venerdì 19 Luglio 2024

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Decantano uno smembramento odioso quanto inutile

Il Ministro dei Beni Culturali , Massimo Bray, sta lavorando ad una commissione ministeriale di esperti e giuristi che dovranno studiare come rimuovere il vincolo esistente dal 2002 su Via dei Fori Imperiali.
L’idea è quella di rimuovere l’asfalto ed i sampietrini che costituiscono la lunga via che unisce il Colosseo a Piazza Venezia e farne un terreno di scavi che restituiscano alla luce parte dei Fori , ivi seppellita .Inutile dire che il progetto è fortemente voluto dal sindaco Marino. Ma vi sono alcune controindicazioni che gia’ in passato erano state sollevate a proposito: infatti, il progetto non è nuovo e fu , guarda caso, gia’ ideato dalla Giunta di sinistra dell’allora sindaco del PCI, Giulio Argan e fu definitivamente accantonatio nel 1985,con la morte nel 1981 del successore sempre in quota PCI, Luigi Petroselli.
I motivi dell’accantonamento del progetto sanciti da due volumi scientifici redatti nel 1985 sono sempre attuali: in primo luogo, privare Roma di un’arteria cosi’ importante di collegamento, seppur oggi parzialmente pedonalizzata, è una follia in termini urbanistici. Se poi, la via dovesse diventare terreno di scavo, per chissa’ quanti anni, allora la circolazione nell’area interessata diventerebbe insostenibile.
In secondo luogo, neppure la giustificazione turistica regge più di tanto: oggi Via dei Fori Imperiali, è percorsa giornalmente da migliaia di turisti di tutto il mondo, che proprio grazie a questa Via possono comodamente passeggiare tra le due parti dei Fori , senza dover fare lo slalom tra escavatrici e ponteggi che rovinerebbero l’ invidiabile estetica che tutti ci invidiano nel mondo.
Non solo, nel 2002 , la Sovraintendenza statale decise di tutelare con un vincolo l’opera mussoliniana, forte anche del parere di Federico Zeri, Mario Manieri Elia ed Eugenio la Rocca, proprio per la sua audacia innovativa in senso urbanistico ed estetico, poiché coniugava l’esigenza della mobilità in una città moderna come Roma, con la valorizzazione del patrimonio artistico circostante.
Giova anche ricordare che sotto il manto stradale di via dei Fori Imperiali, sono sepolte migliaia di catapecchie senza alcun valore storico che Mussolini fece abbattere per costruire l’attuale strada e che per recuperare le “antiche vestigia “ di cui parlano i fantomatici “esperti” ancora da nominare, occorrerebbero decine di anni ed investimenti miliardari che ci sembra che il Comune di Roma non abbia e che comunque andrebbero destinate a scopi sociali sicuramente più utili per la cittadinanza.
Lo “smembramento” di Via dei Fori Imperiali, oltre che improduttiva e palesemente inutile, visto che sotto ci sono almeno dieci città stratificate prima di arrivare ai Vecchi Fori, sembra rispondere alla stessa logica ideologica e politica delle giunte di sinistra di Argan e Petroselli degli anni settanta :rimuovere ad ogni costo le vestigia di un amalgama tra origini e modernità di cui Via dei Fori Imperiali, rappresenta ancor oggi un unicum al mondo e che il mondo ci invidia.

 

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