giovedì 18 Luglio 2024

Reset!

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored


Perché siete così disfattisti, incattiviti, astiosi e disperati nei vostri reiterati fallimenti politici

Mi sono soffermato sugli errori d’impostazione del sovranismo che hanno prodotto l’attuale fase di destra terminale.
Potete rileggere https://noreporter.org/index.php/alterview/29667-il-grande-errore-sovranista
Di lì si entra in un labirinto senza uscita da cui conseguono le attuali “interpretazioni” psicotiche e sballate di ogni forma del reale (dall’invasione russa dell’Ucraìna, alla Nato, alla Ue, al ruolo delle classi politiche, fino a quello della sovranità elettorale).

I politici su libro paga
Si è convinti che ovunque i politici siano comprati e, quindi, che non si possa fare nulla se non si distrugge prima il potere di quelli che li pagano.
Questa conclusione paralizzante viene poi aggirata tramite l’introduzione di una teoria bislacca: vale a dire che basterebbe svelare la verità (quella che la destra teminale è convinta di detenere, avendo creduto di aver capito la critica antidemocratica e nazionalrivoluzionaria, di cui ha però smarrito lo stesso fondamento) perché il popolo (strano soggetto astratto che ricorda il proletariato d’antan) rovesci il potere. Come farebbe, poi, non è dato sapere.
Quindi dal primo errore (i politici sono tutti comprati), si passa al secondo (non si può fare niente) e di lì al terzo  (m’illudo che un astratto soggetto collettivo si liberi).

Le forze che non ci sono
Mi par chiaro che i politici, e soprtattutto i governanti, siano dipendenti da forze a loro superiori, che hanno peso economico e potere reale e a cui rendono obbligatoriamente conto.
Il punto è che questa non è una prerogativa attuale, anzi è stata la regolarità storica, talvolta moderata, temperata, contrastata, da fenomeni particolari che si possono inquadrare nelle categorie del cesarismo, della monarchia popolare e dei socialismi nazionali di varie forme.
Non è detto, anche se è poco probabile, che a certi livelli i politici non siano su libro paga, ma è certo che sono condizionati dai rapporti di forza.
Per questo non sono importanti più di tanto la convinzione e l’onestà del politico – che solo chi ha un minimo di istinto è capace di riconoscere – quanto le forze con le quali esso deve confrontarsi.
Il problema essenziale, quello a cui ci si sarebbe dovuti dedicare fin dal 1991, è la costituzione di forze economico/cultural/sociali in grado di controbattere in senso nazionale e popolare quelle internazionaliste, classiste e di casta con cui i politici di tutto il mondo, e non solo in Europa, si devono rapportare.

Il potere delle lobbies
La destrutturazione sociale in atto in quest’epoca tecno-globale ha fatto venire meno la quasi totalità delle rappresentazioni sociali (ivi compresi i sindacati e i partiti oggi surrogati a imprese mediatiche e finanziarie). Questo ha proiettato le minoranze organizzate a livelli notevoli di potere. Su questi nuovi attori forzatamente sovversivi si è sviluppata la logica dell’Open Society che ha cavalcato quelle minoranze fino a snaturarne lo stesso spirito. Per esempio, la relazione tra Lgbt(ecc) e Teoria del Genere è forzata. Possiamo dedurne che ci sono minoranze organizzate al di sopra delle minoranze organizzate percepibili e che le utilizzano per perseguire scopi sinistri? Sì, ma è anche nella logica delle cose. E qui si nota, senza alcuna scusante, la mancata costituzione di una lobby popolare.

Il miraggio democratico
Chi non sia rappresentato da una lobby è sempre più solo e senza protezione. Questo orienta parecchi a rigettare giustamente la situazione attuale e a cercare sfogo in una sfida “populista”.
Il problema è che non si tratta di popolo ma di massa confusa. Orbene, la massa si distingue per l’essere ottusa, squilibrata e incapace di amministrarsi. Sicché i toni diventano ghigliottinisti e la brama è tirannica. Una tirannia che la massa è incapace di esercitare ma che, quasi per proprietà transitiva, finisce col realizzarsi nello stesso potere che essa s’illude di combattere.
Le rivendicazioni democratiche solo quello producono, vieppiù quando stupidamente intrise di mentalità pentastellata. Che poi è la medesima della destra terminale e del populismo di base.

I “tradimenti”
I tribuni scelti dalla massa (o cavalcanti la massa), una volta giunti a dama, o anche solo avendo subodorato successi vicini, “tradiscono” puntualmente. Tsipras, Grillo, Marine Le Pen, Salvini, e chi più ne ha più ne metta, sono stati accusati di questo perché, una volta avuto a che fare con la realtà, non hanno bloccato militarmente l’immigrazione (o comunque hanno dichiarato che non lo faranno), hanno rinunciato a uscire dall’Euro, dalla Ue, dal Wto e dal Club di Topolino.
Se tradimento c’è stato da parte di alcuni, questo è stato “prima”, quando hanno cavalcato senza rettificarle tutte le buffonate demagogiche in questione. Una volta a confronto con la realtà essi non si sono “venduti” (almeno non necessariamente), ma si sono resi conto di come stanno le cose.
E sono loro mancati, ammesso che ne avessero intenzione e volontà, gli strumenti e le sponde necessari per segnare almeno alcuni cambi di simboli e salti di qualità
Il problema è che, a monte, si era preferito, con stolta furbizia opportunistica, incoraggiare le demagogie sciocche invece di elaborare soluzioni alternative per la gestione del reale.
Il vero e solo problema è che continua a mancare un soggetto politico adatto alla post-democrazia.
Tutto il resto è consequenziale.
Si può essere così stupidi dal valutarlo con i prismi destroterminali, o, se si ha qualche neurone e, soprattutto, se si è animati da volontà, lo si deve fare con autocritica costruttiva e con entusiasmo.
Per poi agire di conseguenza. In primis depurando i cervelli condizionati dai dogmi e dagli schemi più idioti che per certuni sarebbero “nostri”: probabilmente perché non sanno proprio più di cosa parlano.
Reset!

Ultime

Vestigia di un passato solare

Un'altra scoperta italiana nel Mediterraneo

Potrebbe interessarti anche