lunedì 1 Luglio 2024

La Sardegna sotto tiro

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Nella zona di un poligono militare sardo si sviluppano in modo anomalo leucemie e malformazioni.

Dieci pastori sui diciotto che lavorano negli ovili nella zona del poligono militare di Quirra sono morti di leucemia. E poi gli agnelli nati con sei zampe, oppure sventrati, con gli occhi sopra le orecchie. I veterinari dell’Asl che stanno lavorando al monitoraggio ambientale della base interforze mettono in relazione patologie tumorali e animali deformi in un rapporto che di fatto conferma i sospetti dei pacifisti, vecchi di dieci anni.

 

«La verità è scomoda ma non si può più nascondere, la Sardegna è la Mururoa italiana», dichiara Bastiano Cumpostu, coordinatore di Sardinia natzione. «Lo stato italiano, come la Francia in Polinesia, sperimenta in Sardegna armi ed esplosivi che uccidono anche indirettamente. Quasi una strage: tra i pastori di Quirra, gli abitanti dei paesi vicini e i militari che lavorano nel Poligono. Situazione analoga a Teulada. Chie bos faghet lutu mortos de Quirra? Non certo lo stato italiano che per l’uso dei poligoni interforze lucra facendosi pagare l’affitto da chi viene a provare le armi».

L’ALLARME Patrizio Buccelli, sindaco di San Vito, esprime la sua preoccupazione: «La prima indagine seria effettuata sul campo ovile per ovile – dichiara il primo cittadino – propone dati in contraddizione con le dichiarazioni ufficiali rilasciate dai vertici militari e dal Ministero. Ci dicevano sempre di stare tranquilli, che erano terrorismo mediatico le dichiarazioni dei pacifisti sulla cosiddetta “sindrome di Quirra”, cioè i tumori che avevano colpito 20 civili e 23 militari nella frazione. Invece si scopre addirittura che i risultati degli accertamenti dei veterinari della Asl, incaricati dal Comitato di indirizzo territoriale che coordina il monitoraggio, sono ancora più drammatici. Noi sindaci del territorio avevano sempre chiesto soltanto una cosa: la verità. E per questo, dopo i primi risultati arrivati con colpevole ritardo, chiediamo analogo rigore scientifico sui prodotti dei campi e degli allevamenti. Vogliamo sapere se quello che mangiamo e beviamo sia avvelenato o meno. Vogliamo sapere se l’attività militare, attuale o passata, abbia creato questa situazione. Chi si stupisce di fronte ai dati raccolti dei veterinari non è onesto intellettualmente: tutti sappiamo dell’alta incidenza di certi tumori nella zona. E anche il diabete in questa parte del Sarrabus raggiunge cifre elevatissime».

 

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