martedì 20 Agosto 2024

La crisi si avvicina al traguardo

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Stavolta dietrologhi più grotteschi dei politici

 

Molto presto sapremo quale giostra degli orrori o quale lotteria ci riserva la crisi.
Ci ha già assicurato avanspettacoli imbarazzanti, e non solo da parte dei “politici” ma anche di quei geni che ci danno le spiegazioni della crisi. Sono giorni che sento scomodare la via della Seta, Ursula, Merkel e Macron, Aquisgrana, la Casa Bianca, Pompeo e Mattarella e disegnare dei quadri dettagliati di manovre e complotti. Il tutto con una disinvoltura assoluta, forzando e stravolgendo le appartenenze e le dipendenze di tizio e caio a questo o quel blocco, ignorando la genesi, la dinamica e l’origine della crisi, sorvolando sui linguaggi del corpo, sugli sguardi, sui toni e sulle parole. Apprendisti dietrologhi, saltimbanchi da quattro soldi, dello stesso livello dei politici e degli economisti che imperversano in tutti gli schieramenti.

Share’n go
Un anno fa Jean-Marie Le Pen mi chiese se ritenevo che il governo gialloverde avrebbe tenuto. Gli risposi che non amo fare il falso modesto e che, sì, solitamente prevedo lo svolgersi degli avvenimenti, tanto che avevo colto la caduta del Muro di Berlino con quattro anni d’anticipo, ma che in questo caso davvero non ero in grado di fare previsioni perché erano saltati tutti i criteri. Non solo a causa della moltiplicazione dei centri di potere schierati nella loro nuova “unità e scissione”, ma per il vertiginoso calo di qualità dei pupari e dei pupazzi.
Leggo in questi giorni tante ricostruzioni banali e grottesche sulle appartenenze di Salvini a Trump o a Putin, o sull’antiamericanismo di Di Maio e Prodi; leggo di guerre inesistenti tra Lega e Ue; leggo di interferenze di Trump su argomenti che non gli interessano; leggo di fronti politici per Aquisgrana o per il Cremlino (che poi tra loro se l’intendono molto meglio di tanti altri soggetti) e francamente rido, perché ogni singola entità della fiera della politica è attraversata da vari centri di potere, sono quasi tutte, insomma, in sharing, e quasi tutti gli anchormen del parlamentarismo oscillano tra un impresario e un altro senza venire per questo schiacciati visto che non sono pericolosi per nessuno.
Così noi oggi assistiamo a  raffinate strategie degne di uno shogunato ma messe in scena da saltimbanchi che godono di un certo margine di autonomia corrispondente alla loro geometrica impotenza e che, per giunta, recitando a soggetto, sconvolgono gli stessi copioni che hanno ricevuto dalle mani degli impresari di turno.

L’una e l’altra pari non sono
Gli effetti della crisi non sono indifferenti, non possiamo dire che qualunque cosa accada non cambierà nulla. Il governo giallorosa sarebbe un disastro. E lo scenario che si affermerà dipenderà in gran parte dai rapporti di forze, dalle manovre effettive dietro le quinte e prescinderà probabilmente dalle performances degli attori. Si realizzerà benché, lasciati liberi di esprimersi, questi ultimi abbiano fatto di tutto per discreditare qualsiasi soluzione, lasciandoci tutti a bocca aperta.
Tragedia o non tragedia sarà comunque una farsa: la politica di oggi è una farsa e i politici di oggi sono guitti. Ma non crediamo che siano così distanti dalla società o che questa non se li meriti così come sono: essi esprimono perfettamente il livello di caduta intellettivo, morale, di decoro e di pensiero che si rileva ovunque, saccenti nicchie elitarie comprese. Parlo di quelli che risolverebbero tutto con una soluzione miracolosa bella e pronta nel tascapane. Rigorosamente regressiva, va da sé:  fosse mai che provassero ad avere un’idea d’avanguardia!

C’è di che essere disperati?
Niente affatto. Questa caduta verticale delle classi dirigenti apre, sì, a fiere di saltimbanchi disperanti, ma attesta anche il logorio dell’intera casta degli scribi e dei sacerdoti della democrazia. Il linguaggio binario che impedisce mediazioni ragionate e le impone alla chetichella, di soppiatto, comporta un imbarbarimento generale. Ma nell’isolamento della dis-sociazione e nel labirinto web della conoscenza da autodidatti noto ultimamente il proliferare in diverse nazioni europee di under 30 che si sono formati da sé in modo serio e con umiltà.
La loro crescita accanto ad una società che decresce e a un sistema solido quanto volete ma con interpreti sempre più scarsi, offre una bella prospettiva per il domani.
Godiamoci dunque questa buffonata, anche se malauguratamente fosse tragica!

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