lunedì 19 Agosto 2024

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Amano, giocano, sognano, muoiono proprio come noi. E cullano i figli, cantano, si raccontano storie e leggende. Sono le regine dei mari, i mammiferi più grandi del Pianeta: le balene. Tra pochi giorni potremo scoprirne tutti i segreti grazie ad una nuova, affascinante serie televisiva di National Geographic: «Secrets of the whales», i segreti delle balene. Entreremo nel misterioso e bellissimo mondo di cinque diverse specie: orche, megattere, beluga, narvali e capodogli, in 4 episodi che andranno in streaming in esclusiva su Disney+ in occasione della Giornata della Terra, giovedì 22 aprile. Un’opera costata quasi 4 anni di lavoro e migliaia di ore di riprese subacquee, che sono state prodotte dall’ambientalista regista premio Oscar James Cameron, con la voce narrante (nella versione originale) dell’attrice e ambientalista Sigourney Weaver. Autore delle immagini, il grande fotografo ecologista Brian Skerry, da 23 anni firma del National Geographic. Lo abbiamo intervistato per Pianeta 2021.

Brian Skerry, lei e un fotografo subacqueo di fama mondiale. Come è nato il suo interesse per il mare e gli Oceani?
«Sono cresciuto vicino a Boston che si trova in uno stato — il Massachussets — affacciato sulla costa atlantica. Non vivevo sull’oceano, ma i miei mi portavano sempre a Cape Cod e sulle spiagge del Rhode Island per le vacanze. E’ li che a 15 anni ho cominciato a fare scuba diving. E poi, già allora, andavo pazzo per il National Geographic Magazine».

Quindi una passione giovanile: per le profondità come per la fotografia…
«Sì, dopo un paio di anni che avevo cominciato fare diving ho scoperto la fotografia subacquea e dato che il National Geographic era sempre stato il mio sogno, ho cominciato a tentare di lavorarci».

Era l’epoca in cui lei lavorava nei diving charter del Rodhes Island, all’inizio degli Anni ‘80. Poi che è successo? Un colpo di fortuna?
«Il mio primo lavoro fotografico sottacqua che ha meritato la pubblicazione risale al 1997. All’inizio facevo foto per riviste locali e quotidiani. Poi nel 1998 mi hanno comprato un servizio importante. Oggi, 23 anni dopo, sto lavorando alla mia 29 esima storia per il National Geographic: una storia ambientata nel Golfo del Maine, intorno a un relitto spagnolo del 14esimo secolo»

Come è cambiato il suo lavoro negli anni? Ormai, con le nuove tenologie, chiunque si improvvisa fotografo subacqueo?
«In effetti sta cambiando tanto. E le mie storie ormai guardano sì alla vita selvaggia ma anche a come sta mutando l’ambiente marino…».

Lei è uno dei fondatori della International League of Conservation Photographers: cosa pensa del rapporto dell’uomo con gli oceani ?
«Credo che siamo tutti direttamente connessi con gli oceani. Anche chi vive sulla terraferma. Ogni respiro degli umani, il 50% dell’ossigeno che respiriamo, è generato dagli oceani. Il 95% dell’atmosfera dove la vita può esistere dipende dagli oceani. Dobbiamo proteggerli».

Tra pochi giorni andrà in onda su Disney Channel il suo documentario a puntate sulla vita delle balene. Quando ha avuto il suo primo incontro con i cetacei?
«La prima volta che vidi una balena era il 1985: ero così entusiasta che, senza pensarci su, mi buttai in acqua. Ho fatto una cosa pericolosa, ma sono fortunato d’essere qui a poterlo raccontare. Passarono altri 13 anni prima che comprassero il mio primo vero servizio per il National, nel 1998. Mentre le riprese per “Secrets of the whales” le ho iniziate nel 2017. In 4 anni abbiamo girato in 24 diverse location».

Avete accumulato migliaia di ore di filmati. E migliaia di chilometri in trasferte.
«Sì, l’anno più impegnativo è stato il 2019: ogni mese ero fuori in un posto diverso, dallo Sri Lanka a Santo Domingo, dalla Groenlandia alla Nuova Zelanda. Senza mai fermarmi»

Trentacinque anni per mari e Oceani: quali sono le cose piu’ belle che in vita sua ha visto sottacqua?
«Credo di aver vissuto le emozioni più belle proprio con le balene. Durante le riprese di “Secrets of the whales” sono rimasto colpito nel vedere la tenerezza che c’è tra le madri e i piccoli di magattere». (continua a leggere dopo i link e la foto)

Dopo quasi 4 anni di vita in comune con questi giganti del mare, quale pensa sia la particolarità più sorprendente delle balene ?
«Che sono come noi, sentono il mondo acusticamente, dividono tratti comuni con noi. Hanno preferenze per il cibo, cantano, cullano i loro piccoli, e insegnano loro la cultura; la trasmettono di generazione in generazione. Hanno il senso della famiglia, hanno lingue e dialetti. Una vita davvero ricca e complessa e molto simile a quella degli umani. Vederle danzare insieme, con movimenti gentili, mi ha lasciato senza parole: sono animali così grandi ma bellissimi, che hanno una grande empatia tra loro».

Quello che manca loro, rispetto all’uomo, sembra essere la violenza gratuita, è vero?
«Sì, se facciamo eccezione per le orche. Credo comunque vi stupirà questo film, vi lascerà senza parole vedere come vegliano i propri morti, scoprire che si raccontano storie e leggende… Sono così speciali, mammiferi straordinari».

E quali quelle le esperienze sottomarine che più l’hanno spaventata?
«La cosa piu spaventosa che mi sia capitata è stato perdermi al largo della costa irlandese mentre facevo una storia sulle migrazioni delle foche del Canada. Con gli animali però, in generale, sono state poche le situazioni davvero a rischio, qualcuna con i coccodrilli e un paio con un numero incredibile di squali nel Sud Pacifico».

La serie in quattro parti targata National Geographic è prodotta da James Cameron e narrata nella versione originale da Sigourney Weaver. Come ha conosciuto Cameron ?
«La prima volta ci siamo incontrati nella sede del National Geographic, tanti anni fa: eravamo entrambi a una celebrazione e ci hanno presentati. Ma ci siamo conosciuti veramente attraverso i nostri lavori. Poi ci siamo visti ripetutamente ed è stato un grande privilegio avere James come produttore, perché ha portato storie e un insight, una prospettiva del produttore che è risultata impagabile».

Conosce il Santuario dei cetacei davanti alla Liguria, nel Mediterraneo?
«Ne so qualcosa ma non molto, sono stato in Sardegna a fotografare i tonni, ma mi piacerebbe venire a scoprire il Santuario».

Dove consiglierebbe di andare a vedere le balene e con quale approccio, quali precauzioni, per non disturbare i grandi mammiferi?
«Chiunque può andare a fare whale watching in tanti posti nel mondo. Non vedo precauzioni particolari che si dovrebbero adottare. Ma se volete andare sott’acqua e incontrare gli abitanti di mari e oceani, dovete andare con buon dive master e un buon operatore di viaggi per subacquei. Assicuratevi di partire con le persone giuste. E abbiate cura del vostro cestino dei rifiuti: difendete gli oceani, difendete il pianeta».

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