Scritto da brc - cds
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Martedì 07 Dicembre 2004 01:00 |
In un affresco rinvenuto 4 anni fa in una fonte a Massa Marittima scoperto un «manifesto politico» medievale: un albero al quale streghe appendono organi sessuali maschili tagliati mentre intorno svolazzano aquile nere imperiali  MASSA MARITTIMA (Grosseto) - Un albero al quale le streghe appendono peni tagliati mentre intorno svolazzano aquile nere imperiali. Un po' greve: al confronto l'accusa di «mercenari» lanciata da Romano Prodi ai giovani attivisti di Forza Italia è come un buffetto sulla guancia. Secondo lo studioso inglese George Ferzoco, direttore del Centro studi toscani dell'Università di Leicester, esperto di arte toscana medievale, si tratta del primo «manifesto politico» della storia. ALBERO DELLA FERTILITÀ - In apparenza l'affresco, datato al XIII secolo, rinvenuto quattro anni fa sulla parete della fonte Nova risalente al 1265 a Massa Marittima, in provincia di Grosseto, è simile a molti altri di epoca medievale che rappresentano «l'albero della fertilità o dell'abbondanza», abbastanza comuni in Toscana. Ma osservando da vicino l'albero al centro dell'opera, si nota qualcosa di particolare: sui rami non ci sono frutti, ma 25 organi sessuali maschili stilizzati di differenti forme e dimensioni, compresi di testicoli. Gli alberi a forma di fallo dipinti sulle pareti delle fonti rappresentavano in epoca medievale un simbolo di fertilità legato all'acqua. Secondo Ferzoco, però, quello di Massa Marittima in particolare rappresenta un programma politico preciso.
UN MESSAGGIO DEI GUELFI - «È un messaggio dei guelfi (sostenitori del Papa, ndr) contro i ghibellini (sostenitori dell'imperatore, ndr). La fazione guelfa intendeva dire a chi frequentava la fonte che se gli avversari fossero andati al potere, avrebbero diffuso idee eretiche, perversioni sessuali, stregoneria e guerra civile», spiega Ferzoco. All'epoca dell'affresco Massa Marittima era controllata dai guelfi, e l'accusa che sovente lanciavano ai ghibellini era proprio quella di essere degli eretici. E gli eretici, secondo le credenze medievali, praticavano anche la sodomia. «L'albero con i falli appesi è di difficile interpretazione per noi, ma per chi viveva nel Duecento in Toscana era un simbolo preciso», dice Ferzoco. «Cose che per noi sono oscene, allora erano perfettamente normali e usare un fallo in un messaggio politico non era scandaloso».
STREGHE - Lo studioso britannico identifica come streghe le donne sotto l'albero, una delle più antiche rappresentazioni di streghe di tutta l'arte occidentale. Una di loro, inoltre, è nell'atto di aggiungere con un bastone un fallo a un ramo dell'albero. «All'epoca in Toscana era diffusa una leggenda secondo la quale le streghe tagliavano gli organi sessuali agli uomini e li mettevano nei nidi degli uccelli, dove avrebbero preso vita e si sarebbero moltiplicati». Accanto a lei un'altro donna viene sodomizzata da un enorme fallo, mentre sopra la sua testa c'è l'aquila imperiale. Alla loro sinistra due donne litigano e si prendono per i capelli. Gli studi sull'affresco sono stati recentemente pubblicati in un volume dell'Università di Leicester nella collana «Toscana Studies» presentato lunedì a Londra all'Istituto italiano di cultura.
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Scritto da ansa
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Martedì 07 Dicembre 2004 01:00 |
Ha sparato contro moglie, cognato, suocera e poi a se stesso. Non gli bastava uccidersi, voleva portare con sè i suoi "cari". Erano la sua robba! FAGNANO CASTELLO (COSENZA), 7 DIC- Ha sparato a moglie, suocera e un cognato poi ha rivolto l'arma contro se stesso. Sono tutti feriti. L'autore del gesto e' un pensionato di 74 anni. I feriti sono stati ricoverati nell'ospedale di San Marco Argentano. Il piu' grave e' proprio l'uomo che ha ferito i familiari: e' in pericolo di vita. Le condizioni degli altri tre feriti, invece, secondo i carabinieri, non sarebbero gravi. |
Scritto da lastampa.it
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Domenica 05 Dicembre 2004 01:00 |
Dopo l'Iraq Bush vuole eliminare Fidel Castro per conquistare anche Cuba. Risiko continua. Fra i tanti progetti per il secondo mandato, il presidente Bush ha quello di impegnarsi per la «liberazione di Cuba», ampliando il sostegno morale e politico al popolo cubano. Lo ha detto il capo dell'ufficio affari latino-americani del dipartimento di Stato Usa, Roger Noriega. Una volta che Fidel Castro non sarà più al potere, Washington sosterrà le prevedibili riforme politiche ed economiche.
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Scritto da Ansa
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Domenica 05 Dicembre 2004 01:00 |
Il polmone naturale del pianeta, il luogo di memoria di mondi ancestrali così perfettamente dipinto da John Boorman sugli schermi una ventina d’anni fa si avvia a scomparire. E noi con esso.  SAN PAOLO - Di Amazzonia intatta? Ne resta solo poco piu' della meta'. Questo il clamoroso risultato di uno studio satellitare brasiliano condotto sull'occupazione umana del territorio amazzonico, che va ben al di la' dei gia' preoccupanti dati appena annunciati sul disboscamento. Di foresta nativa vera e propria ne resta solo il 46,5 per cento a cui va aggiunto quasi un cinque per cento di vegetazione originale non forestale. Niente piu'. Il resto, o perlomeno un 47 per cento tolto il margine di errore dei sondaggi satellitari, e' gia' stato occupato dall' uomo e avrebbe ormai gli anni contati. I risultati ufficiali di questa ricerca firmata dall'Istituto Brasiliano dell'Ambiente e dell'Uomo dell'Amazzonia (Imazon) verranno annunciati in tutti i dettagli il mese prossimo, ma i dati piu' impressionanti della ricerca sono gia' arrivati alla stampa locale. Gli uomini e le sue strade, indicate queste come fattore di maggior rischio per il futuro dell'Amazzonia, hanno gia' invaso la meta' dei 4,1 milioni di chilometri quadrati del bacino idrografico amazzonico brasiliano, percorso da oltre 1300 fiumi. ''Il problema dell'Amazzonia va ben al di la' della frontiera del disboscamento - ha spiegato Carlos Souza, dell'Imazon -. Esiste infatti una zona di transizione gia' occupata dall'uomo che e' quella a maggior rischio di attacco ambientale. Quest' area, quasi quattro volte piu' estesa dell'altra, sta incominciando ad essere degradata. Per essa passano strade e le sue risorse forestali incominciano ad essere sfruttate in maniera non sostenibile''. Se negli ultimi 30 anni il 10 per cento della foresta e' andato in fumo o e' stato abbattuto dall'uomo, la costruzione di strade, la penetrazione di imprese per lo sfruttamento del legname, gli scavi minerari e l'occupazione selvaggia attorno ai centri principali, che si estende sempre per un raggio di almeno 20 chilometri intorno, stanno marcando il passaggio dell'uomo in un altro 37 per cento della regione. Secondo i ricercatori brasiliani e' questo il dato veramente preoccupante sul rischio globale amazzonico. Un'informazione che rende ancora piu' tragica la prospettiva di un'impennata della distruzione nel 2004 che la politica di potenziamento dell' agrobusiness, promossa dal presidente Lula, puo' portare a punte del piu' 500 per cento nel Para' e nel Mato Grosso, stati amazzonici piu' toccati dalla devastazione. Si potrebbe addirittura superare quest'anno il record dei 28 mila chilometri quadrati di foresta persa, raggiunto nel 1994. I fuochi di calore, che a livello satellitare denunciano gli incendi boschivi appiccati dall'uomo per farsi strada con queste coltivazioni, hanno coperto del 1996 al 2000 in media il 22 per cento dell'intero territorio amazzonico. E per la prima volta una piantagione su larga scala, come quella della soia, e' arrivata sulle sponde del Rio delle Amazzoni. |
Da Dresda ad Hiroshima, dal Cermis a Bhopal.... Assassini per Vocazione |
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Scritto da brc-cds
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Giovedì 02 Dicembre 2004 01:00 |
Una nube tossica provocò una catastrofe: decine di migliaia di morti
Bhopal vent'anni dopo. 555 dollari per il silenzio
I sopravvissuti aspettano i soldi della Union Carbide. In cambio l'impegno di smettere di protestare  BHOPAL -La tosse: per Arman, Raju e Ajju, che hanno 20 anni nel 2004, è la colonna sonora della loro vita. La tosse dei loro padri, delle madri, dei fratelli, delle sorelle, e dei vicini, oltre le sottili tramezze. Notte e giorno, estate e inverno, le pareti nude di casa riecheggiano i colpi di tosse. Non arriva e non arriverà mai quello liberatorio, quello che riuscirà a espellere il male dai bronchi sconquassati. Sopravvivere alla catastrofe chimica del 3 dicembre 1984 non è stato un grande affare: 240 mesi di tosse e fame e, adesso, 555 dollari e 55 centesimi a testa per smettere di protestare. Per lasciar finalmente sbiadire sui muri la scritta «Hang Anderson», impiccate Anderson, rinfrescata ancora ieri e riferita a Warren, l’ex amministratore delegato della Union Carbide, la fabbrica americana di pesticidi che ha trasformato una delle più belle e secolari città dell’India centrale in un assordante lazzaretto di tisici inguaribili. Venticinquemila rupie per smettere di lamentare cecità, nausee, vomiti e fitte al petto. Per lasciare che il mondo dimentichi il nome di Bhopal e le cifre mai precisate della strage. Tra i sedicimila e i trentamila morti, mezzo milione di superstiti malconci, 150 mila coi polmoni sfiniti e gli occhi cauterizzati dalla grande ustione chimica. E nessun processo per stabilire come sia accaduto. Arman, Raju e Ajju, classe 1984 come la fuga di 40 tonnellate di gas, sono amici d’infanzia, cresciuti insieme nelle strade di terra battuta e pozzanghere di Congress Nagar, il quartiere musulmano a sud del vecchio stabilimento. Il destino loro e del vicinato quella notte tra il 2 e il 3 dicembre fu deciso dal vento che inseguì i fuggitivi verso meridione, con la sua nube carica di isocianato di metile, lo sterminatore di parassiti campestri, implacabile ingrediente di una miscela brevettata dalla Union Carbide col marchio «Sevin». L’efficacia collaudata sugli insetti nei laboratori della Virginia occidentale diventò evidente, senza microscopio, ingigantita a misura d’uomo in India. Non erano cocciniglie e pidocchi a contorcersi nell’erba e nell’asfissia. Donne, uomini, bambini soffocavano nel loro sangue e nel loro vomito, bruciavano senza fuoco. Minuti, ore, giorni, mesi, anni: l’agonia si rivelò di proporzioni variabili. Proprio quanto le stime del disastro, delle conseguenze e delle responsabilità. E dell’impennata di tumori. Vent’anni di congetture, che ad Arman, Raju e Ajju non interessano granché: vogliono solamente 555 dollari e spiccioli ciascuno, al più presto. «Perché senza quei soldi non possiamo far nulla» dice Arman, il più loquace del terzetto, accovacciato sul pavimento di casa accanto al padre, Feroz, venditore di farina, che dorme avvolto in una vecchia coperta. Per i loro 1.666 dollari e rotti, i tre ragazzi hanno piani precisi e comuni: «Prima cure mediche private e poi il business». Il business? «Sì, un negozio. O un’altra attività, che ci permetta di farci anche una famiglia». Con una ragazza di Bhopal? «Quelle di fuori sono più sane - parla chiaro Arman, con un guizzo astuto negli occhi -. Molte ragazze qui invecchiano senza un marito. A meno che siano molto belle e molto ricche».
I tre amici riscuot |
Fermo, che poi diventi cieco! |
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Scritto da repubblica.it
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Giovedì 02 Dicembre 2004 01:00 |
Lezioni di morale puritana da George Bush: imbrogliare, mentire, bombardare, torturare, depredare, rapinare, inquinare va benissimo; ma il sesso, per l’amor di Dio, quello no!  ROMA - Tre anni di investimenti e programmi dell'amministrazione Bush per insegnare ai giovani americani che l'astinenza è la migliore misura contro malattie sessuali e gravidanze indesiderate. Il fatto è che agli adolescenti , secondo la relazione presentata da un membro del Congresso, il repubblicano Henry Waxman, i programmi finanziati dallo Stato forniscono "informazioni false, ingannevoli o distorte".
Non solo. Secondo l'associazione "Avvocati per la gioventù", i dati dimostrano che i circa 170 milioni di dollari all'anno, spesi per promuovere l'astinenza sessuale, nel periodo dal 1999 al 2003 non hanno portato nessuna diminuzione nelle gravidanze indesiderate o nelle infezioni sessualmente trasmesse. Gli adolescenti statunitensi, con 800mila gravidanze indesiderate l'anno e 20mila nuove infezioni da Hiv, sono i meno attenti ad evitare comportamenti sessuali a rischio tra i giovani del mondo occidentale.
La relazione del rappresentante della Camera ha sottolineato soprattutto che i corsi finanziati con il programma statale per l'astinenza dicono cose false. Agli adolescenti, sostiene, vengono fornite informazioni in aperto contrasto con quanto provato da scienziati del governo e si usano testi infarciti di opinioni del tutto personali, che vengono presentate come dati scientifici.
Ai ragazzi viene detto, per esempio, che "le donne che hanno avuto un aborto hanno maggiore tendenza al suicidio" e che il 10 per cento diventa sterile. Nel 2001, contesta Waxman, è stato edito un testo adottato anche da strutture statali per i test standard di ostetricia che riportava che la fertilità non è messa a rischio da un aborto volontario.
Ancora, secondo i testi dei programmi per l'astinenza, la reciproca masturbazione può causare gravidanze indesiderate. Uno dei compilatori dei manuali dei corsi ha ribattuto all'obiezione del rappresentante della Camera sostenendo che "c'è stata una cattiva interpretazione di una figura" e che il pericolo di restare incinta senza un rapporto sessuale, sebbene molto basso, è reale.
La relazione di Waxman ha puntato il dito contro errori madornali come l'affermazione che "il virus Hiv è trasmesso dal sudore o dalle lacrime", che l'uso del preservativo nel "31 per cento dei casi è inefficace nel prevenire la trasmissione dell'Aids in rapporti tra eterosessuali, e che "un feto di 43 giorni è una persona in grado di pensare".
Il presidente Bush ha più volte appoggiato con entusiasmo i movimenti che propugnano l'astinenza sessuale fino al matrimonio e ha già proposto di stanziare 270 milioni di dollari per programmi di questo tipo nel 2005. Gli oppositori di Bush, per bocca del rappresentante Waxman, sostengono che non hanno obiezioni "alla proposta dell'astinenza come rimedio alle gravidanze indesiderate e alle infezioni sessualmente trasmesse" ma che non ritengono "che si debbano insegnare menzogne ai propri figli". "C'è qualcosa di profondamente sbagliato - conclude Waxman - quando i soldi dello Stato sono spesi per ingannare i ragazzi su questioni basilari della loro salute".
(2 dicembre 2004)
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Il politicamente corretto non incanta più |
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Scritto da repubblica.it
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Mercoledì 01 Dicembre 2004 01:00 |
A Roma un professore alla gogna: avrebbe insultato un bambino africano. Ma è la solita bufala. Solo che stavolta nessuno abbocca e tutti difendono il presunto “mostro”.  ROMA - La classe dello scandalo è al terzo piano di un edificio di via Serra, collina Fleming, Roma. Ma è uno scandalo dai contorni nebulosi. Di certo c'è solo l'accusa, gravissima, ad un maestro. Definito "razzista" dalla madre di un bambino di colore: "Da due anni insulta mio figlio per il colore della pelle, dice che puzza, e invita gli altri bambini a fare altrettanto". Eppure, gli altri genitori insorgono: "Non è vero niente". Perché nella scuola elementare Ferrante Aporti questa storia del razzismo non torna a molti. Anzi, non torna a nessuno. Né ai genitori, né agli insegnanti, nè ai bambini. Sarà perché a insegnare musica, nella stessa classe, lo stesso maestro sotto accusa ha chiamato un afroamericano. Sarà perché nella stessa classe c'è un'altra bambina di colore, che non si è mai sentita discriminata.
Sarà perché il legale che ha reso pubblica la vicenda si è ben guardato dallo sporgere denuncia alla magistratura, ma si è mosso soltanto attraverso i media. Prima le agenzie di stampa, poi i tg regionali, le cronache locali dei quotidiani e, infine, perfino Maurizio Costanzo.
Così la grancassa suona da ormai 48 ore. Raccoglie e amplifica la denuncia dell'avvocato Andrea Falcetta: "Non potevo tacere di fronte a questa ingiustizia". La mamma del bambino compare più volte in tv, e accusa il maestro di ogni genere di angherie, tutte a sfondo razziale, nei confronti del figlio: dagli insulti alle punizioni al limite del sadismo.
Eppure, qualcosa non torna. E basta stringere lo zoom su ciò che accade in quella classe elementare per scoprire in questa storia decine di incongruenze. Per esempio: nessun alunno della classe, in oltre due anni, ha mai raccontato di episodi di razzismo del maestro nei confronti del bambino "discriminato". E ancora: non c'è un solo genitore che abbia avuto anche solo il sentore di un atteggiamento del genere nei comportamenti dell'insegnante.
Strano, perchè quella terza elementare è una classe "aperta". Un paio di genitori fanno lezioni e laboratori, due volte a settimana, a stretto contatto con i maestri. Altri due hanno vissuto per mesi, sul finire dello scorso anno, gomito a gomito con gli insegnanti nella preparazione di una recita. Eppure nessuno, ma proprio nessuno, ha visto o sentito in giro razzismo.
Altrettanto strana è la storia di E. P., papà di una delle alunne, chiamato dai maestri (dunque anche dall'insegnante "razzista") a insegnare musica in classe. E. P. è un afroamericano. Perlomeno curioso che un maestro razzista chiami un nero ad insegnare ai suoi ragazzini. Talmente curioso che, mentre sui media l'insegnante viene addidato come una specie di "mostro", tutti i genitori stanno firmando una lettera di solidarietà all'insegnante. Si legge: "In oltre due anni non abbiamo mai riscontrato episodi di razzismo o di discriminazione nei confronti di un alunno o dell'altro, episodi che, se davvero si fossero verificati, avrebbero di certo provocato la nostra reazione pronta e sdegnata".
Qualcuno, fuori dalla scuola, si chiede se questo legale, prima di divulgare accuse così gravi, abbia fatto delle verifiche. Nessuna. Al telefono conferma che l'unica sua fonte è la madre del bambino e il bambino stesso. "Mi bastano le loro lacrime", dice. Poi aggiunge di non saper nulla della vita della classe. E infatti apprende da noi, per la prima volta, che c'è un maestro di musica afroamericano. Che in classe c'è un'altra bambina di colore, che in quell'aula ci sta benissimo. E sempre da noi viene a sapere, un po' stupito, ciò che pensano della faccenda gli altri genitori. Nessun dubbio, ora avvocato? "Rifletterò, certo, e se scoprirò che è tutto frutto di un equivoco, ne sarò ben lieto".
Ma intanto, la gr |
Scritto da Ansa
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Martedì 30 Novembre 2004 01:00 |
Continua la frenetica rincorsa al suicidio in terre nipponica. È la mortificazione moderna di una pratica unica e terrificantemente sublime  Continuano i suicidi collettivi in Giappone: ritrovati oggi altri 4 corpi. Complessivamente 11 persone si sono tolte la vita nel weekend. Dopo essersi date appuntamento via Internet in un 'patto suicida'. Sono 26 le persone che si sono suicidate in questo modo in due mesi. Il paese ha gia' un alto tasso di suicidi; ora l'effetto di amplificazione del fenomeno attraverso i media e la facilita' di entrare in contatto via internet con altri aspiranti suicidi sembra aver aggravato la situazione.
Continua la frenetica rincorsa al suicidio in terre nipponica. È la mortificazione moderna di una pratica unica e terrificantemente sublime. Per cogliere appieno la tragedia giapponese moderna nulla di meglio che l’opera di Yukio Mishima. In particolare “cavalli in fuga”
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Scritto da Ansa
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Martedì 30 Novembre 2004 01:00 |
In Usa le donne stressate sono subito vecchie. Non c’è da stupirsi: in quel way of life si passa dall’adolescenza all’anzianità senza mai esser maturi né fanciulli.  ROMA - Le donne stressate sono in media 'piu' vecchie di 10 anni' rispetto alla loro eta' anagrafica, infatti sulle loro cellule sono molto piu' marcati i 'segni' del tempo rispetto a coetanee meno stressate. La notizia, giunta sulle pagine della rivista dell'Accademia Americana delle Scienze 'Pnas', e' merito delle ricerche dell'equipe di Elissa Epel, dell'Universita' della California, a San Francisco. Per la prima volta, come supposto da molti esperti, si dimostra che lo stress, oltre ad angustiare la nostra quotidianita', ha effetti deleteri sul corpo tali da farlo invecchiare prima del tempo. Gli esperti hanno studiato lo 'stato di salute' del Dna di cellule immunitarie di 58 donne tra i 20 e i 50 anni, che lamentavano differenti livelli di stress psicologico nella loro vita quotidiana. Di tutto il campione, inoltre, 39 donne erano mamme di bimbi con malattie croniche quindi, ha spiegato la Epel, plausibilmente piu' stressate. I ricercatori hanno sottoposto l'intero campione a questionari di autovalutazione dello stress (per misurare la percezione soggettiva dello stress) ed hanno poi misurato oggettivamente lo stress considerando gli anni che ciascuna donna aveva speso fino a quel momento ad accudire i propri bimbi malati. Cosi' gli scienziati hanno visto che la percezione individuale dello stress e il livello di stress cronico per le mamme dei bimbi malati, sono entrambi correlati all'invecchiamento cellulare. In ambedue i casi nelle donne piu' colpite da stress le cellule esaminate apparivano in media dieci anni piu' vecchie dell'eta' anagrafica, ha riferito la Epel. Infatti le cellule mostravano tutti i segni tipici dell'invecchiamento: avevano le estremita' dei loro cromosomi, i 'telomeri', erano piu' corte e mancava un'adeguata quantita' dell'enzima protettivo dei telomeri stessi, la 'telomerasi'. Inoltre queste cellule manifestavano un forte stress ossidativo, anche questo un tratto tipico del peso degli anni. I telomeri sono come 'cappucci' protettivi che mantengono intatto il materiale genetico impedendo la perdita di Dna alle estremita' dei cromosomi. Sono quindi importantissimi per le cellule perche' la perdita di materiale ereditario sarebbe loro fatale. Via via che una cellula invecchia i telomeri si accorciano e diventano meno efficienti nell'assolvere al loro compito, cosi' alla lunga la cellula perde Dna fino a una condizione incompatibile con la sua vita. Numerosi studi, svolti in diversi laboratori del mondo con l'intento di svelare i segreti dell'invecchiamento, hanno dimostrato il nesso tra accorciamento dei telomeri, invecchiamento cellulare e invecchiamento anagrafico dell'individuo. In questo caso i ricercatori si sono invece chiesti se fattori psicologici negativi come lo stress influenzassero a loro volta il benessere fisico e accelerassero il normale processo di invecchiamento e hanno mostrato per la prima volta il legame tra stress e invecchiamento, elucidando anche i meccanismi biochimici mediante i quali lo stress cospira contro di noi. Al momento |
Scritto da ansa
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Lunedì 29 Novembre 2004 01:00 |
I colonizzatori impongono agli aborigeni il modello di vita occidentale distruggendo i loro costumi. E chi rifiuta la modern way of life finisce ammazzato o arrestato. SYDNEY, 29 NOV - 18 persone sono indagate per la sommossa scoppiata venerdi' a Palm Island, a seguito della morte di un aborigeno in una cella di polizia. Oltre 200 manifestanti hanno dato alle fiamme la stazione di polizia, il tribunale e gli alloggi degli agenti, che sono stati costretti a rinchiudersi nel vicino ospedale. Gli imputati, di eta' fra 18 e 52 anni, sono accusati di una varieta' di reati, dall'incendio doloso all'aggressione di poliziotti, dai danneggiamenti al furto con scasso. |
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