venerdì 19 Luglio 2024

Perché no?

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La società bestializzata l’avete creata voi

Zygmunt Bauman, ritenuto «uno dei più noti ed influenti pensatori al mondo», che non stimo né per la sua accondiscendenza a questa realtà, né per la sua devastante posizione ideologica nei confronti di un possibile destino europeo, è diventato famoso per il suo pensiero liquido. Questo, per altro, potrebbe quasi essere considerato un ulteriore superamento del pensiero debole; un aggiuntivo rammollimento diarroico di ciò che fu un attacco al pensiero tradizionale e al concetto di Assoluto da parte di Pier Aldo Rovatti nel suo godimento per l’indebolimento del soggetto. Ormai siamo ben oltre. Al di là della società liquida, siamo a quella melmosa, mefitica, impregnata dei peggiori scarti del buon senso, della ragione, della natura del significato stesso di uomo: siamo alla liquefazione del Soggetto e alla bestializzazione della persona.
Affermo ciò – senza nessun timore di essere smentito – dopo la presa di posizione da parte delle autorità della Repubblica tedesca che hanno deciso di introdurre il «sesso neutro» per i «neonati dubbi»; e dopo il documento concorde tra Organizzazione Mondiale della Sanità e l’agenzia per l’Educazione sanitaria sempre tedesca che definisce gli «Standard di Educazione Sessuale in Europa» con l’insegnamento della masturbazione entro quattro anni di età, tra i quattro e i sei dell’omosessualità, tra i sei e i nove dei diversi metodi contraccettivi e tra i dodici e i quindici sulla possibilità dell’aborto.
Quanto sta avvenendo a livello educativo e nei messaggi promoziona lidi massa ha la valenza di un vero e proprio attacco sovversivo non soltanto nei confronti dell’istituzione cardine dell’organizzazione societaria, cioè la famiglia, ma contro la stessa essenza dell’uomo.
Dal punto di vista simbolico, il vaso di Pandora è stato scoperchiato con l’introduzione del divorzio: con la critica alla sua istituzione non si tratta di mettere in discussione l’impossibilità oggettiva di sostenere una certa situazione di conflitto e di ostilità di coppia, ma di denunciare l’introduzione sottile, subliminale e perciò particolarmente devastante della mentalità del «Perché no?», quindi del potere tutto e di responsabilizzarsi su niente. A seguito si è avvallata la procedura dell’aborto («Perché no?») e la diffusione delle pratiche contraccettive («Perché no?»), fino al matrimonio omosessuale («Perché no?») e magari dell’adozione omosessuale («Perché no?»), con la codifica neonatale del terzo sesso («Perché no?»). Ma voglio, lo rivendico come un dovere, andare oltre. Gli psichiatri americani, dopo aver negato il significato di disturbo all’omosessualità e fatta passare come «orientamento», ora sono passati alla pedofilia, e sotto la spinta delle lobbies dei pedofili hanno sostituito il criterio di perversione o di disordine con quello già citato di «orientamento» del desiderio sessuale verso i bambini («Perché no?»).
Per altro, tanto per infierire, dopo il caso del cannibale e della vittima consenziente avvenuto in Germania alcuni anni fa, oltre diecimila cannibali sono in rete a rivendicare il diritto al pasto umano su altri umani coscientemente disponibili («Perché no?»). Mentre in Olanda, dal 2006, è attivo il primo partito della pedofilia che si chiama «Amore, Diversità, Libertà», che chiede l’abbassamento della disponibilità del corpo a fini sessuali a dodici anni, a sedici la libertà di prostituzione e di partecipare a sceneggiature pornografiche, nonché la programmazione della pornografia televisiva ventiquattro ore al giorno («Perché no?»).
Inoltre, in Svezia, Norvegia, Danimarca, Germania si registra il boom dei bordelli con animali («Perché no?»).
È proprio su questa domanda di disponibilità, Perché no?, che si dovrebbe concentrare l’attenzione e attivare l’allarme.
Siamo giunti al punto – attraverso un metodico smantellamento di ogni ordine di principi – alla rivendicazione di ogni valore,inteso come egoistica pretesa di soddisfazione per qualsivoglia pulsione individuale e di attive minoranze devastatrici. La nostra società è stata trasformata in una accozzaglia di gruppi minoritari che impongono il rispetto delle loro più esilaranti e depravate voglie fino al trionfo della diversità diventata norma, e la normalità costretta con decreti legislativi a non poter nemmeno esprimere il proprio dissenso per questa deriva.
Per la simbolica politica e psicoanalitica, siamo alla morte, alla fine del senso del vivere, quindi al successo incontenibile della dissoluzione. La bestializzazione è oltre l’animalità: questa segue gli istinti della propria natura, la prima è l’organizzazione della perversità e delle sue variabili.
Era un fatto scontato, che alcuni hanno tentato nel corso degli annidi mettere in evidenza con varie modalità di espressione, ma che non ha avuto soddisfazione per la cecità e la sordità dei contemporanei.
Un comportamento remissivo e di suicida tolleranza è stato ed è il comune denominatore dei passaggi di mentalità sopra indicati: quello di non proibire. È con la proibizione che si istituisce un ordine, e con l’ordine lo jus, la Legge. L’accondiscendenza ha permesso lo straripamento dei peggiori istinti insiti in ogni uomo, che il tabù contiene e punisce. Ed è proprio l’istituzione del tabù che definisce in termini reali la costituzione di ogni sistema sociale. Dove tutto è permesso, dove ogni limite può essere travalicato, dove ogni istanza viene riconosciuta come possibile, là il reale finisce, e con esso la stessa vita della comunità, per entrare nella disumanità del branco.
Come si è detto, ciò che accade in Italia ed in Europa, e che si concretizza nei fenomeni indicati, è opera di ben precise forze della sovversione che intendono liquidare l’ultimo baluardo nella costruzione del legame comunitario: la famiglia. Quando l’attuale papa, che in altre sedi ho definito l’anticristo, di fronte all’attacco dei gruppi omosessuali sorride con beota serenità dicendo «Chi sono io per giudicare?», o non ha compreso bene la sua funzione, o la conosce benissimo e la gioca a favore del nemico.
Il rappresentante terreno di Dio deve giudicare; deve avere il coraggio etico e l’orgoglio religioso di dire: «Tu sarai con me nel regno dei cieli», scegliendo solo uno dei due ladroni e non avere l’atteggiamento disfattista di un’accoglienza senza filtro e senza regola. Non è suo compito occuparsi di lavoro, di tangenti e di economia ma, quale tramite tra il popolo e Dio, trascinare il primo ad una consapevolezza di sacralità interiore e di trascendenza divina innalzandolo, e non abbassare Dio ad assistente sociale delle fisime e delle debolezze del cosiddetto gregge.
A volte si ha l’impressione che questo atteggiamento sia proprio la manifestazione del cristianesimo perdente, quello riconosciuto da Nietzsche come «indecente […] contraffazione di moneta che ci sia, fatta allo scopo di svalutare la natura, i valori conformi alla natura» (F. Nietzsche, L’anticristiano, Edizioni di Ar, Padova 2004).
D’altro canto, soppressa l’anima, non restava in simultaneità che liquefare la psiche, destrutturando lo stesso significato di maschile e di femminile, di virilità e di femminilità, di Padre e di Madre, di anima e di animus – per dirla alla Jung – in una melassa informe di istinti indistinguibili e di contratti privi di forma.
Se la politica è la guerra condotta con altri mezzi, questo attacco alla civiltà – assieme al supporto all’invasione allogena,alla tolleranza criminale verso ogni forma di devianza, alla dissoluzione di ogni legame tra uomo e natura – è una strategia sovversiva di natura politica condotta con altri più sofisticati e moderni mezzi. Il fatto grave, però, è che gli stessi rappresentanti del potere laico sono complici di questa fine, proprio nascondendosi dietro la maschera di bontà cristiana, tanto da rendere profetica la domanda dello stesso Nietzsche: «Dov’è finito l’ultimo senso di decenza, di rispetto di sé, se perfino i nostri statisti, una genìa per il resto assai spregiudicata, il cui agire è totalmente anticristiano, oggi continuano a chiamarsi cristiani e a fare la comunione?». Ed era l’anno 1888.
Dopo centoventicinque anni, oggi sappiamo chi sono i nemici della civiltà, e non possono scaricare la responsabilità della deriva sugli ultimi suoi difensori, perché anche questa si chiama sovversione.

 

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