Fini si assesta sul predellino e strapazza Bocchino
“Ci sono dei momenti in cui bisogna guardarsi allo specchio. Decidere se si è disposti a rischiare (eroe…) per le proprie idee (ad avercele…). Questo è il momento”, ha detto Fini agli esponenti ex An riuniti nella sala Tatarella di Montecitorio. S’è guardato, Fini, e ha pensato che coi numeri che ha forse è meglio se resta. Alla faccia di quel che pensa Italo Bocchino. Anzi: il vicepresidente dei deputati del Pdl è stato strapazzato da Fini perché in questi giorni ha parlato troppo.
“Berlusconi deve accettare anche il dissenso”, il Pdl non è il partito del predellino, ha continuato. Dimenticandosi di quando proprio lui azzerò i suoi colonnelli di An perché stavano creando correnti e correntine che a Fini proprio non andavano giù. Ma si sa, il dissenso è sempre relativo: dipende se lo fai o se lo subisci.
“Questa – ha aggiunto il presidente della Camera – è una fase complicata, non ce la facevo più a porre sempre le stesse questioni al presidente del Consiglio”. Il presidente della Camera esclude la strada delle elezioni. Esclude pure la spaccatura del partito. E’ necessario – ha ragionato durante l’incontro con gli ex An che andranno a far parte della componente interna del Pdl – però un dialogo aperto. Fini è stato lungamente applaudito dai presenti nella sala Tatarella
“Se giovedì non usciremo con un’ampia maggioranza sul documento del presidente nel Consiglio, ma con una pattuglia minoritaria in polemica con la maggioranza, significa che ci sarà un confronto aperto. Comincerà una fase nuova. Il problema – aggiunge ancora Fini – che si porrà sarà: il dissenso interno può esistere o siamo il partito del predellino? Sarà il momento della verità, un momento anche delicato”, conclude Fini. Per la terza carica dello Stato, quindi, “la fase del 70 a 30 è finita. Spero che Berlusconi accetti che esista un dissenso, vedremo quali saranno i patti consentiti a questa minoranza interna”.
Insomma: batosta dopo batosta Fini chiede che gli si lasci salvare almeno la faccia. Ma scomodare Pound, parlare d’idee e, soprattutto, di disposizione a correre rischi per esse – lui! – questo è davvero un po’ troppo.