sabato 20 Luglio 2024

Sul capo chinato nostro e di Drieu

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Un passaggio del Diario di un Delicato, di Drieu, mi ha sempre accompagnato e tormentato negli anni. Ne cito il senso a memoria: la volontà del mio popolo muore come io chino il capo difronte al mio capoufficio.
È una frase potente, che ricorda altri passi tratti dai romanzi di Yukio: il senso è quello di disvelare se stessi, mettersi a nudo, senza maschere, o false identità, difronte alla propria debolezza. Confessare, non in senso cristiano, la propria mancanza di forza è dunque primo passo verso una presa d’atto tradizionale: coraggio è, dunque, non nascondersi. Dire sempre la Verità.
Un mondo privo di gerarchie naturali è di per se il mondo dell’imboscato, delle identità di costruzione, delle concettualizzazioni storiche rese poi mode ed orpelli organizzativi. La società di massa è la società dei gruppi d’identità che lottano per chinare, nel modo più manifesto e blandito possibile, il capo di fronte al detentore del potere. Nella società di massa non esistono altro che arrampicatori sociali.
Così il nostro andare indietro verso esempi esistenziali assai notevoli e in ordine ( dalla trincerocrazia alle esperienze nazional-rivoluzionarie) non può non tener conto di un punto: nel deserto il manierismo è inutile. Non ci salverà. Tagliate le linee virili di consanguineità, noi siamo, oggi, tutti come delicatissimi Drieu. E a differenza sua non abbiamo nemmeno il coraggio di ammettere quella stessa e totale incapacità di presenza, prima di tutto individuale, difronte al nulla che avanza.
Anzi, spesso ci rifugiamo in sottili intelletualismi, in vorrei metapolitici che troppe volte nascondo un’ammirazione feticistica per il nemico. La frase di Drieu tormenta perché impone la verità dei fatti: tutto nasce dal proprio Esserci. Una goccia, un rivo, un fiume. Alzare la testa difronte al proprio Capo Ufficio. Nessuno di noi ha realmente combattuto, nessuno ha mai ritrovato il vero punto essenziale della propria virilità. Alzare la testa difronte al proprio Capo Ufficio significa ridare volontà a se stessi. E tramite se stessi, l’Io come strumento, l’azione senza intenzione, ridare volontà a ciò che ci circonda.
Solo allora sarà opportuno riparlare di élite, di popolo, di avanguardie, e, nello specifico di Lobby di Popolo: non a caso quell’insieme di esperienze dritte, giuste e forti in grado di imporsi nella realtà per la sola loro presenza. Per la solo loro forza inarrestabile.
Una chiosa: la volontà di potenza è una meditazione occidentale. Quando si pensa di meditare non si sta meditando. Quando si pensa di voler qualcosa, non la si sta volendo.

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