Dopo quarant’anni potete dire la verità sulla strage di Bologna!
Quarant’anni dopo, quella che è conosciuta come la strage più mortifera della storia italiana è ancora impunita. E continuerà verosimilmente a esserlo.
In quarant’anni di inquinamenti, d’insabbiamenti e di depistaggi sono comunque emersi degli elementi significativi che però le istituzioni – iniziando dalla Procura di Bologna – si ostinano a ignorare e che altre parti politiche impugnano travisandoli non poco.
Siamo al muro contro muro tra due depistaggi peraltro confezionati entrambi tre settimane prima della strage dai nostri apparati d’intelligence: la pista “fascista” e la pista “palestinese”.
Questi depistaggi, entrambi graditi agli stragisti e ai loro padroni, mandano in vacca tutti gli elementi emersi che si ritrovano spalmati sull’una o sull’altra tartina, completamente svuotati dei loro significati.
Gli elementi emersi ci parlano della presenza in loco di terroristi internazionali (provenienza Francia, Germania, Sud America e Italia) sul luogo dell’esplosione. Ci attestano che questa avvenne di sorpresa sacrificando almeno due portatori di bombe. Ci riportano a strutture clandestine del terrore nate sulle reti partigiane fin dalla Guerra di Spagna e coperte da strutture internazionali legate perfino all’Onu. Ci attestano la complicità preventiva, continuativa e pregressa del gotha dei servizi massonici e di alcuni ministeri, a cominciare da quello dell’Interno. Ci confemano che all’epoca era in atto una guerra tra Israele e l’Iraq che coinvolgeva chi l’Iraq stava armando e rifornendo (Italia e Francia).
Nessuno vuole evidentemente dipanare questa matassa e ammettere la verità.
Si continuerà allora a indicare colpevoli di comodo e si andrà regolarmente al massacro della verità.
La strage non fu fascista né palestinese. Piantatela di ragliare alla luna sperando che le solite mani vi passino qualche carota!