Considerazioni sui comportamenti statali italiani
Una qualsiasi azienda nel mondo farebbe così.
Impiegato al padrone: “Scusi, abbiamo un cliente che no ha pagato una fornitura per mille dollari (ugandesi)”.
Padrone: “E chi è il cliente?”. Impiegato: “Il vostro miglior cliente! Ci fattura (e ci paga) due milioni di dollari (ugandesi) all’anno. È quarant’anni che fa così”. Padrone: “Caspita! Ma non c’è problema, mi raccomando, non offendetelo mica da perdere il cliente… Anzi, lo chiamo io direttamente”.
Padrone della ditta: “Buongiorno, come sta? La chiamavo per una cosa da poco, saremmo in credito di mille dollari…”.
Cliente: “Ma ha fatto bene a chiamarci. Forse ci è sfuggito, ci scusi, le faccio subito il bonifico”. Padrone della ditta: “Grazie mille”. Cliente: “Grazie a voi”.
Ecco, uno Stato (sono anch’io parte dello Stato) dovrebbe fare così.
E invece? Lo Stato processa e condanna Berlusconi, il suo maggior contribuente, per un, relativamente, irrisorio debito fiscale, mentre si consente a De Benedetti di patteggiare per debiti ben maggiori.
Chissà perché?
