giovedì 18 Luglio 2024

L’AMBLIMORO ANTIFASCISTA

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“Il peggior prodotto del fascismo è stato l’antifascismo democratico” – Amadeo Bordiga


L’ossimoro, figura retorica che consiste nell’accostare in un’unica locuzione due parole esprimenti concetti contrari, è, come rivela l’etimo greco, una “acuta insensatezza” (oxy moron). Per esemplificare l’ossimoro, il Dizionario della lingua italiana di Devoto-Oli del 2000-2001 cita espressioni quali “ghiaccio bollente” o “convergenze parallele” (anche se quest’ultima potrebbe essere definita, più particolarmente, un… ossimoroteo) .


Poi, però, vi sono anche dei casi in cui l’accostamento di due termini dal significato contrastante configura, a differenza dell’ossimoro, una insensatezza che non è affatto acuta, ma è, invece, decisamente ottusa, sicché un sintagma di tal genere lo potremmo battezzare, se ci fosse consentito l’ardire, con un neologismo di nostro conio: amblimoro (ambly moron), “ottusa insensatezza”.


Così alla categoria degli amblimori si potrebbero assegnare sintagmi quali “antifascismo antimperialista”, “antimperialismo antifascista”, “antifascismo e antimperialismo”, “antifascista e antimperialista” et similia.


A parte gli scherzi, espressioni come queste sono circolate di recente, dopo che venne lanciata l’idea di organizzare, a sostegno dell’Iraq, una manifestazione senza pregiudiziali ideologiche, dalla quale nessuno doveva essere escluso sulla base del suo particolare orientamento politico.


A taluni però parve scandaloso che non venisse fissata, per la suddetta iniziativa, la condizione indispensabile e necessaria della professione di fede antifascista da parte degli aderenti, per cui si cominciò a dire che una manifestazione politicamente ortodossa a sostegno dell’Iraq doveva essere, al contempo, “antimperialista e antifascista”.


Che l’accostamento dei due concetti configuri una contradictio in adiectis, per noi è lampante. Ma, a quanto pare, per molti non lo è affatto e quindi è necessario dimostrarlo, dati alla mano.


Già il giovane Marx aveva definito gli Stati Uniti come il “paese dell’emancipazione politica compiuta”, ovvero come “l’esempio più perfetto di Stato moderno”, capace di assicurare il dominio della borghesia senza escludere le altre classi dalla fruizione dei diritti politici. Un critico marxis

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