sabato 20 Luglio 2024

I fratelli siamesi

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Prima e dopo Nagasaki

Il 9 agosto del 1945 con l’atomica americana sulla città giapponese di Nagasaki (80.000 morti) si chiudevano la guerra mondiale e un trentennio di immani massacri.
Oltre sessanta milioni di morti ad est per modificare la società ad opera russa e poi l’Holodomor (7 milioni e mezzo di ucraìni annientati dai russi), l’eccidio a Katyn dei polacchi da parte russa e i massacri dei popoli successivamente occupati dall’Armata Rossa a cui facevano da pendant il napalm americano sull’isola di Cézembre (l’isola più bombardata della guerra) sui nostri fanti di marina della San Marco e sulla batteria tedesca che difendevano Saint-Malo, il massacro americano di Dresda con le bombe al fosforo, quello di Amburgo (denominato Operazione Gomorra) e la strage nucleare di Hiroshima ad opera della potenza democratica che si era formata con il genocidio dei nativi pellerossa. 

Nel dopoguerra, con alcune imitazioni illustri da parte di Mao e Polpot o di Israele (sorta grazie al sostegno russoamericano congiunto), avrebbero continuato imperterriti entrambi questi fratelli siamesi dell’inenarrabile con le loro “missioni di pace” o le “operazioni speciali”, per “salvare la democrazia” o “difendersi dal fascismo” e infine per “denazificare”. Sempre mano nella mano (anche quando s’insultano), sempre complici e identici nella natura, sempre contro di noi e contro la dignità, la libertà e l’identità delle persone e dei popoli. Sempre: non dimentichiamolo mai!

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