venerdì 19 Luglio 2024

Quarto bronzo

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La ginnastica maschile non si smentisce e regala un’altra medaglia all’Italia. Il bronzo di Matteo Morandi, trentunenne di Vimercate, che alla sua terza Olimpiade, dopo un quinto e un sesto posto, ha finalmente centrato il podio negli anelli, è la ventisettesima della serie inaugurata da Alberto Braglia proprio a Londra, nel 1908. Arriva da una specialità di grande tradizione olimpica: si somma infatti agli ori di Francesco Martino nel ’24 e di Jury Chechi nel ’96, all’argento d Franco menichelli nel ’64 e ai bronzi di Giovanni Lattuada nel ’32 e dello stesso Chechi nel 2004, all’ultima gara della carriera del cosiddetto “Signore degli Anelli”. L’exploit del ginnasta di Vimercate, che si allena a Melzo, continua inoltre a testimoniare l’alto livello della scuola brianzola, che ieri aveva sfiorato il podio con Alberto Busnari nel cavallo con maniglie e che nel 2004 conquistò l’oro alla sbarra con Igor Cassina, il cui allenatore era proprio Maurizio Allievi, il tecnico di Morandi. Il fresco bronzo italiano non ha nascosto l’orgoglio, malgrado fino all’ultimo sia stato in corsa per l’argento, che è invece andato al favorito, il cinese Chen campione olimpico in carica, battuto proprio dall’ultimo concorrente in pedana, il brasiliano Nabarrete Zanetti. Al sudamericano, il primo a vincere una storica medaglia per il suo paese nella ginnastica, la giuria ha assegnato una vittoria controversa, ma Morandi ha gioito ugualmente. “Ora vorrei che l’Aeronautica, per la quale sono tesserato, mi facesse un regalo: un volo su un caccia, me l’hanno promesso. E’ un onore per me succedere tra i medagliati degli anelli a un simbolo come Chechi. Ho sperato nell’argento, ma l’importante, alla terza finale olimpica della mia carriera, era tornare finalmente a casa con qualcosa al collo. Questa medaglia per me pesa tre Olimpiadi, più quella che portarono via a Coppolino a Pechino, dove il bronzo l’avrebbe meritato lui e invece arrivò quarto”.

Malgrado Napolitano, malgrado Draghi, malgrado Monti, malgrado Passera, malgrado Grilli, malgrado la Fornero, malgrado Abate, malgrado Prandelli, c’è un’Italia che non accenna ancora a morire.

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