lunedì 1 Luglio 2024

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Un’altra previsione per la nostra economia

“L’Italia arriva all’attuale rallentamento in ottima salute”.
Lo dice il direttore dell’ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella. La congiuntura peggiora, secondo la sua analisi, che prevede una crescita dello 0,8% quest’anno e dello 0,9% nel 2024, ma agosto e settembre sono stati il bimestre migliore di tutti i tempi per presenze turistiche, la produzione industriale ha smesso di calare e l’occupazione cresce.
Fatto 100 il Pil reale aggregato nel quarto trimestre 2019, nel terzo trimestre 2023 l’indice vale in Germania 100,3, in Francia 101,7, in Italia 103,3 e anche nel 2024 staremo sopra i livelli pre-pandemia.

In Italia 43 milioni di persone faranno regali per il Natale 2023 con una spesa media di 186 euro a testa, in crescita dai 165 euro dello scorso anno in termini reali, al netto dell’inflazione. La spesa complessiva, secondo l’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio, raggiungerà 8 miliardi di euro, un livello che supera quello del 2022 e del 2021 (7,1 miliardi e 7,8 miliardi ai prezzi del 2023) ma è ancora al di sotto di quello del 2020 (era 8,3 miliardi) e del periodo pre-Covid.
Farà regali oltre il 73% degli intervistati e circa 4 su 10 di quelli che li faranno considerano comprare doni “una spesa che piace affrontare”.
Confcommercio stima inoltre un aumento del volume delle 13esime mensilità di dipendenti e pensionati che raggiungono 50,1 miliardi di euro, dai 47,4 miliardi del 2022 a prezzi correnti.
Di questi, al netto del fisco (Ici, Imu, Tasi, Tasse auto e canone Rai) ed extra-costi dell’energia, ne restano disponibili per i consumi 43,6 miliardi, 8,7 miliardi in più rispetto all’anno scorso, segnato dall’alta inflazione e dalla crisi energetica. I consumi medi da tredicesima per famiglia a prezzi costanti sono previsti di 1.882 euro, 284 euro in più rispetto all’anno precedente ma ancora al di sotto dei 1.936 euro del 2019, prima del Covid. L’incremento delle tredicesime, secondo questa analisi, è dovuto all’aumento degli occupati (+439mila sul 2022 e +420mila sul 2019 nei primi 10 mesi), agli assegni dei nuovi pensionati, al taglio del cuneo rispetto al passato per almeno 3 miliardi di euro correnti e alla fine (provvisoria) dell’inflazione.

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