venerdì 19 Luglio 2024

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Torture, stupri, omicidi, umiliazioni. Benvenuti nel “sogno americano”, che finalmente si manifesta al mondo per quello che è ed è sempre stato: un incubo senza fine!

«Tu non conosci leggi umane, né divine, scellerato: anche una bestia ha un fondo di pietà»
«Io non ho pietà alcuna, dunque non sono una bestia»

William Shakespeare, Riccardo III


Una giovane donna trascina al guinzaglio un uomo nudo riverso sul pavimento di un carcere. La stessa donna mima la fucilazione di prigionieri nudi e incappucciati, mentre un’altra donna soldato ed un uomo alzano il pollice in segno di vittoria davanti ad una pila umana di detenuti completamente nudi, accatastati l’uno sull’altro. Un uomo incappucciato, con un poncio attende a braccia aperte, su una cassa, la scarica elettrica dai fili collegati alle mani e ai genitali; altri sono costretti a masturbarsi davanti ai loro aguzzini, mentre dei soldati-carcerieri trascinano sul pavimento tre uomini, sempre completamente denudati e ammanettati tra loro.
A conclusione (per ora) un cadavere incelofanato e ghiacciato il cui viso mostra gli evidenti segni delle torture subite.

Benvenuti nel “sogno americano”, che finalmente si manifesta al mondo per quello che è ed è sempre stato: un incubo senza fine!

No, non siamo sul set di qualche filmino sado-porno, ma nella prigione irachena di Abu Ghraib e queste foto hanno oramai fatto il giro del mondo, suscitando sconcerto, orrore, indignazione e ripulsa in miliardi di persone.
Qui le truppe di occupazione insegnano agli iracheni prigionieri i primi rudimenti della democrazia made in USA.
Siamo solo all’inizio di un campionario degli orrori che neanche il più feroce nemico dell’imperialismo americano poteva immaginare.
A quanto sembra migliaia di foto e persino filmati con tanto di audio ci attendono nelle prossime settimane e mesi.
Ma, a prescindere dallo schifo che tutto ciò può indurre, vogliamo qui fare alcune considerazione a latere sulle torture; e specialmente per quanto riguarda le reazioni della stampa e le dichiarazioni dei politici americani e non sull’intera vicenda.

Una pratica, quella della tortura applicata ai nemici dell’America, che non è affatto una novità, un caso eccezionale. Dallo scotennare i nativi americani per 1$ a scalpo, alla politica della terra bruciata e delle carestie per gli stati Confederati ribelli, dallo schiavismo ai trattamenti disumani nei campi di prigionia per giapponesi e tedeschi (800.000 morti), dalla Corea al Vietnam fino all’America Latina dei militari golpisti addestrati alle tecniche di tortura nei centri strategici statunitensi.

Negli stessi Stati Uniti, con una popolazione carceraria di tre milioni (!) di disperati, le pratiche di sadismo sui detenuti, per lo più afro-americani e latini, sono all’ordine del giorno. Chi ha letto “Nel ventre della bestia” di Jack Henry Abbott?
Sullo scandalo iracheno Mumia Abu Jamal, prigioniero politico da anni nel braccio della morte di Sci Green, dichiara:
«Quanto è accaduto ad Abu Ghraib accade pressoché ogni giorno anche nelle prigioni USA. Le foto hanno dimostrato al mondo un aspetto che non tutti conoscono, soprattutto negli altri paesi: quello di un’America arrogante che impone la propria forza attraverso la tortura e l’umiliazione».
Graner, uno degli aguzzini di iracheni delle foto dello scandalo, faceva il secondino a Sci Green!
Il generale Miller è passato da Guantanamo ad Abu Ghraib, che rimarrà sempre in funzione.

Un bel contrasto con le dichiarazioni rassicuranti di un liberal alla Thomas Friedman che in Salvare l’onore dell’America dichiara sfrontatamente:
«Corriamo il rischio di perdere qualcosa di molto più importante della sola guerra in Iraq. Corriamo il rischio di perdere il ruolo dell’America quale strum

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