venerdì 19 Luglio 2024

Cavalié era meglio il bunga bunga

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored

alt
La boutade di Berlusconi contro l’Euro è efficacemente demagogica ma suicida

 

La recente esternazione di Berlusconi sulla possibile uscita dell’Italia dall’Euro è solo l’ennesima voce che si aggiunge a quelle già numerose, anche in una certa parte dell’area destroterminale, che auspicano tale soluzione.
In realtà, Berlusconi sbaglia due volte, la prima volta perché proprio sul presupposto della permanenza dell’Italia nell’Eurozona ha ceduto il potere a Monti e al quale peraltro assicura la maggioranza in Parlamento e la seconda perché l’uscita dall’Euro per l’Italia sarebbe relegare il nostro paese alla più completa marginalità politica ed economica.
Chi auspica e da mesi lavora per l’uscita dell’Italia dall’Euro ed il ritorno alla Lira , è proprio quella finanza di oltreoceano che speculando sui debiti sovrani, sta cercando in tutti i modi di affondare l’Euro, che si stava affermando come valuta alternativa al Dollaro, sui mercati di mezzo mondo .Il caos monetario in Europa è la “nostra primavera araba” in stile obamiano…
Non solo, l’Iraq e la Libia che avevano adottato l’Euro per le transazioni petrolifere, hanno fatto la fine che hanno fatto, anche per questo motivo.
In politica, ci si insegna che si parte da quello che si ha, non dalle ipotesi di scuola e tantomeno da quello che si vorrebbe ci fosse; ed oggi abbiamo l’Euro, in un’Europa non solo insufficiente dal punto di vista politico, ma addirittura contraria a quello che vorremmo. Ma da qui a gettare il ”bambino con l’acqua sporca “ e fare un rinunciatario quanto pericoloso salto all’indietro ce ne corre. Bisogna lottare per avere più Europa non per la frammentazione dello spazio europeo, in staterelli insignificanti ognuno con una moneta nazionale fluttuante sui mercati e magari ancorati al Dollaro, perché questo ci renderebbe ancora più vulnerabili di quanto non siamo.
A parte il prevedibile caos economico e sociale che ne deriverebbe, in un Paese come il nostro senza materie prime né un industria in grado di reggere la competitività internazionale, senza Europa saremmo preda di chiunque, cinesi e americani in testa , voglia  ridurci ad “espressione geografica”, buona solo per le vacanze estive e qualche affare mafioso. Una Colombia europea.
L’Europa per salvare se stessa, deve fare un passo in avanti e non indietro, lanciando una Confederazione politica degli Stati membri, con organismi decisionali comuni, con il controllo politico della BCE che deve essere in grado di battere moneta come la FED e prendendo tutte le misure necessarie per “blindare” lo spazio europeo: compresa l’adozione di una politica di dazi doganali per le merci e i capitali extraeuropei.
Ci si salva dalle sciagurate politiche di austerità e di tasse, proposte da diversi Governi europei, compreso il nostro, non procedendo in ordine sparso e abbandonando la locomotiva, ma promuovendo indipendenza e sovranità europea in uno spazio autarchico aperto ad est, verso la Russia, con al centro dell’asse la Germania che deve prendere l’iniziativa in tal senso.
Gli scriteriati attacchi, che da destra e da sinistra, in tono demagogico e superficiale, vengono rivolti alla Germania, dovrebbero essere di tutt’altro tenore e cioè per invitare i tedeschi ad accelerare il processo di Unione verso un blocco geopolitico in grado di competere con Cina e Usa.
L’affermazione di partiti antieuropei a sinistra come Syriza che puntano sull’ovvio e giustificato rifiuto di ampi settori della popolazione di essere ridotti in povertà da scellerate politiche iperliberiste in nome di tagli al deficit pubblico, sono da guardare con diffidenza se non con ostilità, da parte delle avanguardie più coscienti, così come quelle dei  partiti della “destra sovranista” che favoleggiano di fuoruscite dall’Euro, ambedue consapevoli o inconsapevoli agenti dei nemici dell’Europa.

E’ ora che gli europei  capiscano che guerra stiamo combattendo e chi ce l’ha dichiarata e soprattutto che disertare la battaglia non reca alcun vantaggio: le ricette per salvare l’Europa e farle compiere l’auspicato balzo in avanti ci sono, come dimostrano i punti elaborati dal gruppo di studio della rivista Polaris: l’alternativa è la disintegrazione europea con l’Italia che ne uscirebbe poltiglia.
 

 

Ultime

Progressi nel disagio demografico

Sarà più facile avere figli

Potrebbe interessarti anche