mercoledì 14 Agosto 2024

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Instagram consentirà a un gruppo selezionato di ricercatori di accedere ai suoi dati per studiare come la piattaforma influisce sulla salute mentale di adolescenti e giovani.

Lo studio
Il programma pilota, lanciato in collaborazione con il Center for Open Science, organizzazione indipendente con sede negli Stati Uniti, potrebbe portare a ulteriori approfondimenti sulla relazione tra i social media e il benessere mentale dei ragazzi. I ricercatori avranno accesso ai dati di Instagram per un massimo di sei mesi, incluse informazioni particolari tra cui le persone seguite, il tempo di utilizzo del social, le impostazioni dell’account e altro ancora. In una dichiarazione ufficiale, Meta fa notare che non fornirà accesso alle informazioni demografiche di un utente, né includerà i contenuti dei suoi post, commenti o messaggi. Attraverso il programma, segnalato per la prima volta da The Atlantic, il Center for Open Science sceglierà fino a sette proposte di ricerca in diverse aree correlate alla salute mentale degli adolescenti. I ricercatori dovranno selezionare i partecipanti e ottenere il permesso esplicito di genitori o tutori.

L’effetto di Instagram sulla salute mentale degli adolescenti è sotto i riflettori da un po’ di tempo. Nel 2021, l’ex dipendente di Facebook, Frances Haugen, aveva fatto trapelare una serie di documenti tra i quali una ricerca interna che suggeriva come Instagram potesse aver accentuato il tasso di ansia e depressione negli utenti più giovani. Da allora, Instagram ha implementato funzionalità volte a proteggere i bambini sull’app, migliorando la gestione della privacy e del tempo speso online.

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A febbraio scorso il sindaco di New York City Eric Adams aveva annunciato che la sua amministrazione ha intentato una causa contro alcune delle più grandi società di social media: Meta (proprietaria di Facebook e Instagram), Alphabet (proprietaria di YouTube), Snap Inc. (proprietaria di Snapchat) e ByteDance (proprietaria di TikTok) – accusandole di aver contribuito alla crisi di salute mentale tra i giovani.

La denuncia sosteneva che le aziende abbiano “progettato intenzionalmente le loro piattaforme per manipolare e creare dipendenza nei bambini e negli adolescenti”. Adams ha dichiarato che negli ultimi dieci anni “abbiamo visto quanto il mondo online possa creare dipendenza e travolgere, esponendo i nostri figli a un flusso continuo di contenuti dannosi e alimentando la crisi nazionale di salute mentale dei nostri giovani”.

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Il fondatore di Meta e gli altri amministratori delegati di X, TikTok, Snapchat e Discord sono stati ascoltati, a gennaio scorso, in un’audizione in Senato sui rischi delle piattaforme online sui minori

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In bilico tra il mondo reale e i tanti mondi del digitale che sono pieni di attrattive e di opportunità, ma anche densi di pericoli che giovani e giovanissimi non hanno ancora gli strumenti per affrontare. È quanto emerge dal Bilancio Sociale della Fondazione Sos Il Telefono Azzurro Ets, presentato a Roma. I due anni di pandemia e i lunghi periodi di lockdown, poi la paura per le guerre in corso, le crisi ambientali ed economica stanno amplificando tra i minori un disagio che era già presente, spiegano da Telefono Azzurro, la progressiva riduzione della socializzazione, la diminuzione delle relazioni affettive e di esperienze tipiche del percorso di crescita sono tutti fenomeni in continua crescita negli ultimi anni, così come la crescente pressione per la performance. A questo si aggiunge l’utilizzo sempre più pervasivo delle tecnologie digitali, che non comporta solo una trasformazione nel modo di comunicare, ma ha anche un importante impatto sulla salute mentale di tutti, compresi i giovanissimi. “Abbiamo bisogno che di diritti di bambini e adolescenti si parli in maniera corretta, informata, scientifica – spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro – La velocità trasformativa del digitale modifica lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei ragazzi che si trovano a gestire, spesso da soli, forme di difficoltà e disagio, oltre a essere esposti a molti rischi. Il senso di angoscia dei più giovani influisce sulle loro aspettative future e non possiamo lasciarli soli consentendo che i mondi digitali e i social network colmino le lacune delle reti familiari e le difficoltà delle scuole nello svolgere, con le famiglie, un ruolo educativo.

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