giovedì 18 Luglio 2024

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da noi però è vietato e rischia di essere considerato un reato

In un comune del Ticino, in Svizzera, è motivo di vanto per le aziende e i negozi sfoggiare il logo di autenticità elvetica.
Per farlo basta comprare e mettere in mostra un adesivo distribuito dall’amministrazione locale consente alle attività commerciali di dimostrare ai clienti che tra i propri dipendenti e proprietari ci sono esclusivamente residenti svizzeri e non manodopera importata dai frontalieri italiani.
Quella del marchio delle imprese ‘patriottiche’ e ‘pure al 100%’ è un’idea che alla Lega Nord probabilmente piacerebbe vedere applicata in Italia.
Il Comune di Claro riferisce in un comunicato che si è limitato, nel rispetto della legge sugli appalti pubblici, a seguire la decisione presa dal sindaco volta a “sostenere con l’attribuzione di appalti pubblici e mandati le ditte locali che maggiormente impiegano personale residente in Ticino”.
Per incentivare tale pratica, “con l’auspicio che altri enti pubblici e “para-pubblici” la adottino in futuro”, il comune ha creato un adesivo che rende immediatamente visibile al pubblico, in termini di percentuale, il rapporto esistente nella ditta fra il personale residente in Ticino e quello proveniente dall’estero.
L’adesivo, in vendita a 10 franchi, può essere esibito su veicoli, carta intestata (vedi foto in allegato).
Il marchio, si legge nel comunicato del Comune, intende guidare nelle proprie scelte i consumatori ticinesi che vogliono sostenere, con i propri acquisti, l’economia locale. “Economia che fatica sempre più a dare lavoro ai nostri residenti, in particolare ai giovani, che in Ticino vorrebbero trovare il proprio futuro”.
“Lo so, l’iniziativa inevitabilmente apparirà antipatica specie se vista da parte italiana. Ma noi l’abbiamo adottata in un’ottica di trasparenza. Il razzismo non c’entra niente”, racconta al Corriere della Sera Roberto Keller, sindaco di Claro.
Per capire meglio il perché dell’iniziativa va sottolineato che il piccolo comune del Ticino conta 2.700 abitanti ed è situato a nord di Bellinzona. L’Italia è a 60 chilometri di distanza circa, ma l’ondata di frontalieri che fanno avanti e indietro per assicurarsi gli elevati salari svizzeri sta crescendo.
Nel 2014 il numero di italiani che varcano ogni giorno la frontiera, disposti ad avere salari più bassi rispetto agli elvetici, è cresciuto del 5,3%, sfondando il tetto delle 60 mila unità (nel 2001 erano la metà).
Il tasso di disoccupazione ufficiale del Ticino è ridicolo rispetto alla media italiana, appena sopra il 4%. Gli stipendi minimi arrivano anche a 4 mila franchi.

 

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