Scritto da ansa
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Lunedì 20 Dicembre 2004 01:00 |
Al Zarqawi nuovo Babau per gli occidentali. Bin Laden visto e rivisto in tv non terrorizzava più abbastanza; ora magari lo prenderanno pure. NEW YORK, 19 DIC - Abu Musab al Zarqawi e' 'il volto del terrore' del 2004 secondo il settimanale americano Time. Il leader vicino ad al Qaida viene definito 'il nuovo incubo dell'America' perche' 'ha trasformato l'insurrezione in Iraq in una guerra santa''. Zarqawi e' stato inserito tra 'le persone che hanno contato' nell'anno che sta per concludersi sul numero in edicola domani dedicato alla 'Persona del'Anno' 2004, il presidente George W. Bush. |
Scritto da ansa
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Lunedì 20 Dicembre 2004 01:00 |
In 180, con extracomunitari e pubblici ufficiali al seguito, sono andati per le discoteche di Parigi a cercare qualche persona non ancora omologata da arrestare. Cercavano razzisti... PARIGI,20 DIC- L'associazione SOS razzismo ha organizzato in circa 90 discoteche di Parigi e provincia un'operazione per individuare casi di razzismo. Circa 180 persone, militanti o vicine all'organizzazione, si sono divise in piccole squadre formate da giovani di origine europea e maghrebina, alcuni accompagnati da funzionari pubblici. Un bilancio provvisorio su scala nazionale ha rivelato che vi sono stati numerosi casi di persone rifiutate all'ingresso dei locali notturni, a Parigi come in provincia. |
Scritto da http://www.unita.it/index.asp
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Domenica 19 Dicembre 2004 01:00 |
Adesso psicoanalizzano Gollum. Gli si trova comunque una personalità. Se invece psicoanalizzassero i politici…  Da un'analisi compilata da un gruppo di trenta studenti di medicina dell'University College di Londra e pubblicata sul British Medical Journal, emerge che Gollum del Signore degli Anelli era ipertiroideo e con problemi psicologici.
Chissà se facessero il test ai nostri governanti cosa ne uscirebbe fuori...
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Sugli schermi diventano eroi |
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Scritto da Alessandra Farkas
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Domenica 19 Dicembre 2004 01:00 |
Hollywood affronta per la prima volta l’ultimo conflitto in Iraq Harrison Ford generale nella battaglia di Falluja
Sarà sullo schermo l’ufficiale che guidò l’attacco Usa, Jim Mattis. Un nuovo Rambo per salvare la faccia ? .jpg" border="0" align="left" />NEW YORK - I cadaveri carbonizzati di quattro civili americani vengono impiccati a un ponte sull'Eufrate, tra le grida selvagge di una folla impazzita che ha fatto scempio dei loro corpi, trascinandoli per le strade di Falluja. Il massacro che nel marzo scorso traumatizzò l'America, scatenando il primo assalto di marines contro la polveriera del triangolo sunnita, segnerà l'inizio di «No true Glory: The Battle for Falluja»: il film che la Universal Picture inizierà a girare all'inizio del prossimo anno. A conferire autorevolezza a ciò che Hollywood definisce con orgoglio «il battesimo cinematografico dell'Iraq 2» è Indiana Jones in persona. Harrison Ford ha accettato di interpretare il ruolo del generale dei marines Jim Mattis. E’ l’uomo che ha guidato la prima divisione dei marines durante l'attacco Usa contro l'Iraq; l'artefice della filosofia secondo cui l'America deve conquistare i cuori della gente, per assicurarsi una vera vittoria sul campo. La pellicola sarà forse una tirata anti-bellica e anti-Bush della Hollywood democratica in odore di vendetta? Niente affatto, sostiene la bibbia dello spettacolo «Variety», secondo la quale il film promette di raccontare la guerra «dal punto di vista dei soldati e dei politici americani», ignorando del tutto o quasi il massacro dei civili iracheni mostrato quotidianamente dai media arabi. «The Battle for Falluja» è ispirato infatti all'omonimo libro di Francis «Bing» West: ex marine in Vietnam, ex vice ministro alla Difesa nell'amministrazione Reagan, oggi corrispondente di Guerra per Slate.com. West, autore di ben quattro libri di guerra, spiega così la filosofia del film: «Quando l'America ha bisogno di compiere un duro lavoro, chiama i marines: la macchina per uccidere più letale del mondo, ciò di cui ha bisogno il Paese in battaglia. I marines non perdono la loro umanità nel processo, né il loro sonno quando premono il grilletto». Qualcuno ha fatto notare che questa visione manichea della guerra - americani buoni, ribelli iracheni cattivi - contraddice lo spirito pacifista ostentato da sempre dal 63enne Harrison Ford. Che, oltre a essere uno degli sponsor più generosi del partito democratico, ha sempre criticato il presidente George W. Bush e la sua «guerra ingiusta». «Sono molto turbato dalla piega che sta prendendo la politica estera americana» aveva detto l'attore nella sua ultima trasferta europea. In quell'occasione la star aveva provato addirittura a mettersi nei panni dei ribelli iracheni, spiegando che «noi americani dobbiamo fare qualcosa per alleviare le condizioni che hanno creato un Medio Oriente che ci odia». Come farà Ford a conciliare queste sue idee con un film che promette un trionfalismo a stelle e strisce molto simile a quello esibito da I Berretti verdi , il film con John Wayne che nel 1968, sette anni prima della fine ufficiale della guerra, inaugurò la stagione delle pellicole sul Vietnam? Secondo gli addetti ai lavori, il vero problema che aspetta i produttori Michael Shamberg e Shacey Sher e il regista (il cui nome non si conosc |
Yoghi e Bubu alla ricerca della dignità perduta |
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Scritto da Google
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Sabato 18 Dicembre 2004 01:00 |
Il cinema internazionale privo di contenuti si piega alla logica consumistica. L'ultimo film di Eytan Fox racconta una storia omosessuale sotto le armi nell’esercito israeliano. Edificante quadretto  Non c'e' sole e sabbia attorno a quell'avamposto ai confini fra Israele e Libano, ma tanta neve. Fuori, soltanto il silenzio, l'attesa di un nemico, di una minaccia quasi astratta come un'inevitabile maledizione; che non vedremo mai concretizzarsi, perlomeno alla maniera dei telegiornali. Dentro, la claustrofobia dei cunicoli del bunker; e le radioline, con l'ultimo successo della star in voga nelle discoteche di Tel Aviv frequentate fino a ier sera. E una love story gay, osteggiatissima sotto le armi, poiché oltretutto fra un capitano ed il proprio subalterno; e varie schermaglie etero, poiché le belle israeliane vengono arruolate spedite pure loro al fronte? Storielle sentimentali, perdute come i loro semiseri (si pensa talora al MASH del primo Robert Altman) protagonisti in un dramma più grande di loro? Soltanto agli occhi più sbadati. Perché la camera è a spalla, e non soltanto per giravoltare più o meno gratuitamente; la pellicola è sgranata, e non per una futile esercitazione da falso documentario. C'è una libertà del filmare, una leggerezza, ed al tempo stesso una gravità commossa, in questo YOSSI & YAGGER. Che rappresenta una sorta di piccolo miracolo all'interno della greve, catastrofica impotenza con la quale il mondo si confronta al problema israeliano. Libertà degli attori, catturati tutti senza artifizi. E libertà salutarmente sorprendente, disinibita ed egualmente vera e delicata, nella rappresentazione dei rapporti etero, per non dire di quelli omosessuali. Finisce allora per esserci silenzio e musica, tensione ed umorismo, disinvoltura e commozione in un film nel quale Eytan Fox si ritrova egualmente a proprio agio nei toni scanzonati come in quelli drammatici; nei momenti sospesi della commedia come in quelli angosciosi dell'azione. L'uscita di questo film diretto da un regista di Tv movies e interpretato da qualche idolo televisivo pare sia bastata per suscitare immensa riprovazione e conseguente logica affluenza ai botteghini in patria. Desideri omo ed etero, storie di amore e morte in un connubio che pure vanta qualche precedente, pare abbiano poco a che fare con i discorsi più seri. Nel caso ne dubitassimo, tutto il mondo è paese.
Edificante quadretto ! |
Scritto da Agi
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Sabato 18 Dicembre 2004 01:00 |
Ammazza una donna incinta e le strappa via il feto. Succede in America. La donna mostro che ha commesso il crimine ha lo stesso cognome del generale inglese che diresse l’occupazione italiana da parte del nemico  Kansas City, 18 dic. - L'Fbi ha impiegato meno di 24 ore per risolvere il giallo che ha sconvolto Kansas City: l'uccisione di una donna incinta e il rapimento della bambina che portava in grembo. La neonata e' stata trovata, viva e in buona salute, in casa di una coppia di Melvern, nel Kansas orientale, ventiquattr'ore dopo che Lisa Montgomery, 36 anni, aveva ucciso la madre della piccola, la ventitreenne Bobbi Stinnet per strapparle il feto. Secondo Todd Graves, procuratore di Kansas City, la Montgomery era rimasta sconvolta da un aborto recente ed era alla ricerca di una donna incinta alla quale rubare il bambino. Era entrata in contatto con la Stinnet - incinta di otto mesi - via internet con la scusa di voler acquistare uno dei terrier che la giovane allevava. Una volta raggiunta la fattoria di Skidmore, nel Missouri, dove la donna abitava, Lisa Montgomery l'ha aggredita e uccisa e le ha praticato un taglio sul ventre per sottrarle la bambina. Il cadavere della Stinnet e' stato trovato dalla madre che ha dato l'allarme. In poche ore l'Fbi e' riuscita a ricostruire gli ultimi incontri della vittima ed e' risalita a un indirizzo internet corrispondente a Lisa Montgomery. Il marito della presunta assassina, Kevin, ha riferito agli agenti che la moglie gli aveva raccontato di aver dato alla luce la bambina "inaspettatamente". La Montgomery, che ha altri due figli, rischia la pena di morte.
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Scritto da Agi
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Sabato 18 Dicembre 2004 01:00 |
Oltre mezzo milione di stupri in Italia. La discordia e l’incomunicabilità portano anche a questo. Negli eserciti dell’Asse i (pochi) colpevoli vennero fucilati. Gli alleati, spesso, li premiavano.  Sono piu' di mezzo milione ed esattamente 520 mila, le donne, tra i 14 ed i 59 anni, vittime della violenza sessuale compiuta con stupro o tentativo di stupro. Lo rivela l'indagine Istat 'Sicurezza dei cittadini' svolta nel 2002 su un campione di 60.000 famiglie per un totale di oltre 22 mila donne di eta' compresa tra 14 e 59 anni. Il fenomeno della violenza sessuale sulle donne e', secondo l'indagine Istat, "in estensione". Allo stupro e tentativo di stupro si aggiungono le molestie sessuali: circa la meta' delle donne in eta' 14-59 anni (9 milioni 860 mila, pari al 55,2%) ha subito almeno una molestia a sfondo sessuale. E tra le molestie, quelle verbali e telefoniche sono le piu' diffuse (rispettivamente il 25,8% e il 24,8% delle donne in eta' 14-59 anni) seguite da pedinamento e atti di esibizionismo (entrambi quasi il 23%) mentre toccano il 20% circa le molestie fisiche. Chi sono gli autori delle violenze 'psico-fisiche' consumate o tentate sulle donne? Sono persone conosciute se non addirittura intime: soltanto il 18,3% delle vittime - evidenzia l'indagine - e' stata violentata da un estraneo ed il 14,2% da un conoscente di vista. Per il resto, il violentatore e' un amico (23,5%) o il datore di lavoro o un collega (15,3%), poi c'e' il fidanzato o un ex fidanzato (6,5%), quindi il coniuge o ex coniuge (5,3%). Per le violenze consumate, l'autore e' un amico della vittima (23,8%) il coniuge o convivente (20,2%) e il fidanzato o l'ex fidanzato (17,4%), mentre le violenze da parte di estranei riguardano appena il 3,5% delle donne che hanno subito violenza sessuale. Dunque i luoghi piu' a rischio per una donna tra i 14 ed i 59 anni sono quelli piu' familiari: il 15,8% delle vittime ha subito violenza, tentata o consumata, a casa propria; l'11,8% al lavoro o negli spazi circostanti; il 9,3% a casa di amici, di parenti o di conoscenti e un ulteriore 6,9% a casa dello stesso aggressore.
Oltre mezzo milione di stupri in Italia. Per falsata che sia la cifra a causa di denuncie fantasiose o isteriche è probabilmente inferiore alla realtà se si considerano i casi non denunciati. La discordia e l’incomunicabilità portano anche a questo. Negli eserciti dell’Asse i (pochi) colpevoli vennero fucilati. Gli alleati, spesso, li premiavano. |
Scritto da Il Messaggero
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Venerdì 17 Dicembre 2004 01:00 |
Sempre più numerosi gli infermieri che uccidono i pazienti. E andrà sempre peggio con il traffico di organi e le leggi sulle donazioni.  Sono chiamati a difendere la vita ma, talvolta, portano la morte. Frequentano da anni le corsie, hanno una consuetudine con la sofferenza, sono medici o infermieri ma forse dovrebbero essere annoverati tra i pazienti. Nella loro mente tanto dolore provoca sconquassi. Forse cercano una risposta, per quanto assurda, alla perdita di speranza. Forse sono solo pedine dei propri fantasmi. Non è la prima volta che un camice bianco diventa serial killer: una patologia (o crimine secondo i punti di vista) tipica, si ripete con modalità analoghe in paesi diversi ma in contesti simili, gli ospedali appunto. La casistica annovera autentici recordman come Harold Shipman, apprezzato professionista britannico, occhialetti e barbetta da medico umanista, capelli bianchi, sposato e padre di quattro figli. In 23 anni ha ucciso 215 pazienti con iniezioni di eroina e morfina. Non ha mai spiegato i motivi delle sue gesta. All’inizio di quest’anno ha portato a termine il suo ultimo omicidio, si è impiccato in una cella dello Yorkshire. In un libro intitolato ”Le mie confessioni” l’infermiera Christine Malevre, 28 anni, in forze in un ospedale parigino, riconosceva di aver «aiutato a non soffrire più e ad andarsene in pace» diversi pazienti iniettando nelle loro vene massicce dosi di antidolorifici. Il suo macabro conteggio ammetteva otto casi anche se la giustizia l’ha sospettata di una trentina di omicidi compiuti per via endovenosa nel giro di pochi mesi, tra il ’97 e il ’98: in primo grado condanna a dieci anni. E’ andata peggio a Lucy De Berk, spedita all’ergastolo nel marzo 2003 da un tribunale dell’Aja, sue vittime preferite i vecchi e i bambini, i pazienti più deboli, li finiva con cocktail di morfina e potassio. Anche l’ungherese Timea Faludi è entrata di diritto nella sinistra schiera degli angeli neri: per la sua capigliatura corvina, per gli abiti scuri ma soprattutto perché nei reparti dove lavorava come infermiera i lutti si moltiplicavano. Era spinta a uccidere da una sorta di compulsione, ha spiegato la 41 enne nurse. Il tribunale di Budapest l’ha riconosciuta colpevole di quattro dei tredici omicidi che l’avevano portata l’anno scorso davanti ai giudici e per i quali sta scontando nove anni. L’”angelo della morte” romano si chiama Alfonso De Martino, infermiere, responsabile di aver somministrato a tre pazienti, tra il ’90 e il ’93 in un ospedale di Albano, flebo al curaro. Sta scontando l’ergastolo. «Sono malati di onnipotenza spiega lo psicoanalista David Meghnagi si sostituiscono a Dio, si arrogano il diritto di somministrare la morte ai propri simili. Persone troppo a lungo a contatto con la sofferenza e incapaci di elaborarla. Ci vorrebbe maggiore sostegno psicologico negli ospedali». In altri casi qualche medico, ricorrendo a volte ad azioni plateali, si è battuto per la legalizzazione dell’eutanasia: come Jack Kevorian, nel ’98 negli Stati Uniti ha ucciso davanti alle telecamere un paziente consenziente. E’ stato incriminato per omicidio. L’italiano Giorgio Conciani fu invece radiato dall’albo dei medici, prescriveva ai malati senza speranza farmaci capaci, in dosi massicce, di provocare la morte. Era un convinto sostenitore del diritto di morire. Quando ha saputo di essere gravemente ammalato, nel 1997, si è impiccato a una trave di casa. |
Solo i neonati non guidano |
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Scritto da Corriere della sera
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Venerdì 17 Dicembre 2004 01:00 |
In Italia c’è il maggior numero di auto pro/capite dell’intero pianeta.
Status symbol ma anche ferrovie inadeguate, frutto della dittatura Fiat che ci ha gettati nel terzo mondo. Da ricchi e viziati però  La densità di automobili in Italia é la maggiore d'Europa, con 1,69 abitanti per autovettura. Il teritorio del Bel Paese é sempre più cosparso di lamiere, molto più che negli altri paesi dell'Unione. Secondo una ricerca compiuta dall'Osservatorio Autopromotec, istituto di ricerca di settore, l'Italia precede l'Islanda (1,73), la Germania (1,83), la Svizzera (1,93) e la Gran Bretagna, con un rapporto di 1,98 abitanti per autovettura. AFFARI - Non sembra lontano il giorno in cui ciascun italiano circolerà con un'auto propria, alla faccia della salvaguardia ambientale e del traffico ingestibile. Secondo quanto emerge dalla ricerca le autovetture circolanti sono cresciute del più 15,5% nel corso degli ultimi dieci anni, passando dai 29,7 milioni di unità del 1994 ai 34,3 milioni del 2003. Il ritmo delle immatricolazioni di auto nuove è costante e nel 2003 gli italiani hanno speso 41,1 miliardi di euro per l'acquisto di oltre 2,2 milioni di autovetture nuove e 12 miliardi di euro per acquistare 3 milioni di vetture usate. REGIONI - Lo studio delinea anche la graduatoria nazionale della maggior densità automobilistica nelle venti regioni italiane. Nella classifica nazionale per regioni la maggiore densità automobilistica spetta alla Valle D'Aosta (1,03), seguita dal Lazio (1,46), dall'Umbria (1,53), dal Piemonte (1,56) e dalla Toscana (1,60). Negli ultimi cinque posti della graduatoria delle regioni italiane con un minor rapporto abitanti/autovetture si collocano invece: la Puglia (1,96), la Basilicata (1,94), la Calabria e la Liguria (entrambe con un rapporto di abitanti per autovettura di 1,89) ed il Molise (1,85). E' probabile dunque che le «domeniche a piedi» che ora sollevano tante discussioni, nelle città italiane diventeranno sempre più frequenti. |
Dottore, con i soldi di papà. |
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Scritto da lastampa.it
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Mercoledì 15 Dicembre 2004 01:00 |
A Roma lauree comprate; una pratica sempre più di moda in una cultura frettolosa e superficiale, moralista ma mai etica. Sessant'anni di antifascismo si sentono eccome. Diventare dentisti? Costava 400 milioni di vecchie lire. Tanto hanno speso decine di aspiranti professionisti che, attraverso un paio di società, hanno acquistato una laurea in odontoiatria corrompendo docenti e funzionari dell' Università di Roma. Lo ha accertato un' inchiesta dei carabinieri del Nas che ieri ha portato a 41 perquisizioni in tutta Italia.
Quindici professori titolari di cattedre a «La Sapienza» (facoltà di medicina e chirurgia) e «Roma III» (scienze della formazione) sono stati indagati e in alcuni casi sospesi. I militari hanno visitato studi medici e case private a Torino, Milano, Roma, Napoli, Catania, Alessandria, Cuneo, Bergamo, Como, Biella, Treviso, Pordenone, Pesaro, Urbino, Forlì, Cesena, Massa, Carrara, Perugia e Benevento, prelevando anche della documentazione all' ateneo di Catania. «Le università non sono corresponsabili degli episodi delittuosi», ha precisato il colonnello Leopoldo Maria Dè Filippi, comandante del gruppo antisofisticazioni di Milano.
Coordinata dalla procura di Torino e svolta in massima parte dai carabinieri del Nas di Cremona, l'inchiesta, che in totale conta finora 99 indagati, tra professori, sedicenti dentisti, funzionari, ha portato alla luce un vero e proprio mercato delle lauree e dei diplomi facili gestito dal Gruppo Lange, una società di orientamento ai corsi universitari con sede a Grugliasco (Torino), e dal romano Ispeu, per cui tramite gli studenti cominciavano il loro percorso accademico.
L' aspirante dottore (una sessantina gli «odontoiatri» coinvolti, molti dei quali hanno già dovuto chiudere lo studio) veniva guidato passo dopo passo verso la fine del corso: preparavano i verbali per esami che non aveva mai sostenuto, e per quelli che doveva affrontare gli spifferavano in anticipo le domande. Arrivavano anche a confezionargli la tesi. C'era il tariffario: medicina legale costava tremila euro, chimica quattromila. I docenti e gli impiegati amministrativi venivano ricompensati con uno stipendio mensile (mille euro) o con mance e regali: un ex preside di sociologia avrebbe ottenuto un viaggio premio a Los Angeles.
Per pianificare l'imbroglio i protagonisti si incontravano nei grandi alberghi della capitale, oppure parlavano tra loro al telefono servendosi di un linguaggio in codice: «Libri» o «Volumi» erano i termini usati - secondo gli investigatori - per mettere a punto le commissioni d'esame, le domande, l'organizzazione di master.
Il primo atto dell' inchiesta risale allo scorso luglio, con l' arresto di Carmine Langellotti, responsabile del Gruppo Lange e di altre dieci persone. Si era scoperto che la società rilasciava falsi attestati di igienista dentale e reclutava i futuri «dottori» (qualcuno risultato addirittura in buona fede) facendo figurare che avessero ottenuto delle lauree in paesi stranieri come la Svezia, la Costa d'Avorio, la Jugoslavia. Poi, per fargli ottenere il titolo di odontoiatra, li passava all'Ispeu, che si avvaleva di misteriosi personaggi che frequentavano i corridoi delle università per contattare il personale.
I carabinieri hanno accertato che uno studente, iscritto al sesto anno di medicina a «La Sapienza» grazie a un fittizio «percorso universitario» svolto nella balcanica Nis, non aveva nemmeno il diploma di scuola media superiore.
Tra i docenti che compaiono nell' inchiesta figurano Gianna Marrone (Roma III), Paolo De Nardis, Maria Antonietta Ruggiero, Carlo Mancini e Susanna Agostani (La Sapienza); ci sono anche due medici dl Policlinico Umberto I.
Il pm Anna Maria Baldelli procede per associazione per delinquere, corruzione, truffa, ricettazione, falso e millantato credito. |
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