venerdì 19 Luglio 2024

Quinto oro

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tiro al piattello

 

La gara di skeet olimpico femminile non c’è mai stata, a Londra 2012. C’è stata piuttosto la luminosa esibizione di talento puro di una ragazzina italiana di 20 anni: 99 piattelli rotti sui cento lanciati, colpi sparati con una costanza distruttiva quasi scientifica, record juniores, record del mondo e record olimpico infranti pure loro e soprattutto una medaglia d’oro splendente come un piccolo sole appeso al collo. Viene da Crevalcore Jessica Rossi, “anima di un’Emilia che tiene botta”, dice, e che “oggi, qui a Londra ha vinto anche lei una bella medaglia d’oro”.

Posata la carabina, liberatasi dagli abbracci del coach e dei “calamaroni” del Coni che erano piombati alle Barracks per prendersi qualche riflesso di quest’oro dolce dolce, Jessica raggiunge le telecamere che l’aspettano e le affronta con un sorriso che sbriciola quell’immagine da John Wajne che fino a quel momento, nascosta dietro gli occhialoni da sole, aveva mandato in giro per il mondo. “Da quando sono qui – dice – sono andata a letto tutte le sere pensando a una sola cosa: a me che tornavo in Emilia con questa medaglia. Per questo motivo quando ho sparato l’ultimo colpo e ho alzato lo sguardo verso il tabellone, la prima cosa che ho fatto è stata pensare alla mia Emilia e a tutta la forza che mi ha dato in quest’avventura”.

Una forza dimostrata largamente in tutta la gara, ma soprattutto quando, a oro ormai vinto ha sbagliato l’unico piattello di  una giornata perfetta. Ma il vantaggio, e soprattutto la supremazia tecnica dimostrata erano tali che non avrebbe avuto senso fare altro: “Mi sono messa a ridere”.
Le prossime ore saranno piene di cerimonie e riti. A partire dall’inno sul podio e dalle lacrime d’ordinanza. Poi ci sarà l’antidoping e le conferenze stampa e la serata a Casa Italia con gli altri atleti e i vip: “Ma la vera festa – racconta il suo fidanzato – la faremo quando torneremo a casa, a Crevalcore dove la sua gente non aspetta altro che riabbracciarla”.

Malgrado Napolitano, malgrado Draghi, malgrado Monti, malgrado Passera, malgrado Grilli, malgrado la Fornero, malgrado Abate, malgrado Prandelli, c’è un’Italia che non accenna ancora a morire.

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