giovedì 18 Luglio 2024

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POTENZA – I Carabinieri del Ros stanno eseguendo stamani oltre 30 arresti, a conclusione di indagini coordinate dai pm di Potenza – Vincenzo Montemurro ed Henry John Woodcock – che hanno portato a sgominare un’ organizzazione ”transnazionale”, dedita al trasferimento in Italia di ragazze dai Paesi dall’ Est da avviare alla prostituzione.
Nell’ ordinanza di custodia cautelare (per molti in carcere, per altri agli arresti domiciliari) – emessa dal gip di Potenza, Alberto Iannuzzi – i reati contestati agli indagati sono associazione per delinquere finalizzata all’ ingresso in Italia di extracomunitari, sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Le ragazze giunte in Italia venivano poi costrette a prostituirsi in locali notturni di Lombardia, Trentino-Alto Adige e Abruzzo: gli investigatori hanno accertato anche contatti fra alcuni degli appartenenti all’ organizzazione arrestati oggi e una cosca mafiosa calabrese.
Durante l’ operazione ”Iena” i Carabinieri del Raggruppamento operativo speciale stanno eseguendo 33 ordinanze di custodia cautelare, 20 in carcere e 13 agli arresti domiciliari. I militari, inoltre, hanno sequestrato sette locali pubblici nelle province di Brescia, Trento e Pescara: sono i locali nei quali le ragazze, giunte in Italia dai Paesi dell’ Est convinte che avrebbero migliorato la loro condizione, venivano avviate, secondo l’accusa, alla prostituzione. L’ arrivo in Italia delle ragazze e’ cominciato anche prima dell’ approvazione, avvenuta alla fine di luglio del 2002, della legge cosiddetta Bossi-Fini sull’ immigrazione, ed era pianificato proprio per sfruttare le possibilita’ previste dalle norme italiane.
Le indagini coordinate da Montemurro, che e’ sostituto procuratore della Repubblica presso la Direzione distrettuale antimafia di Potenza, e Woodcock hanno fatto emergere anche collegamenti fra il capo dell’ organizzazione sgominata oggi e la cosca Piromalli-Mole’ della ‘ndrangheta calabrese, in provincia di Reggio Calabria, che attraverso una propria societa’ attestava fittizie assunzioni delle donne da avviare alla prostituzione, ottenendo cosi’ i permessi di soggiorno.

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