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Scritto da insideover.com   
Martedì 02 Febbraio 2021 00:29


Si ritorna, più o meno, al 1914

L’Azerbaigian e la sua exclave, Nakhchivan, prossimamente potrebbero essere unite da un collegamento diretto. La costruzione di una linea ferroviaria unente Baku e Nachkhivan era uno dei punti-chiave dell’accordo di cessate il fuoco dello scorso 9 novembre e il prelibato appalto è stato ipotecato in tempi record dalla Turchia.
L’elevato interesse di Ankara per la Nakhchivan-Baku è legato e dovuto all’anelo del cosiddetto “corridoio panturco“, un ambizioso progetto geopolitico e infrastrutturale che, se effettivamente realizzato, amalgamerebbe l’Anatolia e il Turkestan in un tutt’uno avente come capitale la Sublime Porta e come capoluogo Nur-Sultan.

L’importanza della tratta
Le autorità turche e azerbagiane hanno riesumato il progetto della linea ferroviaria Nakhchivan-Baku all’indomani del cessate il fuoco e hanno in serbo grandi piani: la tratta verrà collegata alla già esistente Baku-Tbilisi-Kars, rientrando in un quadro infrastrutturale molto più ampio, a proiezione regionale, che incrementerà l’interdipendenza tra le economie e i mercati di Turchia, Azerbaigian e Asia centrale.
Nel medio e lungo periodo, infatti, la maggiore interconnessione tra Anatolia e Caucaso meridionale potrebbe avere implicazioni considerevoli in un’area geografica molto più vasta – inglobante Iran, Pakistan e Asia centrale – e a sua volta collegata all’Unione Economica Eurasiatica e alla Nuova Via della Seta.
In breve, la Nakhchivan-Baku riveste un ruolo pivotale ed indispensabile all’interno del cosiddetto corridoio panturco, un ambizioso progetto geopolitico e infrastrutturale con il quale Ankara vorrebbe creare un tutt’uno tra l’Anatolia e il Turkestan e che potrebbe beneficiare della realizzazione dei progetti di integrazione transcontinentale portati avanti da Russia e Cina.

L’obiettivo è l’Asia centrale
Il corridoio del Nakhchivan è il primo passo di un lungo tragitto che dovrebbe culminare, nei piani della dirigenza turca, nella costituzione di un ordine regionale turco-centrico ed esteso dall’Anatolia all’Asia centrale. Ankara sarà la capitale di questa realtà e Baku sarà il punto di collegamento tra le due sponde del Mar Caspio, ma il cuore pulsante dell’intera rete sarà Nur-Sultan, incuneata perfettamente e a metà strada tra i mondi russo, turcico e cinese, nonché futura centrale elettrica del Turkestan.
L’obiettivo turco, del resto, sin dalla fine dell’epoca sovietica, è stato il raggiungimento di Nur-Sultan attraverso i porti azeri siti nel Mar Caspio; uno scenario che, oggi più che mai, potrebbe essere prossimo alla realizzazione per via di una serie di circostanze fortunate e di mosse intelligentemente studiate nello scacchiere asiatico da parte di Ankara.
La Turchia, accedendo ai porti azerbagiani sul Caspio attraverso il corridoio del Nakhchivan, potrebbe importare ed esportare da e verso Turkestan e Cina aggirando Russia e Iran, riacquistando, de facto, l’antico e storico ruolo di tramite tra Europa ed Asia. La riduzione di tempi e costi di trasporto fra Anatolia e Asia centrale, a sua volta, non potrebbe che galvanizzare l’interscambio tra le due aree ed incentivare investimenti, associazioni temporanee e turismo, con il risultato complessivo di approfondire l’integrazione economica regionale.

 

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