giovedì 18 Luglio 2024

Ferruccio Montella

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Presente nel mio cuore

Mi è giunta ieri a pranzo la notizia che alla vigilia, ovvero sabato 17 novembre, in una casa di Genova, forse la sua, era stato ritrovato il corpo senza vita di Ferruccio Montella.
“Aveva preso una brutta china” “Si era rovinato con l’alcool e infine la droga” “Viveva con una tossica” “Era l’ombra di se stesso”, le spiegazioni concitate e rattristate.

Non so se qualcuno ricordi ancora Ferruccio perché erano tanti anni che aveva staccato la spina. Non si riconosceva più in un ambiente che – diciamocela tutta senza indulgere e senza esaltarci – è tutto sommato anestetizzato e formale, non vive sotto assedio, non rischia chissà che cosa, non cerca di sfidare il cielo né come i titani né, men che meno, come gli eroi.
Ferruccio aveva sempre vissuto a trecento all’ora. Nella Genova caldissima e pericolosissima degli anni settanta teneva allegramente botta come un Cyrano della Liguria. Quando lo arrestarono negli anni di piombo fu guascone e si dichiarò prigioniero di guerra.
In prigione, come accadde ad altri camerati, divenne un cuoco di prim’ordine. Una volta fuori aprì un ristorante a Boccadasse dove si mangiava in modo straordinario. Poiché di lui non ritrovo fotografie accludo in chiusura di questa memoria il link youtube alla sua presentazione dei totani ripieni, il cui incipit ha un che di simbolicamente ermetico.

Lo rincontrai al ritorno in Italia e fui suo ospite. La prima volta stavo rientrando da Nizza e mi disse di non prendere il treno, mi venne a cercare in macchina per poi condurmi a Genova.
Faceva politica allora. Era vicino a Forza Nuova. Faceva politica ma si annoiava. Non sentiva più il profumo dei lacrimogeni e il sapore del porfido. Da vitalista supremo viveva come George Best: tutto il denaro lo spendeva in alcool, motori e belle donne, il resto lo gettava.
Mi disse più volte che quando fosse morto avrebbe gradito sulla sua tomba quest’epitaffio:
“Qui giace colui che passò direttamente da acerbo a marcio senza mai diventar maturo”.

Così ha fatto. Non so se sia morto per overdose o meno ma nel suo impulso nichilista resta qualcuno che la vita l’ha vissuta e che non è stato vissuto. Non sono in molti a poterlo dire.
Drogato? Bestemmierò ma preferisco ancora lui drogato a quasi tutti quelli che insipidi si pretendono eredi del fascismo e che non hanno mai neppure assaporato l’esistenza estrema nelle sue svariate versioni che Ferruccio ha invece vissuto tutte, nessuna esclusa.

https://www.youtube.com/watch?v=SGL1HHz_Ekw&feature=youtu.be

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