sabato 20 Luglio 2024

L’opera dei pupazzi

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Fini e Casini più teatranti di Gheddafi. D’Alema e Pisanu loro comprimari

 

 

 Gheddafi non è andato da Fini. Una mossa diplomatica sia perché Fini rappresenta l’uomo degli inglesi e il falco sionista in Italia, sia perché malauguratamente in giro per il mondo lo prendono per “fascista” e quindi, per l’erede del colonialismo.

Nella buffonata romana il neo governatore della Libia si è mosso in modo chiaro: fumogeni e grancassa, toni duri, affermazioni bellicose, il tutto per giustificare all’opinione pubblica araba la vendita della Libia agli antichi colonizzatori.

Casini e Fini non hanno fatto di meglio. Sono stati al gioco e, fingendo che non fosse una messinscena preordinata, hanno reagito e così, reagendo, hanno proposto all’altra porzione dell’opinione pubblica da tranquillizzare un’immagine forte, sul genere dei barboncini abbaianti.

Ecco le battute dei due teatranti.

Gheddafi in ritardo di due ore? Roba da matti – dice Pier Ferdinando Casini informato dell’inspiegabile forfait del Raìs al convegno nella sala della Lupa -, se fosse rimasto un minimo di dignità e di decoro delle istituzioni, Fini dovrebbe chiudergli le porte della Camera”. E così il presidente della Camera, dichiara annullato il convegno, a cui dovevano partecipare anche – guarda guarda – Massimo D’Alema e Giuseppe Pisanu. “E’ un ritardo senza giustificazione”, dice Fini, aggiungendo che “nel pieno rispetto delle istituzioni e di quello che ritengo sia il ruolo del Parlamento in una democrazia, considero annullata la manifestazione assumendomene la responsabilità”. (ma via! Che cosa “annulli”, se il neo governatore libico al Parlamento non s’era visto?)

Agli atti del mancato convegno è rimasto il discorso che Fini avrebbe pronunciato nell’occasione. In cui, avrebeb criticato apertamente Gheddafi su alcune affermazioni fatte nel corso della sua visita. “Il terrorismo – riporta il testo del discorso di Fini – non è mai stato alimentato dalle democrazie Le democrazie, a partire da quella americana, possono sbagliare, ma non possono certo essere paragonate ai terroristi.” (Vuole forse intendere, Fini, che i terroristi non hanno ancora effettuato il genocidio completo di un popolo al quale hanno rubato la terra natia, commesso svariati massacri con il fosforo e il napalm e perpetrato due stragi atomiche? Non ci avevamo pensato, ma in effetti il presidente della Camera ha ragione, gli Usa non sono paragonabili ai terroristi, li sopravanzano di qualche categoria).

Tutto qui il testo della recita finiana, recita alla quale dovevano partecipare altri tre lacché doc dei poteri forti. Tutto qui ma sufficiente a scatenare risse nella maggioranza.

Il monito a Gheddafi non è però giunto a destinazione perché il governatore della Libia non è venuto a sentire il predicozzo.

La congiuretta dei quattro dell’avemaria – Fini, Casini, D’Alema, Pisanu – dalla quale i loro pupari speravano di creare una crisi internazionale che si potesse ripercuotere in una crisi di governo era stata già sventata preventivamente da Berlusconi sicché alla compagnia teatrale non restava altro che una farsa con pochi spettatori.

L’opera di pupi, anzi l’opera dei pupazzi per ora finisce qui.

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