più piacevoli gli acquazzoni tedeschi, così temuti solo dieci anni fa per gli effetti cancerogeni. A divertire i tedeschi l’effetto “voyeur” di uno streap molto virtuale

La Germania è appena stata tappezzata di manifesti pubblicitari "meteoropatici", che si "spogliano" da soli in caso di pioggia. Il cartellone che reclamizza la rivista "Playboy" ha già conquistato i ragazzi tedeschi che, da qualche giorno, accolgono con entusiasmo ogni acquazzone primaverile. Sull'enorme manifesto pubblicitario, infatti, si può ammirare un generoso décolleté, un reggiseno taglia maxi con il logo della rivista, il famoso coniglietto. La vera novità consiste nel fatto che, quando piove, la carta del manifesto si bagna e il reggiseno diventa trasparente, lasciando in bella mostra un seno decisamente procace. Di qui la scritta ammiccante posta al di sopra del "panorama": "Guys, pray for rain", ovvero: "Ragazzi, pregate perché piova". La nuova maniera di fare pubblicità è stata accolta positivamente dai tedeschi, non solo uomini. In effetti, è piaciuto anche alle signore il gioco del cartellone cangiante, piccola grande novità nel mondo del marketing. Ma più di tutti, sono i ragazzi ad aver promosso a pieni voti l'iniziativa goliardica, che renderà meno tristi le tipiche, uggiose giornate di pioggia della grigia Germania.

 
Puttana Eva PDF Stampa E-mail
Scritto da Adn Kronos   
Lunedì 07 Giugno 2004 01:00

Gli inglesi riscoprono la legge dell’ereditarietà. Incuranti delle leggi Mancino trovano nei geni la spiegazione dei comportamenti umani. L’infedeltà femminile ? La vuole il dna e dobbiamo rassegnarci.

LONDRA - Se ha commesso una scappatella con un altro e' meglio prendersela con i suoi antenati, piuttosto che con lei. Secondo un nuovo studio la tendenza in alcune donne ad essere infedeli sarebbe ereditaria e circa un quarto delle donne britanniche avrebbero una caratteristica genetica che le porta ad essere infedeli.

Anche se l'elemento genetico non e' il solo responsabile di questo comportamento - lo stato della relazione e fattori culturali restano comunque elementi molto importanti - la presenza di certi geni aumenta considerevolmente la possibilita' che le donne siano infedeli.
Lo studio, scrive il domenicale Sunday Times, e' stato condotto su 5.000 gemelle e 5.000 donne non parenti tra di loro da un gruppo di ricercatori guidati dal professor Tim Spector del Guy's and St.Thomas Hospital di Londra. ''Studiando i gemelli e' possibile separare i fattori naturali da quelli sociali. Sembra che ci sia un forte legame tra l'ereditarieta' genetica di una donna e la possibilita' che questa sia infedele'', ha detto Spector.
Spector ha spiegato che il suo team ha intervistato in primo luogo 5.000 donne di eta' compresa tra i 18 ed i 60 anni e che il 23% di loro ha confessato di aver tradito il proprio partner almeno una volta. In seguito, i ricercatori hanno intervistato 5.000 gemelle ed hanno scoperto che se una delle due era stata infedele la possibilita' che anche l'altra lo fosse stata era del 55%, una cifra molto piu' alta rispetto al 23% riscontrato in precedenza. Lo studio non ha tuttavia identificato il gene responsabile di questo comportamento.

 
Ludwig Carl Wilhelm Fahrenkrog PDF Stampa E-mail
Scritto da Harm Wulf   
Domenica 06 Giugno 2004 01:00

“Noi vogliamo costruire! Le rovine sono attorno a noi e nei nostri cuori ma noi abbiamo anche fede nella rinascita. Il nostro scopo: da un piccolo seme generare un bosco di sangue e spirito. Tramonto dell’Occidente? Ma noi siamo vivi! Per nessuno benefici e per nessuno danni, noi vogliamo solamente essere noi stessi."

Ludwig Carl Wilhelm Fahrenkrog nacque il 20 ottobre 1867 a Rendsburg nella regione dello Holstein della Germania settentrionale. Il nome, strano ed arcaico, si trova solo nella zona costiera dello Holstein dove esiste un ruscello Fahrenkrog vicino al Kellersee e un posto chiamato Fahrenkrug. Il nome significa in alto-tedesco “Krug an der Fähre” cioè locanda al traghetto. Il ramo paterno della famiglia era danese con antenati marinai e cacciatori di balene. La famiglia era povera: il padre faceva paralumi artigianali e Ludwig e il fratello compresero subito che ogni cosa nella vita doveva essere conquistata con il lavoro. “Se un bambino non ha giocattoli – scrisse più tardi – se li creerà da solo se veramente ne ha bisogno”. Fin da bambino cominciò a manifestare uno spiccato ed eclettico talento artistico. Ludwig e il fratello iniziarono dalla fanciullezza a dipingere, disegnare, scrivere liriche e a suonare musica. Già molto giovane era in grado di suonare il piano e produrre la sua musica. Insieme al fratello organizzavano piccoli spettacoli teatrali in cui recitavano. All’età di 15 anni Ludwig iniziò il suo apprendistato artistico come pittore e decoratore ad Altona nei pressi di Amburgo e, nel 1887 s’iscrisse alla Königliche Akademie der Bildenden Künste (l’Accademia reale di arti figurative) di Berlino dove studiò con i maestri Woldemar Friedrich e Hugo Vogel e divenne l’allievo prediletto del famoso pittore di scene storiche Anton von Werner. Durante questo periodo di studi si guadagnò faticosamente da vivere come illustratore per cataloghi museali, disegni anatomici e manifesti di grafica. Ricordando il difficile periodo degli studi scrisse “Se guardo indietro nel mio passato quello fu il periodo in cui svolsi la maggior parte dei miei lavori: credevo in Dio ed in me stesso”. L’esperienza lavorativa giovanile in qualità di decoratore gli fu di enorme utilità quando iniziò la sua attività di pittore di grandi affreschi per pareti di castelli, chiese e scuole. All’età di 23 anni ricevette il Premio Statale Prussiano per una tela di cinque metri per quattro intitolata “Die Kreuzigung Christi” che fu acquistato dalla città di Mülheim nella Ruhr. Si sposò con Charlotte Lüdecke “Lotte”, che rimase la sua compagna per tutta la vita, e trascorse due anni in Italia per completare i suoi studi. A Roma, studiando in modo intensivo l’opera di Michelangelo, sviluppò e radicò la sua concezione del lavoro artistico come missione per trasmettere al popolo un superiore messaggio spirituale rifiutando completamente la decadente concezione “dell’arte per l’arte”. Durante il soggiorno romano nacque la loro prima figlia che fu chiamata Bianca Colomba perché al momento della nascita il pittore vide uno di questi uccelli. Anche la figlia diventerà un’eccellente pittrice. Dopo la nascita della figlia la sua pittura si arricchisce di nuove tematiche più allegre e gioiose: scene di vita familiare, piccole felicità domestiche. Di ritorno a Berlino Ludwig si guadagnerà da vivere dipingendo imponenti affreschi nelle case di facoltosi nobiluomini. Dal 1898, nominato docente presso la scuola di Arte decorativa, si trasferirà nella Renania a Barmen per dedicarsi all’insegnamento e qui rimarrà fino al 1931 anno del suo ritiro. Questo nuovo lavoro non gli impedì di sviluppare il suo lavoro artistico in diverse direzioni. Poeta, drammaturgo, scrittore, filosofo d’ispirazione völkisch, a partire dal 1907 scrisse una serie di articoli per la rivista di Wilhelms Schwaner “Der Volkserzieher” in cui definì i fondamenti di una religiosità specifica

 
C’è posta per lei dal Fronte dell’Est PDF Stampa E-mail
Scritto da France Presse   
Lunedì 31 Maggio 2004 01:00

L’ultima lettera di un soldato tedesco caduto sul fronte russo è stata recapitata a sua figlia. Superando mille disguidi e innunmerevoli peripezie, le poste tedesche, che mai si erano arrese all’avversità, sono riuscite a portare a quella che oggi è una matura signora le ultime righe del padre al termine di un’odissea lunga 63 anni.

SOLINGEN – Una lettera di un soldato tedesco inviato sul fronte russo è arrivata con 63 anni di ritardo a una delle sue destinatarie, la figlioletta che allora aveva sei anni e che riporta l’evento nel quotidiano locale Solinger Tageblatt. Il 7 luglio 1941, il soldato Willi Schenk, dato per disperso nel 1942 e poi dichiarato morto, aveva scritto una lettera alla “sua cara Anna e alla piccola”. Per delle ragioni oscure, questa missiva è stata ritrovata nella saccoccia di un ufficiale tedesco di stanza in Francia, scoperta da un cittadino tedesco negli anni Settanta in un bunker della costa fracese. Più di trent’anni dopo la “piccola” è stata rintracciata. Una narratrice di buona sorte aveva detto a sua madre – Anna – che avrebbe avuto nuove del marito dopo diversi decenni, a quanto ha raccontato la figlia del soldato, oggi sessantanovenne. “Questa lettera l’avrebbe colpita ben più di me” ha dichiarato la figlia al giornale. Anna è deceduta nel 1989.
 
FINITO IL RESTAURO DEL DAVID, IL MONUMENTO E' SOTTO TUTELA PDF Stampa E-mail
Scritto da ANSA   
Lunedì 24 Maggio 2004 01:00

E' piu' luminoso il David di Michelangelo dopo la pulitura effettuata per i suoi 500 anni, ma le cure per la statua piu' ammirata del mondo non si fermano qui grazie al programma di controlli e manutenzione che e' stato annunciato nella presentazione dei risultati dell' intervento, alla Galleria dell' Accademia.

FIRENZE -

Sono le novita' - esito della pulitura e dei nuovi metodi di tutela della statua - illustrate oggi alla Galleria dell' Accademia di Firenze dove il David e' conservato e dove e' di nuovo visibile senza piu' essere circondato da impalcature.

''La superficie della scultura appare piu' ordinata ed equilibrata nei rapporti di luci ed ombre'', hanno spiegato il soprintendente al polo museale Antonio Paolucci, la direttrice della Galleria Franca Falletti e Cristina Acidini, soprintendente dell' Opificio delle pietre dure, illustrando l' intervento, iniziato il settembre scorso. ''In particolare - hanno fatto notare - il marmo ha recuperato la sua luminosita' nella parte anteriore del torso, lungo il fianco destro e in numerose altre zone dove il livello di degrado era minore''. Macchie a forma di gora, o strisce verticali sulla schiena davano un ''effetto riga'', cosi' chiamato anche dagli specialisti, che adesso e' stato attenuato.

La pulitura e' stata fatta dalla restauratrice Cinzia Parnigoni con impacchi di acqua distillata, con l' aggiunta di polpa di cellulosa e sepiolite, applicati tramite carta giapponese.

''Il colore del David non e' mutato - ha spiegato Paolucci - perche' e' stata una pulitura invisibile, leggera, direi minimalista, ispirata al principio del 'minimun facere' fatta con acqua distillata e carta giapponese, materiali con cui si potrebbe lavare la faccia ad un bambino''.

Alcune macchie hanno resistito ai trattamenti ma, viene spiegato, la loro presenza ''non risulta deturpante''. Tra i risultati c' e' quello di aver diminuito il gesso, residuo di interventi ottocenteschi e temibile per i danni che potrebbe provocare alla struttura. Questa sostanza, depositandosi col tempo nelle porosita', cristallizza con le variazioni di umidita' e preme i microgranuli di marmo con il rischio di sgretolarli danneggiando la struttura.

Per quanto riguarda il programma di ''cure'' a cui verra' sottoposta la statua, esso prevede indagini ambientali per verificare il grado di inquinamento intorno alla statua (finora la situazione non e' sfavorevole), controlli biennali sulla superficie (ingrigimento, presenza sostanze nocive, consunzione) ed otto interventi di controllo e spolveratura ogni anno.

Inoltre, grande attenzione - ma si e' ancora in una fase di studio tanto che il 9 giugno verra' organizzato un convegno promosso dal collegio degli ingegneri di Firenze - viene posta sulla stabilita' del David, a partire dai cretti delle caviglie che, pur conosciuti dall' 800, verranno accuratamente indagati usando perfino una specie di Tac. Il convegno addirittura prendera' in esame l' ipotesi ''estrema'' di come il David potrebbe resistere ad un forte terremoto.

Nel frattempo proseguono i preparativi per le celebrazioni dei 500 anni della scultura e in novembre sara' allestita una mostra dentro la Galleria con opere di artisti contemporanei quali George Baselitz, Luciano Fabro, Jannis Kounellis e Robert Morris, e le fotografie di Thomas Struth.

 
Il Titanic non resisterà a Di Caprio PDF Stampa E-mail
Scritto da Ansa   
Domenica 23 Maggio 2004 01:00

Il relitto minacciato da un ''circo'' di cacciatori di tesori, scienziati, turisti e persino registi da premio Oscar. Pare che anche a causa dell'interferenza umana, la nave sommersa si stia lentamente disintegrando.

Vent'anni dopo aver scoperto la tomba sottomarina del Titanic, l'esploratore Robert Ballard sta per tornare a visitare il relitto per constatare di persona i danni causati da ciò che lui definisce un ''circo'' di cacciatori di tesori, scienziati, turisti e persino registi da premio Oscar. Pare infatti che anche a causa dell'interferenza umana, la nave sommersa si stia lentamente disintegrando.

Il ritmo con cui sta cadendo a pezzi - scrive oggi la stampa britannica - è molto più rapido di quanto era stato previsto dagli esperti. Gran parte delle rifiniture interne in legno sono scomparse, i batteri stanno erodendo lo scafo metallico sempre più sottile ed il posto vedetta da cui Frederick Fleet urlò ''iceberg'' nella notte del 14 aprile 1912 e' stato ormai inghiottito dagli abissi.

Nel 2002 un gruppo di uomini a quanto pare ha tentato di penetrare nelle cabine di prima classe in cerca di un carico di diamanti causando danni sostanziali alla nave. Secondo alcuni però, la causa del disintegrarsi del relitto e' in gran parte naturale. Un'eccessiva pratica della pesca - dicono gli esperti - avrebbe sconvolto l'equilibrio della catena alimentare incrementando il numero di batteri che causano la ruggine.

Ballard visiterà il relitto a bordo di un mini-sottomarino in grado di portarlo a 4.000 metri di profondità L'esploratore sarà accompagnato da un team di esperti insieme ai quali fotograferà e mapperà la nave per paragonare i dati odierni con quelli ottenuti dalla sua ultima spedizione del 1986.

 
Le sorprese del film anti-Bush PDF Stampa E-mail
Scritto da Lietta Tornabuoni   
Martedì 18 Maggio 2004 01:00

CANNES Nella giornata più politica del festival del cinema, si vede finalmente «Fahrenheit 9/11», il film anti-Bush molto applaudito di Michael Moore, il documentarista americano tenace e polemico di «Bowling a Columbine». Rivelazioni, sorprese, scoop? Non proprio: il film condensa tutte le consuete critiche a Bush e qualcuna di più, dando però informazioni molto interessanti.

Una riguarda gli speciali rapporti tra la famiglia Bush e la famiglia di Osama Bin Laden, a suo tempo partner d'affari (Osama Bin Laden aveva investito in Texas nell'immobiliare e in altri settori). Subito dopo l'attentato dell'11 settembre 2001, su iniziativa della presidenza venne organizzato un volo speciale per allontanare dagli Stati Uniti una ventina di persone della famiglia di Osama Bin Laden che vi soggiornavano per studio, per salute, per lavoro. Con altrettanto zelo venne predisposta la protezione di talebani, di diplomatici e uomini d'affari dell’Arabia Saudita. Il contrasto tra simili gesti di premura, d'amicizia, e la condanna di Osama Bin Laden come Male Assoluto è piuttosto vistoso.

Ma, soprattutto, «Fahren- heit 9/11» mostra con sensibilità e rabbia quanto le televisioni nel mondo non fanno vedere mai: le facce delle madri disperate, i soldati avviliti e delusi, i reduci con le loro mutilazioni irrimediabili abbandonati negli ospedali, i bambini iracheni straziati, il dolore umano della guerra.
 
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