venerdì 19 Luglio 2024

L’inverno libico

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Tre anni dopo l’inizio della rivolta che ha portato alla caduta del regime autoritario di Muammar Gheddafi, la Libia è nel caos, con un lungo periodo di transizione caratterizzato insicurezza alle stelle e istituzioni paralizzate. Tra criminalità, regolamenti di conti politici o ideologici e scontri tribali le autorità di transizione sono totalmente impotenti e negli ultimi mesi, in particolare, il paese è caduto nell’anarchia, con una crisi politica ed economica senza precedenti che ha paralizzato l’esecutivo e diviso il potere legislativo.L’élite politica che si contende il potere a Tripoli non è in grado di raggiungere un accordo né sul destino del governo di Ali Zeidan, né su una nuova tabella di marcia per il periodo transizione, che inizialmente doveva concludersi il 7 febbraio con l’adozione di una Costituzione. E proprio per la mancanza di progressi nel processo costituzionale, il Congresso Nazionale, cioè il Parlamento provvisiorio, ha annunciato all’inizio di febbraio l’estensione del suo mandato fino a dicembre 2014. Una decisione che ha diviso la classe politica, la popolazione e le milizie armate.Migliaia di libici sono infatti scesi in piazza la scorsa settimana per protestare contro questa decisione, sostenendo che il mandato congressuale è scaduto e servono elezioni generali anticipate. Il 20 febbraio si eleggerà comunque, in un clima di paura e di violenza crescenti, l’assemblea incaricata di redigere la nuova Costituzione.

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