Saltimbanchi in trincea |
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Scritto da Massimo Fini |
Martedì 31 Agosto 2004 01:00 |
Fino a ieri la guerra era terribile, ma era ancora una cosa seria. I giornalisti raccontavano i fatti senza indulgere in volgari personalismi. La Croce Rossa aiutava silenziosamente tutti i feriti, e per questo era rispettata. Ora, nel pieno della società dello spettacolo, tutto diventa occasione per fare audience, per apparire, per esibirsi. Ed alla tragedia si affianca la farsa. ![]() Tutto cambia. E sempre in peggio. Nemmeno la Croce Rossa è più la Croce Rossa. La polemica fra il commissario della Croce Rossa italiana, Maurizio Scelli, e il capo-missione in Iraq, Giuseppe De Santis accusato dal primo di essersi "gasato" e di aver dato luogo con la propria imprudenza a quella di Enzo Baldoni, è un penoso esempio di personalismi, di esibizionismi, mediatici e non, di giochetti di piccolo potere interno. Un tempo la Croce Rossa Internazionale era un organismo impersonale e anonimo il cui unico compito era quello di soccorrere e di curare i feriti di entrambi i cont |
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