giovedì 18 Luglio 2024

La Caritas ha perso la speranzas

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Meno soldi da gestire e finalmente scopre che l’immigrazione non va

Un “no” secco al nuovo decreto flussi. E stavolta arriva proprio da chi lavora nel campo dell’accoglienza e dell’integrazione: la Caritas veneziana. 

Secondo il testo del decreto flussi, in Italia dovrebbero entrare circa 98mila nuovi stranieri e, nel solo Veneto, ne sarebbero previsti circa 10mila, da sommare ai 400mila regolari già presenti. Secondo don Dino Pistolato, direttore della Caritas di Venezia, la situazione economica attuale – nella quale la ricerca e l’ottenimento del lavoro sono difficili per tutti in Italia – «l’ingresso di centomila stranieri rischierebbe di appesantire una condizione già difficile, se non addirittura di aprire un conflitto etnico e umano insieme». Insomma, per il sacerdote non ci sono più le condizioni per accogliere questa nuova ondata di stranieri.

Pistolato parla di una «guerra tra poveri», e a fronteggiarsi sono gli indigenti stranieri e quelli italiani, persone che si sono trovate improvvisamente senza lavoro, con rate di mutui in scadenza, con figli a carico. E poi aggiunge che, a suo parere, una scelta del genere dovrebbe essere fatta tenendo conto delle esigenze del territorio: insomma, per don Pistolato dovrebbe essere lo stesso territorio a richiedere un incremento di lavoratori stranieri che, a quanto pare, invece arriveranno senza una prospettiva concreta.

Meno soldi da gestire e la Caritas si accorge che la tanto decantata “contaminazione culturale da perseguire come risorsa” come recita lo statuto di Migrantes – la sua espressione impegnata appunto nell’immigrazione con i soldi dei contribuenti – non è poi così fantastica. Basta che calino le risorse, quelle sonanti, perché anche loro si accorgano che l’immigrazione è molto spesso un inferno multirazzista che ingenera la guerra tra i poveri.


 

 

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