“Se lo avessero rilasciato subito gli americani Nick oggi sarebbe vivo”, ha detto Michael Berg, il padre.
Il 31 marzo agenti dell’Fbi avevano fatto visita a casa dei Berg a West Chester in Pennsylvania e chiesto ai genitori di confermare l’identità del figlio. Il 5 aprile, stanchi di non avere più notizie, i Berg si erano rivolti a un tribunale di Filadelfia denunciando le forze armate Usa per arresto illegale di un cittadino americano. Il giorno dopo Nick era di nuovo libero.
Ai primi di aprile in Iraq è cominciata la stagione dei rapimenti: il 9 aprile, l’ultimo giorno in cui il giovane ha parlato con casa, nove americani tra cui sette civili alle dipendenze dell’Halliburton, sono mancati all’appello.
Berg padre è un fervente pacifista, ma Nick non andava d’ accordo con lui. “Nick era per Bush. Per lui la guerra in Iraq era una guerra giusta che avrebbe portato la democrazia dove la democrazia non c’era”, ha detto Michael.