lunedì 19 Agosto 2024

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L’autore, editore ed evocatore più avversato di fine secolo

L’11 febbraio 1941 nasceva a Padova Giorgio Freda, per l’anagrafe e per i tribunali Franco.
Radicalmente opposto al mercantilismo moderno, ha animato il Gruppo di AR e le Edizioni che gli fanno capo.
La sua irriducibilità lo ha fatto scansare da tutti quelli cui non poteva che andare stretto, ad esempio, il convegno in appoggio di Al Fatah, il primo in assoluto che si sia tenuto a sostegno dell’organizzazione militare di liberazione della Palestina.
Teorico dell’atto puro, negli anni settanta ebbe un’enorme diffusione il suo Disintegrazione del Sistema in cui i temi platonici della Politéia si coniugavano con il ribellismo generazionale esprimendo un credo insurrezionale.
Sedici anni, dal 1971 al 1987, Freda li passò quasi interamente in prigione con l’accusa di aver organizzato, o comunque partecipato a, la strage di Piazza Fontana, Milano, 1969. Assolto in formula definitiva, venne poi indicato come colpevole, ma non giudicabile, in un altro processo in cui non era imputato.
Cose del genere possono accadere solo in Italia!
Agli inzi degli anni novanta Freda provò a lanciare un’iniziativa politica, il Fronte Nazionale. Ma non gli fu data tregua. Il partito venne sciolto ed egli fu condannato dapprima a sei e poi a tre anni con l’accusa di “istigazione all’odio razziale”. Eppure tenne propositi abbastanza comuni e leciti, come accade, ad esempio, nella Lega.

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