giovedì 18 Luglio 2024

L’assassinio di Giancarlo Esposti

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49 anni fa, dopo la strage di Brescia, per consentire il depistaggio che allontana le tracce dagli esecutori (partigiani e brigatisti del Superclan) si devono inchiodare dei colpevoli fascisti. Il ministro dell’interno, il partigiano bianco Taviani, dirigente di Gladio attiva alcuni uomini nei carabinieri, tra cui l’ineffabile Delfino. Gli Usa hanno chiamato il Pci nell’area di governo e non si può far conoscere la verità, Due giorni dopo il massacro, e con giudici e Questura bloccati dall’alto affinchè non seguano la pista rossa, un campo paramilitare nel reatino fa l’affare. Lì, a Pian del Rascino, viene ucciso dagli uomini del capitano Filippi il camerata Giancarlo Esposti. Perfetto: hanno trovato lo stragista e nemmeno può dimostrare la sua innocenza perché è morto. Viene diffuso un identikit dello stragista ricalcato sulla foto segnaletica della vittima. Peccato che si fosse fatto crescere la barba da un mese, cosa che i servizi non sapevano, sicché l’accusa verrà cestinata,

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