venerdì 19 Luglio 2024

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Partecipiamo al programma avanzato per i nuovi missili da crociera

Buone notizie dal salone aereo parigino di Le Bourget. Francia e Italia sembra che abbiano appianato le loro recenti divergenze politiche, con Roma che ha deciso di aderire al programma franco-britannico FMAN/FMC (Futurs Missiles Anti-Navires et Missiles de Croisière), i futuri missili antinave e missili da crociera.
Il ministro delle Forze Armate francesi Sébastien Lecornu ha incontrato lo scorso martedì 20 giugno il suo omologo italiano Guido Crosetto, che ha comunicato la decisione italiana di aderire al programma. Una lettera di intenti è stata firmata il giorno stesso dalle autorità dei tre Paesi e allo stesso tempo, il presidente francese Emmanuel Macron e la premier Giorgia Meloni hanno manifestato l’intenzione di “lavorare insieme” al di là delle “polemiche”.

Il programma per i nuovi missili da crociera è guidato da MBDA, il consorzio anglo-franco-italo-tedesco leader europeo nella produzione di missili, ed era originariamente finalizzato a sostituire entro il 2030 l’attuale linea di vettori da crociera in servizio con le forze armate britanniche – Storm Shadow e Harpoon – così come in quelle francesi – Scalp ed Exocet. Lanciato da Parigi e Londra nel marzo 2017, è uno dei programmi più importanti nel settore della Difesa per Francia e Regno Unito.

Come riferisce un comunicato stampa delle Difesa francese “l’obiettivo per ciascuno dei tre Paesi è quello di avere una capacità operativa di attacco profondo entro il 2030. Questa nuova fase del programma FMAN/FMC rafforzerà la base industriale e tecnologica della Difesa europea attorno a MBDA, leader europeo nel campo dei missili”. Attualmente, come riporta Naval News, la fase di concept ha un valore di circa 100 milioni di euro ed è finanziata in parti uguali da Francia e Regno Unito.

Risulta che sia già stata stabilita la tabella di marcia provvisoria dello sviluppo del nuovo sistema di missili da crociera che pone al 2024 il lancio del programma, al 2028 l’entrata in servizio per la versione anti-nave e al 2030 quella per la variante da attacco terrestre. L’adesione dell’Italia andrà a colmare un’esigenza che si presenterà a breve, ovvero la necessità di sostituire i missili da crociera Storm Shadow utilizzati dall’Aeronautica Militare Italiana e prodotti anch’essi da MBDA.

Lo Storm Shadow ha avuto il battesimo del fuoco nel 2003 quando i Tornado britannici lo hanno usato nel conflitto in Iraq. Nel 2006 tre Tornado Ids del 154esimo Gruppo del Sesto Stormo dell’Am hanno portato a termine il programma di integrazione del missile sui velivoli italiani che ad aprile del 2011 li hanno usati per la prima nell’ambito dell’operazione Unified Protector su obiettivi libici.

Il nuovo vettore FMAN/FMC molto probabilmente si candida anche per andare a equipaggiare i nuovi cacciatorpediniere della Marina Militare Italiana, che abbisognano di un sistema in grado di effettuare attacchi terrestri in profondità come da requisiti espressi dalla forza armata, e si ritiene possa venire imbarcato anche suoi nuovi sottomarini Type 212 NFS che Fincantieri sta costruendo per il nostro Paese.

Non siamo a conoscenza della ripartizione degli oneri produttivi, né della distribuzione delle competenze, ma MBDA Italia potrebbe molto facilmente portare la sua esperienza accumulata col programma Teseo, che ha generato la versione Mk2/E già prevista per la nostra Marina e che si vedrà proprio sui nuovi DDX ma che potrebbe anche sostituire la precedente versione Mk2/A a bordo delle fregate di classe Fremm e sui caccia Orizzonte tramite retrofit.

MBDA Italia sta infatti attualmente sviluppando un sistema di guida terminale (homing) dual-mode molto avanzato che sarà caratterizzato da un seeker di nuova generazione con capacità contro-contromisure elettroniche (Eccm) e sensore elettro-ottico. Come già riportato in occasione della comunicazione della scelta della Marina Militare Italiana in favore del Teseo Mk2/E, il seeker sviluppato da MBDA insieme a Leonardo, sarà dotato della tecnologia AESA (Active Electronically Scanned Array) fornita da quest’ultima società.

Le caratteristiche dei nuovi vettori, diffuse attualmente quindi facilmente passibili di variazioni – fermo restando che, come sempre ricordiamo, i dati tecnici resi pubblici non sono mai quelli effettivi di un sistema d’arma – riferiscono di una portata di classe 300 chilometri, una velocità di Mach 5, capacità di sea skimming per la versione antinave, una lunghezza di circa 5 metri e una carico bellico di 200 chilogrammi per un peso complessivo di 800, inoltre, al pari dello Storm Shadow, avrà caratteristiche di bassa osservabilità radar. Il vettore è compatibile coi Vls (Vertical Launch System) navali Mk41 quindi potenzialmente utilizzabile anche dalla maggior parte del naviglio Nato, oltre che ovviamente coi francesi A70 (usati sulle Fremm).

L’Italia ha quindi optato per una soluzione “casalinga” ma soprattutto europea per colmare la lacuna rappresentata dai vettori da crociera per la Marina Militare: nell’ultimo Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa si parlava infatti di capacità “deep strike new generation” rappresentata dal TLAM (Tomahawk Land Attack Missile) ma non era stata messa a bilancio. Ci auguriamo che la tabella di marcia fissata da MBDA sia rispettata e quindi di vedere in servizio i nuovi missili nei tempi previsti, considerando che i DDX vedranno la luce, secondo i piani della Marina Militare, proprio nel 2028.

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