venerdì 19 Luglio 2024

Messina Denaro e la democrazia

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Cosa viene sepolto con l’arresto del boss e cosa invece è vivo e vegeto?

È tutto un accapigliarsi sull’arresto del boss mafioso. Chi si preoccupa di come sia stato arrestato, chi si chiede se abbia concordato l’arresto, chi si finge scandalizzato e stupefatto per i trent’anni di latitanza, interrogandosi sulle coperture ottenute. Fatto sta che si continua a ciurlare nel manico.
La retorica moralista che parla di una presenza tumorale nei tessuti della società che sarebbe stata favorita da appoggi occulti e altolocati è qualunquista e poi – egemonia gramsciana docet – ricalca la storiografia comunista, esattamente come per gli anni di piombo e lo stragismo.
Ma la realtà è diversa,

Arcaici
Messina Denaro è uno degli ultimi boss di una Mafia arcaica, ormai superata da altre gestioni (associative, benevole, finanziarie ecc) che consentono alle confraternite politico-mafiose di gestire potere e denaro. In alto come in basso il malaffare si è evoluto. Cosa Nostra è arretrata rispetto alle sue creature e anche questo spiega la perdita di consenso popolare in Sicilia e la presa di coraggio della gente. Eppure ancora oggi, solo se ci soffermiamo alla Sicilia, un 15% di voti è indirizzato dalle mafie vecchie e nuove. In Calabria probabilmente è peggio.
Ma questa permenenza arcaica, con tanto di residua base sociale, non inganni. Altrove è perfino peggio perché nella società liquida la speculazione, l’usura, il clientelismo, il ricatto, la paura, la fanno da padrone, stanno solo più avanti.

Madre Fondatrice
Non dobbiamo sorprenderci. Malgrado la retorica resistenzialista e quella comunista (che comunque ha localmente pagato qualche tributo di sangue nel dopoguerra), si tratta di una pura e semplice evoluzione di quello che altro non è se non il potere globale del Crimine Organizzato.
La possiamo girare quanto si voglia, ma lo sbarco in Sicilia degli angloamericani (e dei francesi) fu organizzato da Cosa Nostra che divenne Madre Fondatrice della Repubblica Antifascista.
In collegamento diretto con la massoneria inglese, con la Casa Bianca, con i padrini italoamericani e con i Marsigliesi.

Guerre di mafia
Le guerre di mafia furono spesso guerre tra fazioni di potere che si riflettevano in loco. Così come la scalata dei corleonesi contro i palermitani rientrava in una strategia di colpi di Stato striscianti che avevano come contenitore e terasformatore quella P2 di cui, ancora una volta, abbiamo l’immagine che hanno imposto i comunisti stravolgendo la realtà. Il Pci era complice di molte cose, tra le quali la scelta dei dirigenti dei servizi segreti praticata assieme ai presunti anticomunisti di Gelli che non erano per niente come li dipingono e come abbiamo accettato supinamente di immaginarli.

Onore al merito, ma nulla è cambiato in meglio
Non ci piove sul fatto che siano esistiti ed esistano funzionari e magistrati che, a volte isolati, a volte abbandonati, a volte sacrificati, a volte manipolati, hanno fatto la guerra a Cosa Nostra o che la fanno oggi ai suoi residui. Né si deve mai dimenticare il sangue di chi, nella società civile, si è opposto coraggiosamente e a costo della propria vita alle prepotenze subite.
Ma quella che viene inghiottita oggi dal carcere speciale è una Mafia residuale che nulla potrebbe simboleggiare meglio del Messina Denaro arrestato, sia nel cipiglio imbacuccato, sia nell’incedere, sia nelle  condizioni di salute.
Forse è un funerale storico, ma non ci si è affatto liberati dalla Mafia: tutti i suoi valori, meno quello della solidarietà interna, sono gli stessi della democrazia speculatrice e usuraia che impone, esattamente come le cosche, linguaggio, morali di costume ed esclude, se non uccide civilmente, chi non si è lasciato affiliare.
Sarà sempre così finché non ci decideremo a seppellire tutto l’insieme valoriale della Madre Fondatrice, che non si limita alla brutalità corleonese ma domina i migliori salotti mondiali.

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