venerdì 19 Luglio 2024

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Dopo il viaggio del vice di Obama ecco il secondo attacco terroristico alla Russia nel Caucaso

      Nella capitale cecena, Grozny, quattro poliziotti sono stati uccisi e una donna ferita oggi in due attentati messi a segno da kamikaze in bicicletta, modalita’ finora inedita da parte della guerriglia cecena: e’ il bilancio fornito da Vladimir Markin, capo del comitato investigativo presso la procura generale russa, e dal ministro degli interni della Cecenia, Ruslan Alkhanov.
Lo riferiscono le agenzie. Il primo attentatore su due ruote e’ entrato in azione alle 13.10 ora di Mosca ( 11.10 in Italia), facendosi esplodere davanti a due poliziotti, nel centro di Grozny. Mezzora dopo, un altro ribelle suicida ha compiuto un attentato analogo, ammazzando altri due agenti. Nella confinante repubblica dell’Inguscezia, invece, oggi un agente di polizia e’ stato ucciso dopo che sconosciuti hanno aperto il fuoco contro l’auto su cui viaggiava, una Zhiguli.
RUSSIA: INCIDENTE CENTRALE, RIBELLI CECENI RIVENDICANO
MOSCA – Ribelli ceceni hanno rivendicato su un loro sito internet come opera loro il disastro di lunedì scorso alla grande centrale idroelettrica russa di Sayano-Shushenskaya, in Siberia, la più grande del Paese e quarta al mondo, nel quale sono morte almeno 26 persone e altre 49 sono tuttora disperse.
I ribelli separatisti islamici ceceni affermano di aver causato il disastro alla centrale siberiana utilizzando una granata anticarro. “Sia gloria a Dio! Il 17 agosto attraverso i nostri sforzi un’operazione sovversiva è stata compiuta in Khakassia alla diga di Sayano-Shushenskaya”, si legge in una lettera pubblicata dal sito e firmata dal sedicente gruppo Battaglione dei Martiri. “Nella sala macchine – dice il messaggio pubblicato sul sito www.kavkazcenter.com – siamo riusciti a piazzare una granata anticarro con un timer, la cui deflagrazione ha provocato danni maggiori di quelli che ci eravamo immaginati”.
I guerriglieri ceceni hanno rivendicato anche l’attentato compiuto kamikaze, sempre lunedì, nella sede centrale della polizia a Nazran, in Inguscezia, che ha causato la morte di 25 persone e il ferimento di varie decine. Lo si legge nella lettera diffusa nel sito Kavkazcenter.com, che ha ricevuto una mail dai sedicenti responsabili del blitz.
Una sedicente organizzazione ribelle islamica cecena chiamata Battaglione dei Martiri ha dichiarato la “guerra economica” contro Mosca, annunciando che prenderà di mira oleodotti, centrali elettriche e linee di alta tensione in tutta la Russia. L’organizzazione rivendica la paternità del disastro del 17 agosto alla centrale idroelettrica siberiana di Sayano-Shushenskaya e anche l’attentato kamikaze contro la centrale di polizia di Nazran, in Inguscezia. In una lettera pubblicata dal sito www.kavkazcenter.com, che dice di rappresentare i ribelli separatisti ceceni, si dice che il leader ceceno latitante Doku Umarov ha deciso di dichiarare una “campagna di guerra economica contro la Russia sul suo territorio”.
La procura generale russa ha precisato oggi che non esiste alcuna prova di sabotaggio alla centrale idroelettrica siberiana, dove lunedì scorso un incidente dalle cause ancora non accertate ha causato decine di morti, rispondendo così a una rivendicazione di ribelli ceceni su internet. “Nel quadro dell’inchiesta sono esaminate differenti versioni sull’origine dell’incidente”, ha spiegato il capo del comitato investigativo presso la procura Vladimir Markin, citato dalle agenzie. “Tuttavia, la versione dell’attentato non è stata confermata. Gli artificieri dell’Fsb (i servizi segreti, ndr), non hanno scoperto tracce di esplosivo nei luoghi dell’incidente”, ha ribadito, confermando quanto già reso noto nei giorni scorsi. Secondo una lettera scritta da sedicenti guerriglieri ceceni e divulgata dal sito Kavkazcenter.com, l’incidente sarebbe stato causato da una granata anticarro ad orologeria piazzata nella sala macchine della centrale.

Il viaggio di Biden in Caucaso è pienamente riuscito. Gli americani già stanno normalizzando l’area caucasica; come hanno fatto con l’Iraq e l’Afghanistan.

 

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