lunedì 1 Luglio 2024

La Germania si blinda

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nei confronti della Cina

La Germania renderà più difficili le acquisizioni delle proprie aziende strategiche da parte di società extra-europee. Il governo tedesco, preoccupato soprattutto dagli investimenti cinesi in settori sensibili come le tlc, la difesa, l’energia, i media, ha approvato mercoledì un progetto di legge che amplia i poteri di monitoraggio ed eventuale blocco delle autorità.
Le nuove prerogative potranno scattare nel caso l’acquisizione di un gruppo nazionale da parte di un concorrente extra-Ue coinvolga oltre il 10% del capitale. Il tetto precedente era fissato al 25%, mentre proposte alternative puntavano su una soglia del 15 per cento. Altri Paesi, come gli Stati Uniti, il Canada, la Francia e la stessa Italia hanno rafforzato i meccanismi di controllo su queste operazioni nel timore che oltre alla cessione di asset strategici vi sia anche un trasferimento di tecnologie e know-how sensibili.
Il caso Kuka
La Germania si è posta il problema dell’”invasività” cinese dopo la clamorosa acquisizione nel 2016 del produttore di robot per l’industria, Kuka, da parte del colosso degli elettrodomestici Midea. Kuka era ed è leader mondiale del segmento, ma in quell’occasione le autorità tedesche non riuscirono a trovare un “cavaliere bianco” nazionale in grado di presentare un’offerta più allettante: Kuka finì nell’orbita di Midea, che aveva messo sul piatto 4,5 miliardi, dopo l’impegno da parte di quest’ultima a mantenere invariati per cinque anni i livelli occupazionali in Germania e a non trasferire proprietà intellettuale in Cina.
Da allora il clima è cambiato e Berlino ha cercato di adattare le proprie normative alla nuova realtà. In luglio la banca pubblica tedesca di sviluppo, KfW, aveva acquisito per conto del governo federale il 20% della società 50Hertz, attiva nella trasmissione di energia, sottraendola alle mire di un gruppo cinese. Il mese successivo era intervenuto direttamente il gabinetto della cancelliera Angela Merkel per bloccare il passaggio di mano, sempre ai cinesi, del produttore di macchinari Leifeld Metal Spinning: «La nuova legge – ha detto il ministro dell’Economia Peter Altmeier – rappresenta un passo importante verso il rafforzamento della nostra sicurezza nazionale».
Made in China 2025 e le reti 5G
Ed è proprio la sicurezza nazionale ad aver determinato la decisione tedesca e quella di altri Stati. Che vedono con preoccupazione due aspetti strategici dell’espansionismo economico cinese: il programma “Made in China 2025”, con il quale il presidente Xi Jinping punta a trasformare la manifattura nazionale in un’industria hi-tech con posizioni di leadership in una decina di settori chiave, a cominciare dai veicoli a trazione elettrica; e il primato già acquisito nelle reti 5G, le infrastrutture che convogliano e convoglieranno il traffico dati e dove Huawei e Zte occupano rispettivamente il primo e quarto posto come quote di mercato mondiale.

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