lunedì 1 Luglio 2024

Se non si schiaccia il golpe nigerino non ci restano due generazioni

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Niger: le domande sono molte.
La prima è come abbiano fatto i francesi a farsi far fessi in questo modo, visto che lo scenario era preannunciato.
La seconda e la terza è come si posizioneranno gli Usa e la Cina, cui va sicuramente bene il tracollo europeo in Africa, ma forse non il nostro completo sbracamento, anticamera dell’estinzione etnica, preceduta da una vera e propria paralisi economica.
Alla Cina serve comunque una Ue in piedi e agli Usa garbano continui logorii e indebolimenti e non soluzioni secche. Lo hanno ampiamente provato in Ucraìna, aiutando gli invasi a fermare l’invasione ma boicottandone la controffensiva.
Evito la quarta, sul come si muoverà l’Unione Europea, perché dipende direttamente dalle risposte alla seconda e alla terza.

Cosa comporta la caduta del Niger e lo sfondamento del Sahel
lo abbiamo già analizzato: l’apertura del vaso di Pandora di milioni e milioni di africani verso l’Europa, finora bloccati proprio dal cordone sanitario imposto in Niger dall’Eliseo.
Cui si aggiunge la perdita dell’uranio nigerino che secondo alcune stime rappresenterebbe oltre il 30% del rifornimento delle centrali nucleari francesi (ma Parigi ridimensiona di parecchio le percentuali) e il 24% delle centrali europee e che l’attuale giunta golpista ha congelato.
Se la situazione rimanesse questa, non la Ue ma qualsiasi Europa diverrebbe in pochi anni un Terzo Mondo al di fuori dalla storia e per giunta non ci sarebbero davanti a noi nemmeno due generazioni di autoctoni.

Eppure non è una sorpresa
Non solo lo scrivo da sempre (e in appendice riporto alcuni estratti datati), non solo i servizi italiani lo paventarono a inizio anno, ma i russi lo proclamano chiaramente da tempo.
D’altronde il loro attacco all’Europa non è partito dall’invasione dell’Ucraìna come pensano i più ma dalla destabilizzazione del Mali, che la precede di oltre un anno e che comportò come reazione francese lo stop del sostegno armato che Parigi offriva dal 2015 ai separatisti del Donbass.
In seguto fu con magniloquenza che la Russia parlò, sia come governo che nell’ambito del suo Congresso Antifascista Internazionale, della volontà d’imporre alla Ue “razzista e nazista”, masse di africani per farle espiare il colonialismo e per esaltare il Black Live Matter.
La Wagner lo minacciò pubblicamente.

Il golpismo sostenuto dai russi in Niger
con mobilitazione di Mali e Burkina Faso, ha ora incassato l’entusiasmo di Julius Malema, il leader del partito sudafricano EFF che predica la caccia all’uomo nei confronti degli Afrikaner (anglofoni o boeri) e che il 30 luglio ha urlato “We are Putin, Putin is us”. Poco prima lo stesso Putin aveva addirittura affermato “In Russia it is natural and accepted as normal, it is on genetic level of Russians to race mix”.
È vero che il Dugin di cui si straparla nei cassetti è accreditato solo nelle nicchie cui è rivolto il suo servigio mentre in Russia conta meno di Razzi in Italia, ma anch’egli si è adeguato perfettamente.
“African are original people, They belong to the golden age of humanity. We are living in the iron age where anti-blacks (White) rules. The African fight is the global fight for the restauration of Golden Age and Sacredness. Is the historical alchemy – to transform the End in the New Beginning, the night of history into the New Dawn”  https//archive.is/XycVQ
Alla faccia del tradizionalista e dall’antisatanista! E della Terza Rom(a)…

È chiarissimo, ma se non lo vuoi vedere…
Svariati borghesi frustrati che sperano che un castigamatti ne vendichi i fallimenti quotidiani ingoieranno anche questa facendo finta di niente, come hanno fatto per la denazificazione, per i congressi antifascisti che hanno messo all’indice anche le loro organizzazioni filorusse, per i chissosi rigurgiti leninisti, sovietici e stalinisti, per l’autoproclamata assunzione del loro leader a paladino della causa ebraica, per gli islamisti che sgozzavano cristiani a Mariupol, per la sostituzione etnica avviata con regolarità nelle città occupate, per la promozione di leggi contro la libertà di pensiero e di parola inesistenti in Inghilterra o in Usa, contenutissime in Israele e moderate, rispetto alle loro, praticamente nell’intera Europa.
Tanto l’importante è dirsi (ribadisco: dirsi) antiamericani e anti-Nato, anche se si è la ragion di esistere dell’Alleanza Atlantica.

Questa fa proprio ridere
Mentre si spalanca il baratro sotto i nostri piedi, compresi i loro, essi sono tutti eccitati in orgasmo passivo. Vi contribuisce, è vero, l’antipatia verso i francesi che sembrano impegnatissimi a tenerla viva.
Ma l’ironia è che, ignari della portata catastrofica delle conseguenze di quanto accade nel Sahel,  sono eccitati contro la sola potenza nucleare europea, per giunta con dottrina strategica autonoma e senza basi americane sul suo suolo. Ma essi sì che sono antiamericani, sui server americani!….
Com’era? Ah, sì: “ridi, pagliaccio!”

A breve vedremo quali saranno le risposte alle quattro domande elencate sopra e, quindi, se avremo un futuro o se dovremo ringraziare russi ed americani per aver portato a termine a tenaglia il nostro sterminio intrapreso negli anni quaranta.
Lo sapremo presto.

……..

APPENDICE
Estratti da miei articoli, con la data, in cui parlavo dell’Africa. Come possano aver fatto i francesi a farsi cogliere di sorpresa lo spiegheranno a Cartesio.

25 maggio 2022
La minaccia africana
Il blocco del porto di Odessa, l’incetta e perfino la distruzione del grano ucraìno stanno provocando una tempesta demografica in Africa che da quel grano dipende. Putin, in perfetto stile mafioso, ha ricattato l’Europa, minacciando di subissarla di ondate migratorie.
E qui entra in gioco la delega americana ai russi in Libia e perfino in Mali dove – con un golpe – gli Usa hanno permesso loro di soppiantare i francesi e di aprire quindi un varco nel Sahel.
Tra i russi che fanno il loro gioco da una parte e gli avversari locali dei mercenari di Wagner, degli islamisti definiti vicini ad Al Qaeda e dunque sotto diretta influenza statunitense, dall’altra, gli americani stanno chiudendoci su tutti i lati e ci stanno stritolando. Da un lato, sempre grazie a Putin che dovrebbe proprio essere eletto l’uomo dell’anno per il Pentagono e per Wall Street, ci ricattano con la tensione bellica e con la delega agli inglesi della leadership nell’Europa dell’est; dall’altro, a sud, ci bloccano gli sfoghi geo-economici e ci minacciano demograficamente in modo disastroso.

1 giugno 2022
Tener chiuse le arterie verso l’Asia e l’Africa
Lo sviluppo cinese, le riserve di petrolio considerate limitate, la competitività raggiunta – pure con forzature belliche – dello shale americano, hanno dettato anche altre soluzioni, come l’ibrido e l’elettrico della new economy e reso così strategici altri giacimenti minerali, quali il litio e il cobalto.
Il che ha rivoluzionato la mappa delle priorità imperialistiche mondiali e delle contese.
Di qui il tentativo Usa di contenimento della ripresa europea e la necessità di alzare i costi del gas e del petrolio, affinché noi si sia dipendenti dagli Usa e lontani il più possibile dall’eurasiatico come dall’eurafricano. 

27 giugno 2022
Quello che la guerra sta provocando
Poco conta stabilire fino a che punto Putin e Biden abbiano concordato l’aggressione russa all’Ucraìna come sostiene (a mio parere abbastanza giustamente) Ahmadinejad, l’importante è che l’azione va oggettivamente in una direzione che sottrae la Russia a qualsiasi ipotesi grancontinentale, spacca l’Europa, la minaccia di tenuta per il suo tentennare nei confronti dell’aggressore moscovita, ne appesantisce la congiuntura economica, ne ritarda la riconversione in New Economy, l’allontana dalla proiezione sul Pacifico e la minaccia da sud con la combinazione blocco del grano e controllo russo della Libia e del Mali da cui potranno scagliarci addosso milioni di profughi affamati.
Il che fa scopa con l’intento americano che si riassume in tre linee fondamentali. Spezzare la cooperazione russotedesca, definita giustamente da loro come pericolosa solo se a trazione germanica; buttarci fuori dall’Africa; farci pagare cara la presunzione di assumere un ruolo nel Pacifico.

8 luglio 2022
L’Italia al capolinea
Sappiate comunque  che quello che state paventando non sarà che un inizio. La Russia, affamando l’Africa in concerto con gli Usa e detenendo, per gentile concessione americana, il Mali e la Libia, per quelle vie potrà in futuro subissarci di immigrati africani, quanti non riusciremo neppure a immaginare, altro che quello a cui siamo abituati!
Nella guerra russoamericana all’Europa ci sta tutto.
E nessuno fiati! Specie i filo-russi

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