Il processo al mostro, rapitore e violentatore di un numero impressionante di bambini, ha trovato di fronte agli inquirenti una serie di omertà e di muri invalicabili: tutto questo ha convinto i Belgi dell’esistenza di una potentissima e ben radicata lobby di pedofili in un Paese che già si era contrassegnato per misteri raccapriccianti.
Arlon (Belgio) Il processo al pedofili Marc Dutroux davanti all’ assise di Arlon raggiunge lunedì 24, la seconda settimana di requisitoria, una lunga linea diritta che si sovrappone ad un lungo defilè di testimoni che non ha apportato le rivelazioni che ci si aspettava.
“Dodici settimane di processo, 569 testimonianze e nemmeno una nuova certezza” si lamentava il quotidiano belga De Standard. “Durante l’intero defilè genitori e osservatori hanno capito che il dibattito non avrebbe condotto ad altro che a un nulla di fatto”, sottolineava Le Soir.
Il processo al mostro, rapitore e violentatore di un numero impressionante di bambini, ha trovato di fronte agli inquirenti una serie di omertà e di muri invalicabili: tutto questo ha convinto i Belgi dell’esistenza di una potentissima e ben radicata lobby di pedofili in un Paese che già si era contrassegnato per misteri raccapriccianti (come la banda del Brabant).
La sin troppo facile evasione qualche anno fa del Dutroux (che però s’imbatté in un cacciatore che lo ricondusse in carcere), ha convinto tutti che i complici dell’ineffabile siano particolarmente altolocati.