lunedì 1 Luglio 2024

Dugin in Italia

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Il più noto esponente del neo-eurasismo russo è stato di recente nel nostro paese per presentare l’edizione italiana di un suo volume. E per spiegarci che il nostro futuro si chiama Eurasia.

Alexander Dugin, il pensatore russo teorico del neo-Eurasismo,
è stato a Roma nelle scorse settimane per presentare l’edizione
italiana del suo saggio “Eurasia. La Rivoluzione Conservatrice in
Russia” pubblicato da Nuove Idee. L’opera di Dugin è, sino ad
oggi, ancora ben poco conosciuta in Italia se non in cerchia
abbastanza ristrette; fatto che non deve stupire, in quanto il
politologo russo si muove in un a direzione assolutamente
antitetica al conformismo vigente nella nostra cultura politica. E
tuttavia, l’Eurasismo non è solo un’ardita concezione teorica,
prodotto di un ristretto gruppo di letterati e sognatori. Al contrario
è una dottrina dalle radici antiche, che affondano nell’evoluzione
del pensiero degli “slavofili” del secolo XVIII, e che si è venuta,
poi, meglio definendo nel corso dell’800 e del primo `900, con
autori come Leontiev prima e poi, soprattutto, Lev N. Gumilev, il
grande studioso delle civiltà delle steppe eurasiatiche,
perseguitato durante gli anni oscuri del regime sovietico. Lo
stesso Dugin, che possiamo considerare il fondatore del
neo-eurasismo, ha conosciuto nell’ultimo scorcio dell’epoca
sovietica le persecuzioni e la detenzione forzata ­ in quanto
“dissidente” ­ in un manicomio. Ma è stato poi, anche, un fermo
oppositore del governo di Eltsin, della svendita della cultura e

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