sabato 20 Luglio 2024

La ripresa è dentro di te

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A Palazzo Chigi ha avuto inizio il confronto tra il governo e i rappresentanti delle imprese per discutere “della produttività e della competitività per la crescita e l’occupazione”. Presenti il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il numero uno di Alleanza delle cooperative, Luigi Marini, e i rappresentanti di Rete imprese Italia (Giorgio Guerrini), Ania (Aldo Minucci) e Abi (Giuseppe Mussari). Per il governo ci sono il premier Mario Monti, i ministri dell’Economia, Vittorio Grilli, dello Sviluppo economico, Corrado Passera, del Lavoro, Elsa Fornero, oltre al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà.

 

Prima dell’incontro, Squinzi ha parlato di “autunno bollente” e ha detto chiaramente cosa gli industriali si aspettano dall’esecutivo: “provvedimenti concreti” per rimettere in moto consumi e produttività, individuando nella detassazione dei salari 1 una misura chiave. 

 

In un’intervista al Tg Norba 24, il presidente del Consiglio ha rimesso la palla nel campo avversario. “Molto della sorte dei lavoratori, degli imprenditori e del Paese” è nelle mani delle parti sociali italiane “e non solo e non tanto nelle mani del governo”. Secondo Monti, finora “poco è stato fatto in materia di costo del lavoro per unità di prodotto, innovazione nei meccanismi di determinazione di salari, recuperi di produttività, tutte cose che sono fondamentali per rendere più competitiva l’economia italiana, per fare occupazione, soprattutto giovanile e soprattutto nel Mezzogiorno”. ‘Il governo – ha sottolineato Monti – ha cercato di mettere in ordine la finanza pubblica, in buona parte riuscendoci. Ha fatto riforme che toccava al governo promuovere o fare, come la riforma delle pensioni, la riforma del mercato del lavoro”. 

“La ripresa è dentro di noi”. Nel corso dell’intervista, il premier ha dispensato ottimismo su una ripresa italiana che “non la si vede nei numeri – ha affermato Monti – ma io invito a constatare che la ripresa, se riflettiamo un attimo, è dentro di noi ed è una cosa che adesso è alla portata del nostro Paese e credo anche che arriverà presto”. 

“Siamo ripartiti”, ha aggiunto Monti, (infatti un po’ di viaggetti ultimamente lui li ha fatti…) rispondendo a una domanda relativa al fatto che il clima di ripresa quest’anno non si avverte. “Io sono molto lieto di questa occasione di intervento a Bari alla Fiera del Levante (venerdì il premier sarà nel capoluogo pugliese per l’inaugurazione della 76° edizione). Pensiamo a un anno fa, all’inaugurazione della precedente Fiera. Bari guarda alla Grecia, Paese che tutti amiamo e dal quale tutti abbiamo preso tanto culturalmente e storicamente. Un anno fa non eravamo ancora ben consapevoli, ma rischiavamo di essere travolti da una crisi finanziaria come era avvenuto al di là del mare”.

“Quest’anno – ha sottolineato il premier – tale prospettiva è decisamente allontanata, siamo tra i Paesi che decidono insieme in Europa come risolvere il problema greco, siamo reinseriti in un circuito di decisioni, siamo rispettati. Questo non è piovuto dal cielo, questo è stato il risultato di una presa di coscienza da parte della classe politica, da parte del governo, da parte dei cittadini della necessità di mettere su una base più sicura l’economia italiana, di togliere alcune deviazioni rispetto alla saldezza di lungo periodo. Questo naturalmente ha comportato, ed era inevitabile, dei sacrifici”.

Europa a ritmi serrati. Monti ha rilevato come, dopo l’accordo europeo di giugno, “è cambiato quasi tutto perché l’avere raggiunto, dopo un non facile e lungo negoziato, un accordo unanime per quanto riguarda le nuove modalità di governance dell’Eurozona, ha voluto dire che è stato riconosciuto che squilibri eccessivi in termini di spread troppo elevati compromettono non solo i conti del Paese, che paga tassi di interessi troppo alti, ma anche il funzionamento nell’Eurozona della politica monetaria”. 

“E’ stato in quel vertice – ha sottolineato il premier – che è avvenuto il primo riconoscimento di questo guaio. E sulla base di questa dichiarazione la Banca Centrale Europea si è mossa per trovare, e li sta finalizzando, gli strumenti per intervenire dentro il suo mandato. Ed è importantissimo che stia dentro il suo mandato perché questo interessa alla Germania come all’Italia e come alla Francia. E quindi trovo piuttosto positivamente sorprendente, conoscendo i ritmi di lavoro dell’Europa, che è una macchina complessa, e tenendo conto che c’è stato anche il periodo delle vacanze, che già siamo lanciati in un settembre operativo nella attuazione di quelle delibere di fine giugno”.

 

“Urgente una legge elettorale”. Nel corso dell’intervista, Monti ha sottolineato l’urgenza di una legge elettorale “che dia stabilità al governo del Paese e questo è un auspicio che viene anche dall’estero”. “Io – ha premesso il premier – non sono propriamente un tecnico delle istituzioni politiche, un tecnico di legge elettorale. In Italia e a Roma non mancano, non manca certo il know how, anzi se mai ce n’è troppo”.

 

Monti ha quindi chiarito di non aver mai espresso preferenze, ma di aver echeggiato le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per avere presto “una buona legge elettorale”. “E questo – ha sottolineato Monti -, io che sono costretto a dialogare molto anche con gli altri Paesi, lo sento come un’esigenza molto percepita all’estero dove, bontà loro, sono per lo più positivi su quello che in questi mesi si è fatto in Italia, ma non amano avere una totale incertezza su quello che accadrà dopo”.

“All’estero – ha aggiunto il presidente del Consiglio – non interessa tanto sapere chi governerà dopo, ma se la politica in Italia recupererà un grado di responsabilità e di capacità decisionale come quella che è necessaria per governare un paese moderno e uscire definitavamente da una situazione di crisi. Da questo punto di vista una legge elettorale che dia voce ai cittadini, alle scelte dei cittadini e che consenta il formarsi di governi in grado di governare e non necessariamente composti da un numero elevatissimo di forze, poi inconciliabili tra loro nell’azione di governo, sono aspetti che il buon senso italiano e il buon senso straniero vorrebbe vedere in una legge elettorale”.

“Monti-bis? Decideranno altri”. Rispondendo alla domanda se sia possibile un governo Monti-bis dopo le elezioni della prossima primavera, il premier non ha offerto certezze: “Mi sembra che sia meglio che io mi sforzi di contribuire fino all’ultimo minuto al buon andamento del governo Monti, non bis, e poi altri penseranno a cosa vorranno che succeda dopo”. Una colletta per i pochi superstiti?

 

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