giovedì 18 Luglio 2024

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I lavori di consolidamento e di restauro dell’ex municipio che si trova nell’antico borgo (a due passi dal castello, dalla chiesa parrocchiale e da alcuni edifici di pregio storico) hanno riportato alla luce, su una delle facciate laterali, un fregio che riproduce un fascio littorio chiaramente legato alla simbologia del periodo fascista. Il fregio non è completamente visibile. Per essere certi delle sue caratteristiche storiche occorrerebbe quindi effettuare uno studio approfondito, che finora però nessuno ha fatto. «Ma altri fregi che senza ombra di dubbio risalgono al periodo fascista –dice il sindaco Marco Formia – sono stati scoperti anche all’interno. Una delle sale in particolare ne è piena. Si tratta di testimonianze storiche e in quanto tali non possono essere rimosse, anche se legate al fascismo. Sono sottoposte ai vincoli della Soprintendenza ai beni architettonici del Piemonte. In questo caso, non si parla di apologia di fascismo».

In paese però c’è chi ne chiede la rimozione, almeno per quanto riguarda l’esterno. «Non diamo certo un bell’esempio – dice un residente nella zona del borgo storico – esponendo e valorizzando alla vista di tutti un simbolo del fascismo». ll fascio littorio è un antico simbolo romano di potere ed autorità, formato da verghe, legate insieme da nastri rossi. Venne ripreso da vari movimenti politici ed entità statali a partire dalla fine del XVIII secolo divenendo quindi simbolo dei fasci italiani da combattimento. La passata amministrazione targata Teresio Comerro, che aveva portato avanti i primi interventi di restauro, con una spesa di circa 400 mila euro, non ne aveva mai parlato. Intanto il vecchio municipio, che secondo il progetto degli ex amministratori sarebbe dovuto diventare una sede di rappresentanza del Comune, è inutilizzato. Restano da completare i lavori di sistemazione nelle sale interne con la posa degli impianti e delle pavimentazioni. Ma ci sono da consolidare ancora due solai. L’edificio quindi al momento non è agibile.

Dal canto suo il sindaco Formia, che da consigliere di minoranza aveva sempre criticato l’opera ritenendola non prioritaria, ora si trova a dover necessariamente pensare ad una soluzione. «In questo momento – dice – proprio non abbiamo le risorse per completare la ristrutturazione. Prima dell’ex municipio, che ha solo una valenza simbolica, c’è da pensare alla riqualificazione degli edifici scolastici (opere che abbiamo cominciato a realizzare) e al Piano regolatore generale, che necessita di una revisione in alcune parti. Per l’ex municipio servirebberofondi dedicati da parte di organismi sovracomunali o di Fondazioni. Ma è uno step che affronteremo più avanti approfittando del fatto che il progetto era già stato realizzato».

I lavori del primo lotto avevano evitato che l’intero edificio, risalente al 1.700, e rimasto inutilizzato per anni, subisse dei crolli. L’intenzione iniziale era di destinarlo per una parte a sede della comunità collinare Terre dell’Erbaluce (che nel frattempo si è sciolta) e per l’altra ad un’ attività commerciale (ad esempio un antiquario) che valorizzasse il borgo storico in partnership con un privato. Ma anche questa seconCome facevano gli americani in Siciliada opzione non ha mai trovato concretezza. Mentre ad esempio, il castello dei conti di Biandrate è stato acquistato da una coppia di facoltosi russi.

 

 

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