venerdì 19 Luglio 2024

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Gli italiani sono sempre più obesi. Anche se, almeno i maschi, dimostrano più attenzione ad alcuni fattori di rischio come il fumo. Questi i primi dati parziali che emergono da un’indagine sui fattori di rischio per le malattie croniche dell’Istituto superiore di Sanità nell’ambito dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare in collaborazione con l’Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri).
Secondo l’Istituto, che ha confrontato i dati provenienti dalle interviste in 9 regioni su un campione di 945 maschi e 919 femmine (l’indagine si concluderà nel 2011) con quelli dell’ultima indagine dello stesso tipo condotta tra il 1998 e il 2002, gli uomini obesi sono diventati il 26% mentre erano al 21 dieci anni fa. Ma sono diventati “più bravi”, come ha sottolineato alla presentazione della ricerca Simona Giampaoli del Centro Nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Iss, nei confronti delle sigarette, visto che la percentuale dei fumatori è passata dal 33 al 26%.
Tendenza che non si riscontra nelle donne, stabili sia per quanto riguarda l’obesità (sempre al 26%) sia per la passione per la nicotina (22%). Migliora per entrambi i sessi, invece, la media della pressione arteriosa e la prevalenza degli ipertesi.
Con i dati raccolti su un campione nella fascia di età fra i 35 e i 79 anni, l’Italia parteciperà a un’indagine pilota a livello europeo (European Health examination survey, Ehes) che entro il 2011 traccerà una fotografia dell’andamento dei fattori di rischio nel Vecchio Continente per “pianificare – ha spiegato il leader del progetto Kuri Kuulasamaa – azioni mirate per la prevenzione”. Il “40% delle morti in Europa”, ha ricordato, sono causate da patologie cardiovascolari, che possono invece essere tenute sotto controllo attraverso “corretti stili di vita”.
Alla fase iniziale del progetto – nato per avere un quadro chiaro della situazione visto che “gli ultimi dati risalgono al progetto Monica di 15 anni fa” partecipano 14 Paesi, attraverso il monitoraggio di 200 casi ciascuno, ma l’obiettivo è di arrivare tra due anni a “4.000 campioni per Stato di tutti i componenti dell’Unione”. L’indagine italiana, che si chiuderà anch’essa entro il 2011, arriverà a coprire un campione di 9.020 persone in tutte le Regioni: “Nel 2010 ci dedicheremo alla popolazione di Marche Lombardia e Umbria – ha spiegato Giampaoli – ed è fondamentale l’analisi regione per regione perché soprattutto tra nord e sud si registrano ancora molte differenze e andranno poi pensate azioni mirate”.

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