giovedì 18 Luglio 2024

La folgore e il grande meriggio

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Italia: ben venga il disastro!

Non so se faremo la fine della Grecia, come le destre strillano ai quattri venti, ma è con il Mes attuale e non con quello riformato che è stata trattata Atene. Un Mes proposto da Berlusconi e successivamente ratificato sotto Monti con i voti di tutto il centrodestra (Berlusconi e Meloni compresi) con la sola eccezione della Lega.  Scaricarlo oggi sui 5 Stelle è a dir poco pietoso.
Il 9 dicembre infatti non è stato votato il Mes e neppure il ricorso al Mes, bensì la sua riforma.
Premesso che ritengo sbagliato accedervi e non m’importa dei suoi cambiamenti, la sarabanda del centrodestra per la “patria tradita” è sconsolante. Ce ne voleva a fare peggio dei Cinque Stelle (quelli del no Tav, Ilva chiusa, no Mes), ma non bisogna mai disperare delle capacità umane e infatti ci sono riusciti.

L’opposizione è come la maggioranza
Quello che non si sopporta più sono le pagliacciate della politica. C’è un’opposizione che non esiste e che, se davvero ritiene che il governo abbia calpestato il Parlamento e fatto un golpe bianco, potrebbe mandarlo tranquillamente a casa: basterebbe che tutti i deputati e i senatori dell’opposizione dessero le dimissioni per obbligare il Quirinale a sciogliere le Camere e, soprattutto, a sospendere lo stato d’emergenza.
Quest’opposizione gesticolante non ci pensa nemmeno, ma fa anche di peggio: non si preoccupa minimamente d’inquadrare la situazione di oggi nel suo quadro storico e sociologico, si limita a inveire contro il governo e a cianciare di piani anti-italiani. Di chi? Perché mai? Non importa, tanto fa audience. Se poi si fa gli anti-tedeschi o gli anti-francesi si prendono più voti al bar dei ciarlatani all’angolo.
Indulgente verso tutti i difetti degli italiani che stanno facendo andare a picco il Paese, propone formulette grottesche per risollevare quanto è marcio dalle fondamenta. Pretendendo al tempo stesso aiuti statali e detassazioni, protezionismi e aperture di mercati, anticineserie e vie della seta.
Come bazar delle ricette improponibili, con ingredienti che si annullano a vicenda, non si potrebbe trovare di meglio, se non spingendosi un po’ più a destra dove si stamperebbe denaro col ciclostile e si vivrebbe in autarchia d’insalate.
Niente, ma proprio niente, nella prospettiva di un sistema-Paese, nessun disegno per affrontare una spesa parassitaria e clientelistica che strangola, per turare i buchi neri delle istituzioni consociative, soprattutto le Regioni. Niente per correggere il trend di un’economia la cui forza è la sua stessa debolezza. Pmi che non riescono a fare sistema e che, nel loro individualismo e nella loro frammentazione, dal 1995 al 2019 hanno prodotto una crescita di produzione dello 0,3% annuo rispetto all’1,3% delle economie europee trainanti.
Siamo al paradosso che, come per calmierare l’immigrazione in Italia sotto Gentiloni dovette scomodarsi la Ue, è il World Economic Forum che suona oggi il campanello d’allarme e suggerisce d’insegnare alle piccole imprese a fare sistema perché non debbono scomparire.
Da parte di chi sostiene di rappresentarle, invece, solo slogan roboanti e caciara inutile.

La maggioranza è come l’opposizione
L’opposizione sta riuscendo nell’impresa sovrumana di fare peggio della maggioranza.
Quest’ultima è fatta della stessa pasta della prima, si atteggia a “europeista” così come l’opposizione si atteggia a “sovranista”, ovvero per compiacere il pubblico e senza alcun costrutto reale. Europeista per lei significa chiedere all’estero, ai cugini ricchi, fondi, aiuti e competenze che non è in grado di fornire. E per il resto gioca al massacro. Non sappiamo se stia stritolando la piccola borghesia, i liberi imprenditori e la proprietà privata per conto di qualcuno o se lo faccia per un misto di ideologia e d’incompetenza.
Fatto sta che la gestione italiana della Covid è tra le peggiori al mondo, sia in numero di morti, sia in percentuale morti/contagiati, sia in percentuale morti/popolazione e che la gestione dell’economia da Covid è tra le peggiori a livello mondiale se non la peggiore in assoluto.
Furbi, i tizi della maggioranza, lo sono di sicuro, intelligenti non troppo.
Non hanno capito l’antifona. Pensano d’incamerare i soldi del Mes per la Sanità (senza condizioni) più quelli del Recovery Fund, ancora da decidere. Da Bruxelles hanno alzato la voce perché non era stato presentato nessun programma di spesa, condizione imprescindibile per gli aiuti.
Giuseppi & co hanno gridato alla fake news ma poi hanno presentato in fretta e furia, con tre mesi di ritardo sugli altri, un Recovery Plan fatto di fumo e chiacchiere, quindi irricevibile.
Pensano davvero che sia una formalità ottenere i fondi? Credono di vivere nel consociativismo della palude nostrana?
Tra le chiacchiere senza contenuto di questo “piano” spiccano 17 miliardi e rotti da impiegare per la Parità di Genere, notoria voce industriale ed energetica, alla quale vorrebbero destinare i due terzi di quanto previsto per le Infrastrutture. Invece che euro otterranno la neuro.

Ben venga l’abisso!
In Italia, oggi, non si salva niente, nemmeno la retorica patriottarda sulle nostre virtù, sempre più rare, più inquinate, più atomizzate e immancabilmente imprigionate nel teatrino.
Con la riforma del Mes è possibile che alla fine non verrà neppure la Trojka a prenderci a calci nel culo. Così continueremo ad andare a fondo da soli, per colpa di tutti.
Poco male. Solo nel precipizio e nella distruzione si potrà risvgliare l’anima di un popolo. Oggi essa dorme, noi abbiamo la psiche di un popolino mammone e piagnone che fa solo messinscena di tutto e su tutto e che ha i riflessi condizionati del raccomandato e dello sciuscià.
La tragedia magari spazzerà via questo demone cialtrone e permetterà di riscoprire quel che di Italico e di Romano persiste e che, disgustato, oggi non può che starsene ritratto e silente, osservando la pietosa immagine di sé che stanno dando i discendenti di un grande popolo e che oggi lo insultano ad ogni loro respiro.
Speriamo nella distruzione purificatrice.
“Ora benedetta della folgore! Mistero che precede il meriggio!”

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