venerdì 19 Luglio 2024

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Régis Debray che fu guerrigliero in Bolivia col Che ha rotto con la sinistra

Régis Debray partecipò alla spedizione del Che in Bolivia. Catturato, fu condannato a trent’anni. Uscito di prigione per intervento del governo francese, una dozzina d’anni più tardi fu designato da Mitterrand a presiedere il Consiglio di Stato.

Nessuno quanto lui può essere considerato l’icona della sinistra contestatrice e rivoluzionaria francese. Eppure oggi ha rotto con la gauche.

Secondo Debray la sinistra, ancor prima della morte del marxismo, in Francia e in Occidente ha rinnegato quell’essenza comunitaria e religiosa che i culti accesi della République giacobina e della Révolution operaia le avevano trasmesso nel XIX secolo, finendo col convertirsi all’individualismo moralizzatore dell’ideologia dei Diritti dell’Uomo.

Così essa ha consumato, con una soddisfazione tanto più oscena in quanto palese ed ostentata, la sua doppia riconciliazione con i valori borghesi da una parte e con il neo-imperialismo americano dall’altra.

Quel che Debray non perdona alla sinistra, post o anti marxista, è la sua aggregazione incondizionata ed entusiastica a quella che egli definisce come ROC (Religione dell’Occidente Contemporaneo).

Il Roc, per Debray, è un miscuglio di cecità antropologica, di arroganza imperialistica e d’incultura rivendicata come arma di comunicazione di massa. Ma è soprattutto una religione, ovvero un corpus di credenze comuni, costituitesi in un sistema di potere, incarnato e definito da dogmi tra i quali il primordiale è la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, dichiarazione dedotta dall’habeas corpus delle rivoluzioni inglese e americana, che ha sacralizzato l’autonomia individualistica e che oggi costituisce una legge che, di diritto e di fatto, DEVE essere applicata da tutte le società e da tutti gli uomini della Terra.

Da questo dogma scaturisce come automatismo la giustificazione morale delle guerre d’aggressione che si perpetrano contro la Serbia, il Mondo Arabo, l’Afghanistan e gli obiettivi prossimi venturi.

Nel suo recente Moment Fraternité Debray scrive, nell’ultimo capitolo, che non può esistere fratellanza senza la presenza di un sostrato etnico.

Antimondialista, antiatlantista, differenzialista: Debray non è poi tanto lontano da Le Pen.

Così l’ultimo degli uomini del Comandante: non sbagliò di molto il mondo nazionalrivoluzionario a parteggiare per lui nella Sierra!

Queste esternazioni avvengono in straordinaria coincidenza con l’uscita, in Italia, del libro imperdibile   (in foto) “L’altro Che” di Mario La Ferla, edizioni Stampa Alternativa, 211 pagine, 14 euro

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