venerdì 19 Luglio 2024

Libertà o morte

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored


I Karen attaccati di nuovo resistono

Come da noi sottolineato in molte occasioni, il cosiddetto “cessate il fuoco” (termine utilizzato da buona parte della stampa nella sua consueta superficialità e nel suo strumentale conformismo) tra governo birmano e Karen National Union, è legato ad un filo sottilissimo. Abbiamo già detto tante volte che il documento firmato due anni fa dalle due parti consisteva soltanto in una dichiarazione di intenti per giungere un giorno ad una vera tregua. Ma poiché fin dall’inizio i negoziatori birmani e i loro “consiglieri di pace” (in primis una organizzazione norvegese supportata dal governo di Oslo che ha privilegiato l’apertura di mercati economici rispetto alla più sensata via della concessione di diritti politici alle minoranze etniche) hanno agito in modo scorretto, lo scontro è destinato a riprendere, inevitabilmente. I Birmani hanno fin qui approfittato della pausa nei combattimenti per rafforzare la loro presenza nelle regioni orientali e per costruire nuove basi militari, riempiendo di munizioni i loro avamposti e tracciando strade per favorire il rifornimento delle guarnigioni.
Il bombardamento qualche giorno fa di un villaggio Karen nella 5° Brigata (non ci sono state per fortuna vittime) non è un episodio isolato. In questi ultimi due anni i soldati birmani si sono scontrati ripetutamente con gli uomini del Generale Baw Kyaw, che assieme al Generale Nerdah Mya guida quella parte di resistenza Karen che non accetta la fraudolenta condotta del governo centrale.
il 6 gennaio ad esempio, le truppe di Rangoon avevano per l’ennesima volta oltrepassato le linee di demarcazione indicate da Baw Kyaw, e per l’ennesima volta i volontari Karen avevano attaccato i “trasgressori”impegnandoli in uno scontro durato diverse ore. La stampa però tace, perché per i governi occidentali la Birmania ora deve venire dipinta come un nuovo ridente mercato in cui la democrazia sta facendo passi da gigante. E’ vero, possiamo confermarlo, la democrazia, sta introducendo in Birmania la sua sporcizia e la sua corruzione, la sua ipocrisia e la sua violenza aggiungendole a quelle prodotte dalla narcodittatura. Ed è per questo che ancora una volta riconfermiamo la nostra adesione e il nostro sostegno alla lotta dei patrioti Karen, di quelli che hanno saputo ridere in faccia alle lusinghe delle laide avanguardie mondialiste.
Per fortuna, girando per gli avamposti Karen della 5° Brigata e delle aree sotto il controllo di Nerdah si possono ancora leggere i cartelli con la scritta: “Datemi la Libertà oppure la Morte”.

Franco Nerozzi

 

Ultime

Progressi nel disagio demografico

Sarà più facile avere figli

Potrebbe interessarti anche