venerdì 19 Luglio 2024

Grazie di essere schiavi!

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Le gerarchie vaticane insistono nel loro braccio di ferro a difesa del mercato di uomini

 

 

 

I politici, le istituzioni, le comunità cristiane, i media devono imparare a guardare con altri occhi agli immigrati la cui presenza ”è preziosa e indispensabile nelle nostre città”, essi meritano ”rispetto, ammirazione, gratitudine”. Sono le parole del nuovo presidente del Pontificio consiglio per i migranti, mons. Antonio Maria Vegliò, pronunciate domenica scorsa nel corso della messa celebrata per la XVIII Festa dei Popoli svoltasi in Piazza San Giovanni in Laterano. Il testo dell’omelia è stato diffuso dal dicastero vaticano e si è trattato della prima uscita pubblica del nuovo responsabile del dicastero dei migranti, che assume un particolare significato nel complesso dibattito di questi mesi.

Che molti immigrati merito rispetto è vero, perché se lo sono conquistato, così come quelli che c’indignano hanno procurato la nostra indignazione. Che qualcuno tra gli immigrati sia da ammirare è certo, in ogni popolo c’è gente ammirevole. In quanto alla gratitudine, sarà che non percepiamo stipendi ed emolumenti nel sistema schiavistico grazie all’otto per mille ma riteniamo che ad essere giustamente “grati” siano in pochi. Le associazioni catto-comuniste che ricevono denaro e potere grazie alla disperazione dei migrantes, i negrieri, i datori di lavoro in nero e le multinazionali che sfruttano le nazioni di provenienza dei moderni schiavi della democrazia. Monsignor Vegliò e le gerarchie vaticane parlano in nome di tutti loro per impedire che la piaga inizi ad esser curata? Dobbiamo dedurre che è così.

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