venerdì 19 Luglio 2024

Strage di Stato

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L’inferno di Viareggio è frutto della “deregulation”. Le “privatizzazioni” di oltre quindici anni fa sono le assassine

   Il cedimento di un asse di uno dei primi vagoni-cisterna del convoglio 50325 Trecate-Gricignano: sarebbe stato questo a causare l’esplosione nella stazione di Viareggio. Una nota delle Ferrovie spiega che dopo il guasto «il carro sarebbe deragliato trascinando altri 4 carri. Lo svio avrebbe provocato la fuoriuscita del gas Gpl contenuto nella cisterna che si sarebbe incendiato al di fuori di questa. Non ci sarebbe stata dunque l’esplosione del primo carro cisterna come precedentemente reso noto a causa delle prime indicazioni. Il controllo effettuato sui carri dai tecnici della verifica in partenza da Trecate non aveva evidenziato alcuna anomalia».

MORETTI – «Dalle prime evidenze i macchinisti non hanno fatto errori». Lo ha detto l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, nel corso della conferenza stampa con il sottosegretario Guido Bertolaso a Viareggio. L’Ad delle ferrovie ha inoltre confermato che «sempre dalle prime evidenze c’è stato un cedimento strutturale nel primo carro: si è spezzato l’asse». Moretti ha poi sottolineato che questi vagoni appartenenti a società internazionali ( i 14 carri del convoglio hanno immatricolazione delle ferrovie polacche e tedesche, e il primo carro appartiene ad una società viennese), rispondono a norme di trasporto dell’Unione europea e dell’Onu e ha aggiunto che proprio i controlli sull’asse fanno parte di «quelle revisioni che sono obbligatorie per le società». «Dal controllo delle scadenze apposte sui vagoni, ha poi concluso l’Ad delle Ferrovie, sembra che la revisione sia stata effettuata regolarmente». Il treno era partito da Trecate in provincia di Novara e doveva arrivare a Caserta, non era prevista alcuna sosta a Viareggio. Il treno è arrivato alla stazione di Viareggio a una velocità di 90 chilometri orari in un tratto in cui è consentita la velocità massima di 100 chilometri. I due macchinisti che sono riusciti ad abbandonare il treno, sono ricoverati in ospedale.

DITTA CON SEDE A VIENNA – La cisterna da cui è fuoriuscito il gas apparteneva alla società internazionale Gatx con sede europea a Vienna. Il vagone, come detto in precedenza, avrebbe subito un cedimento strutturale: si sarebbe rotto un’asse. Ed è proprio la società con sede a Vienna, sottolineano fonti qualificate, che deve assicurare la revisione di tutti gli elementi strutturali. Una tesi respinta però dalla stessa Gatx
Secondo Werner Mitteregger, numero due della Gatx a Vienna la società Gatx Rail cui appartiene il vagone, si limita all’affitto dei mezzi ferroviari gestiti poi dai clienti finali, che sono poi i responsabili delle sostanze trasportate e della gestione del mezzo. «Sono profondamente scioccato per quanto è successo – premette Mitteregger – un incidente del genere non si era mai verificato con i nostri vagoni». «Per ora non sappiamo ancora chi abbia affittato il vagone esploso, stiamo verificando, abbiamo migliaia di clienti», spiega ancora. Del resto, aggiunge, «è troppo presto per poter sapere che cosa abbia provocato l’esplosione». Mitterregger sottolinea che la Gatx, azienda leader nel settore, affitta i vagoni cisterna «con contratti di varia durata». Il dirigente assicura che «sono sempre mezzi relativamente nuovi, che vengono debitamente controllati prima di essere consegnati al cliente che li prende in affitto». Dopodichè, spiega «è come quando si affitta un’auto», in altre parole la responsabilità della manutenzione e della gestione del mezzo ricade su chi l’affitta.

Le “privatizzazioni” della prima metà dei novanta, iniziate grazie a “mani pulite” sono la causa di queste stragi. Ogni bene produttivo delle FS è stato, appunto, privatizzato ed è andato a finire nel prorafoglio di pochi, alla res-publica resta solo da sopperire a quanto è passivo. Con i risultati che abbiamo tutti sotto gli occhi. Ma queste sono stragi che non faranno storia.

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